Collasso dell'Età del Bronzo: differenze tra le versioni

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Più recentemente, è stato illustrato come la diversione delle tempeste [[Atlantico|atlantiche]] invernali,col loro passaggio a nord dei [[Pirenei]] e delle [[Alpi]] invece che a sud, porti condizioni più umide nell'Europa centrale, ma siccità nel Mediterraneo orientale. Una diversione del genere avrebbe potuto essere associata al collasso della tarda Età del Bronzo<ref>{{cita libro |autore=Brian Fagan |titolo=La rivoluzione del clima |url=http://books.google.com/books?id=cjfLAQAACAAJ |anno=2001 |editore=Sperling & Kupfer|isbn=978-88-200-3183-1}}</ref>.
 
Cause macroclimatiche sono state indicate, su dati aggiornati<ref>{{cita libro |autore=Wolfang Behringer |titolo=Storia culturale del Clima |anno=2010 |editore=Bollati Boringhieri Saggi |pp=83-93 |id=EAN 9788833923802}}</ref>, per gli anni successivi al 1250/1200 a.C. che sembrerebbero sempre più aridi, mentre nel 1200 a.C. si sarebbe toccato il nadir del [[Subboreale]] secco (generalmente caldo), cui avrebbe fatto seguito un periodo freddo e secco, iniziato attorno al 1150 e giunto al culmine nell'800 a.C. (fase Subatlantica).
Questo fenomeno avrebbe avuto una portata mondiale, e sarebbe ben verificabile a livello [[dendrocronologia|dendrocronologico]] in [[America del Nord]] (con il massimo di siccità attorno al 1200 a.C.) e nel [[subcontinente indiano]] (dove coinciderebbe con la formazione del [[deserto di Thar]] e un impoverimento dei monsoni, processo iniziato dopo il 1300 a.C. e giunto al culmine attorno al 900 a.C.). Inoltre questi dati coinciderebbero con gli annali [[Cina|cinesi]], che riportano, nei decenni che precedono la fine della [[dinastia Shang]] (1122 a.C.) sette anni di siccità, seguiti da inondazioni e da gelate estive nella valle del [[Fiume Giallo]], e da diverse carestie gravi per tutto quel secolo.
 
Questi fenomeni potrebbero aver innescato spirali recessive, sia politico-religiose che, economiche e, infine, militari.
Infatti spesso i sovrani (è il caso dell'impero ittita, particolarmente esposto alla siccità, che, in questo caso, avrebbe trasformato in [[steppa]] terreni in precedenza coltivabili) giustificavano il proprio potere con l'opera di mediazione tra l'umano e il soprannaturale, in particolare con le divinità climatiche (pioggia, tempesta ecc.); il loro fallimento avrebbe indebolito la legittimazione popolare del potere monarchico.
Inoltre la risposta all'inaridimento potrebbe essere stata di mettere a cultura nuovi terreni, [[disboscamento|disboscando]] altri boschi (anche in zone di seconda e terza scelta), causando un ulteriore rarefazione delle piogge (oltreed ad aumentareaumentando l'erosione e la pericolosità delle alluvioni).
Grandi disboscamenti avrebbero trasformato in steppe ampie aree dell'Anatolia centrale, costringendo gli Ittiti a trasferirsi a sud.
 
La siccità avrebbe reso l'eccedenza agricola sempre più scarsa, con una contrazione dei commerci, un aumento delle carestie (specie negli ambiti urbani che necessitavano di grandi surplus dalle campagne) e delle [[epidemia|epidemie]], causando un collasso demografico generale.
Risulta piuttosto raro nella storia che un periodo caldo sia anche secco: nel 1200 a.C. sarebbe stato così, ma negli anni successivi, secondo un modello più normale nella storia del clima, il clima sarebbe stato secco e freddo, con gelate estive e primaverili (almeno nella Cina centrale, doveper la quale esistono fonti scritte) causa, nelle società pre-industriali, di carestie. Le carestie potrebbero aver provocato migrazioni di popolazioni affamate in cerca di cibo ma anche migrazioni di massa da aree meno colpite dalla siccità (come l'Europa centrale, naturalmente più piovosa di quella meridionale) ma più arretrate, verso zone più ricche e progredite, ma, al tempo, indebolite e impoverite dagli eventi.
Inoltre le dinastie regnanti, incapaci di far fronte al problema della fame, avrebbero dovuto far fronte a ribellioni interne (dovute al calo della loro legittimazione ideologico-religiosa) ed a invasioni esterne, con eserciti demoralizzati e resi meno fedeli dal calo di legittimazione, oltre che indeboliti dalla crisi demografica. Mentre gli invasori, alla ricerca disperata di cibo, sarebbero stati molto più determinati.
 
Anche se Behringerc'è si dice scetticoscetticismo riguardo alla teoria della scarsità di bronzo, tanto l'insicurezza determinata da migrazioni ed invasioni, quantoe dalla generalela contrazione dei commerci avrebbeavrebbero potuto ridurre la capacità degli Stati di provvedere al reperimentoall'approvvigionamento di bronzo, favorendo così l'affermazione del ferro e di un nuovo modello di guerra, ad esso correlato. Comunque laLa diffusione del ferro (come quella di un tipo più efficiente di [[aratro]]) è, da questo autore, postasarebbe in relazione con questo prolungato periodo di siccità (e con la successiva ondata di freddo), che spinseavrebbe gli uomini ad ingegnarsi edspinto a trovarecercare nuove soluzioni;. è
Sarebbe quindi più una via d'uscita al collasso che una causa dello stesso<ref>Behringer, cit.</ref>.
 
Questo sarebbe quindi multicausale, anche se di origine eminentemente climatica, oltre che dovuto alla incapacità di gestire unacicli di siccità particolarmente prolungataprolungate (7-10 anni), intervallata da alluvioni, altre siccità ed annate fredde.
 
=== Mutamenti nelle tecniche di combattimento ===