Open source: differenze tra le versioni
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Lo sviluppo dei [[sistema operativo|sistemi operativi]]<ref>I sistemi operativi nascono alla fine degli anni Cinquanta. tra i primi si può ricordare lo'' SHARE Operating System ''dell'[[IBM]] (1959)</ref> rese i programmi sempre più portabili, in quanto lo stesso sistema operativo, con gli stessi [[compilatore|compilatori]] veniva offerto dal produttore sui suoi diversi modelli di hardware. La presenza di sistemi operativi funzionanti per macchine di differenti produttori hardware ampliava ulteriormente le possibilità di usare lo stesso codice in modo relativamente indipendente dall'hardware usato. Uno di questi sistemi operativi era [[Unix]], iniziato nel [[1969]] come progetto all'interno di un'impresa delle [[telecomunicazioni]], la [[AT&T]]. Una famosa causa [[antitrust]] contro la AT&T le vietò di entrare nel settore dell'informatica. Questo fece sì che Unix venisse distribuito ad un prezzo simbolico a buona parte delle istituzioni [[università|universitarie]], le quali si ritrovarono ad avere una piattaforma comune, ma senza alcun supporto da parte del produttore. Si creò spontaneamente una rete di collaborazioni attorno al codice di questo sistema operativo, coordinata dall'[[University of California, Berkeley|Università di Berkeley]], da dove sarebbe poi uscita la versione [[Berkeley Software Distribution|BSD]] di Unix, che diventa da un lato un centro di sviluppo ed innovazione, dall'altro è la base di partenza per numerosi ''[[Fork (sviluppo software)|fork]]''.
=== Lo sviluppo di Unix
[[File:AT&THQDallas.jpg|thumb|[[AT&T]], inventore presso i [[Bell Lab]] del sistema operativo [[Unix]].]]
Considerato che la condivisione del codice è nata insieme all'informatica, piuttosto che di origini dell'Open Source potrebbe essere più appropriato parlare, invece, di ''origine del software proprietario'', ed esaminare il contesto ''storico'' in cui questa origine ha avuto luogo.
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La suddivisione della AT&T in 26 società, le cosiddette ''[[AT&T#Storia|Baby Bell]]'', permise alla AT&T di usare logiche prettamente commerciali nella distribuzione del suo sistema operativo Unix, innalzando notevolmente i costi delle licenze e impedendo la pratica delle [[Patch (informatica)|patch]]. Il [[1982]] fu anche l'anno della divisione delle diverse versioni commerciali di Unix, portate avanti dai singoli produttori di hardware. Questi ultimi, effettuando delle piccole modifiche alla propria versione del sistema operativo, impedirono ai propri utenti l'utilizzo di altri sistemi, facendo in modo che i programmi scritti per la propria versione di Unix non funzionassero su versioni concorrenti.
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[[File:Richard_Stallman_at_LibrePlanet_2019.jpg|thumb|[[Richard Stallman]]]]
Al [[Massachusetts Institute of Technology|MIT]] la sostituzione dei computer fece sì che i programmatori non potessero accedere al sorgente del nuovo [[driver]] di una [[stampante]] Xerox per implementarvi una funzionalità gradita in passato: la segnalazione automatica che vi erano problemi con la carta inceppata. Contemporaneamente, società private cominciarono ad assumere diversi programmatori del MIT, e si diffuse la pratica di non rendere disponibili i sorgenti dei programmi firmando [[Accordo di non divulgazione|accordi di non divulgazione]]
In questo contesto molti programmatori
{{citazione|L'obiettivo principale di GNU era essere software libero. Anche se GNU non avesse avuto alcun vantaggio tecnico su UNIX, avrebbe avuto sia un vantaggio sociale, permettendo agli utenti di cooperare, sia un vantaggio etico, rispettando la loro libertà.}}
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Sempre negli anni ottanta vennero introdotte le [[workstation]], ovvero un sistema basato su terminali (i [[client]]) e computer centrali (i [[server]]). Si tratta di sistemi derivati concettualmente dai [[mainframe]] e basati essenzialmente su sistemi operativi UNIX proprietari. L'hardware stesso varia sul lato server dai mainframe ai PC, mentre su lato client vengono impiegati soprattutto i PC. Ciò favorì lo sviluppo di software sia per i client, utilizzati spesso da persone con scarse conoscenze informatiche, che per i server, il cui funzionamento viene solitamente garantito da personale informatico particolarmente qualificato.
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[[File:LinuxCon_Europe_Linus_Torvalds_03_(cropped).jpg|thumb|[[Linus Torvalds]]]]
Benché [[Internet]] avesse visto la luce già negli anni settanta, è soltanto agli inizi degli anni novanta, con la diffusione del protocollo [[Hypertext Transfer Protocol|HTTP]] e la nascita dei primi [[browser]], che cominciò ad essere diffuso prima in ambito accademico e poi in modo sempre più capillare anche tra semplici privati.
