San Teodoro (Genova): differenze tra le versioni
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Il nucleo centrale del quartiere è costituito dall'antico borgo di Fassolo, allineato lungo l'omonima via tra piazza Dinegro e piazza Principe, antico asse viario oggi affiancato dalla moderne vie B. Buozzi e Adua, affacciate sul porto. La zona collinare comprende nella zona di ponente il rione Angeli, formato da moderni caseggiati sorti nel [[secondo dopoguerra]] nei pressi delle omonime mura e da case più antiche lungo la salita degli Angeli; la zona alle spalle di Fassolo, rimasta per lungo tempo poco popolata, è stata intensamente urbanizzata nell'ultimo secolo, sviluppandosi lungo l'asse via Venezia - via Bologna ed inglobando i colli sui quali sorgevano un tempo isolati il [[Santuario di San Francesco da Paola (Genova)|santuario di San Francesco da Paola]] e la chiesa di S. Rocco. In alto, in prossimità delle mura, si trova l'antico borgo di [[Granarolo (Genova)|Granarolo]], lungo un'antica via diretta verso l'entroterra.
L'area ricavata dallo spianamento della collina di S. Benigno è occupata prevalentemente da insediamenti direzionali e di servizi: dell'antico borgo della Chiappella, ai piedi del colle, restano poche case in via Milano, di fronte al terminal traghetti, sopravvissute allo sbancamento e alla tragica esplosione nella galleria di San Benigno del 10 ottobre 1944, che causò duemila vittime.<ref>Genova Quotidiana, ''[https://genovaquotidiana.com/2015/11/15/1944-la-tragedia-di-s-benigno-2000-vittime-dimenticate-e-unombra-sinistra/ 1944, la tragedia di S. Benigno, 2000 vittime dimenticate e un'ombra sinistra]'', 15 novembre 2015</ref><ref>Liguria Notizia, ''[https://www.ligurianotizie.it/s-benigno-10-ottobre-1944-duemila-morti-attentato-partigiani-oss-confermo-sabotaggio/2018/10/20/314067/ S. Benigno 10 ottobre 1944, duemila morti. Attentato partigiani? OSS confermò sabotaggio]'', 20 ottobre 2018</ref>
In piazza R. Sopranis, nella zona di via Venezia, dagli sorge dagli [[anni 1920|anni venti]], il civico [[istituto tecnico industriale]] G. Galilei, primo in [[Liguria]] per questa tipologia di corso, che ha formato nel corso dei decenni centinaia di tecnici, molti dei quali, in particolare tra il 1960 e il 1990, trovarono impiego nelle grandi industrie del ponente genovese.<ref>{{cita testo|url=http://www.qscuole.it/istituto-tecnico-industriale-galilei-di-genova/|titolo=L'Istituto Tecnico Industriale Galilei sul sito www.qscuole.it.}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://ospitiweb.indire.it/~genet/gali2.html|titolo=L'Istituto Tecnico Industriale Galilei sul sito http://ospitiweb.indire.it.}}</ref>
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=== Sviluppo del quartiere tra il Trecento e il Seicento ===
[[File:Alessandro Baratta, La Famosissima e Nobilissima Città di Genova, con le sue fortificasioni, 1637, tavola 2.jpg|thumb|L'area del quartiere di San Teodoro in una dettagliata mappa del 1637 di [[Alessandro Baratta]], sono già visibili la [[Villa del Principe]], la vecchia [[chiesa di San Teodoro (Genova)|chiesa di San Teodoro]] e il [[Giove (Marcello Sparzo)|Gigante]] di [[Marcello Sparzo|Sparzo]]]]
[[File:Noack, Alfred (1833-1895) - n. 0728 - Genova - Palazzo Doria.jpg|thumb|Il Palazzo del Principe in un'immagine ottocentesca di [[Alfred Noack]]]] Nel 1350 fu completato l'ampliamento delle mura verso ponente: la nuova cinta muraria, con la Porta di S. Tommaso, arrivò alle soglie del borgo. Alla metà del [[XII secolo]] era stata costruita sul promontorio che chiudeva a ponente l'insenatura del porto la prima torre di segnalazione, che con le successive trasformazioni sarebbe divenuta l'attuale [[Lanterna di Genova|Lanterna]]. Nel 1507, durante la dominazione francese, ai suoi piedi fu costruita la "Briglia", una fortezza che dominava il porto, con cannoni puntati sulla città, espugnata e distrutta dai genovesi nel 1514 dopo due anni di assedio. In questa circostanza la primitiva Lanterna subì gravi danni e fu ricostruita nella forma attuale nel 1543. Nel 1530 [[Andrea Doria]] fece costruire nella zona di Fassolo, appena all'esterno della cinta muraria, il suo [[Villa del Principe|palazzo]], nel quale ospitò [[ambasciatore|ambasciatori]] e capi di stato, tra i quali l'imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]].
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