Secessione dell'Aventino: differenze tra le versioni

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Dinanzi alle violenze fasciste, i parlamentari di opposizione scelgono non la strada della risposta violenta e dura ma quella della [[rivolta morale]] e dell'azione [[Nonviolenza|non-violenta]]. Essi rifiutano di seguire le proposte provenienti dalle frange [[Comunismo|comuniste]] dell'opposizione, di azione diretta e di un appello alle masse.
 
In quei giorni, proprio a causa del ''delitto Matteotti'', il fascismo aveva perso molti consensi, e stava vivendo la crisi più grave della sua storia. Un'ondata di indignazione si era elvataelevata in tutto il Paese, e su di essa le forze comuniste dell'opposizione volevano mettere in piedi un'azione di rivolta nei confronti del governo. Anche alcuni alleati del fascismo (liberali, industriali e persino nazionalisti), fra cui l'ex primo ministro [[Giovanni Giolitti]], si allontanano dal governo e si uniscono alla secessione.
 
La popolarità del governo crolla, ed anche all'interno del fascismo inizia a nascere una lacerazione tra le frange più [[Estrema destra|estremiste]] e quelle più moderate, che rischiano di minare la sopravvivenza stessa del fascismo.