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Torvalds distribuì il proprio lavoro tramite Internet e ricevette immediatamente un ampio riscontro positivo da parte di altri programmatori, i quali apportarono nuove funzionalità e contribuirono a correggere errori riscontrati. Nacque così il [[Linux (kernel)|kernel Linux]], il quale fu subito distribuito con una [[licenza libera]].
Internet dal canto suo, rende possibile la comunicazione tra persone molto distanti in tempi rapidi e a basso costo. Inoltre rende possibile la distribuzione di software direttamente dalla rete, riducendo ulteriormente i costi di duplicazione e le difficoltà a reperire il software stesso. La diffusione dei [[CD-ROM]] come supporto privilegiato di raccolte di software rese possibile il fenomeno delle cosiddette [[Distribuzione (software)|distribuzioni]].
Linux può essere considerato come il primo vero progetto "open source" cioè come il primo progetto che faceva affidamento essenzialmente sulla collaborazione via Internet per progredire; fino ad allora, infatti, anche i progetti di software libero come Emacs erano stati sviluppati in maniera centralizzata seguendo un progetto prestabilito da un ristretto numero di persone, in base cioè ai principi 'standard' di [[ingegneria del software]]. Si assumeva valida anche per i progetti open source la '[[legge di Brooks]]', secondo cui "aggiungere sviluppatori a un progetto in corso di implementazione in realtà rallenta il suo sviluppo", legge che ovviamente non è applicabile a un progetto di sviluppo open source.
Agli inizi degli anni novanta, l'idea delle licenze liberali era rappresentata soprattutto da Richard Stallman e la sua FSF, ovvero le licenze liberali per eccellenza erano la GPL e la [[GNU Lesser General Public License|LGPL]] che però venivano ritenute "contagiose", in quanto a partire da un codice licenziato con la GPL qualsiasi ulteriore modifica deve essere distribuita con la stessa licenza. Le idee stesse di Stallman venivano viste con sospetto dall'ambiente commerciale statunitense, il che non facilitava la diffusione del software libero. Per favorire dunque l'idea delle licenze liberali nel mondo degli affari, [[Bruce Perens]], [[Eric S. Raymond]], Ockman e altri cominciarono nel [[1997]] a pensare di creare una sorta di [[lobby]] a favore di una ridefinizione ideologica del software libero, evidenziandone cioè i vantaggi pratici per le aziende e coniarono il termine "''Open Source''". Ciò anche al fine di evitare l'equivoco dovuto al doppio significato del termine "free" nella lingua inglese, visto che spesso veniva interpretato come "gratuito" invece che come "libero". L'iniziativa venne portata avanti soprattutto da parte di Raymond che, in occasione della liberalizzazione del codice sorgente di [[Netscape]], voleva utilizzare un tipo di licenza meno restrittivo per le aziende di quanto fosse la GPL.
La scelta a favore dell'
la Netscape, l'IBM, la [[Sun Microsystems]] e l'[[Hewlett-Packard|HP]], facilitarono inoltre l'accettazione del movimento Open Source presso l'industria del software, facendo uscire l'idea della "condivisione del codice" dalla cerchia ristretta nella quale era rimasta relegata fino ad allora. Venne cioè accettata l'idea che l'open source fosse una metodologia di produzione software efficace, nonostante nel suo famoso saggio ''[[La cattedrale e il bazaar]]'', Eric S. Raymond avesse esplicitamente criticato i tradizionali metodi di ingegneria del software, metodi che fino a quel momento avevano dato buoni frutti. Va notato come i primi programmi 'liberi', come il [[GNU Compiler Collection|GCC]], seguivano ancora il modello a cattedrale; solo successivamente progetti come [[EGCS]] adottarono il modello a bazaar.
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Alla filosofia del movimento open source si ispira il movimento di [[contenuto aperto]]: in questo caso, ad essere liberamente disponibile non è il codice sorgente di un software, ma contenuti editoriali quali [[testo|testi]], [[immagine|immagini]], [[video]] e [[audio|musica]]. [[Wikipedia]] è un chiaro esempio dei frutti di questo movimento. Attualmente, l'open source tende ad assumere rilievo filosofico, consistendo in una nuova concezione della vita, aperta ed ostile a qualsiasi [[appannaggio]] esclusivo, che l'open source si propone di superare mediante la [[condivisione della conoscenza]].
Open source e [[software libero]], seppure siano sovente utilizzati come sinonimi, hanno definizioni differenti: l'[[Open Source Initiative]] ha definito il termine "open source" per descrivere soprattutto libertà sul [[codice sorgente]] di un'opera.<ref>{{Cita web|url=https://opensource.org/osd|titolo=The Open Source Definition|lingua=en|accesso
== Caratteristiche ==
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