Governo Moro II: differenze tra le versioni
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*17-18 marzo: in una mozione alla Camera il PSIUP richiede la revisione del concordato tra Stato e chiesa cattolica. L'iniziativa segue quella già attuata dal PSI, che però ridimensiona le proprie richieste e ritiene che la questione debba essere rinviata a tempi più propizi.<ref>Il Messaggero, 18-19 marzo 1965</ref>
*25 marzo: consiglio dei ministri: viene approvato il disegno di legge predisposto dal ministro della giustizia, [[Oronzo Reale]], per la riforma del codice di procedura penale, prevista entro due anni.<ref>Il Messaggero, 26 marzo 1965</ref>
*25-29 marzo: congresso del PRI. Passa la linea politica di [[Ugo La Malfa]], che prevede una politica dei redditi e un serio intervento anti-congiunturale. [[Oronzo Reale]], ministro della giustizia, annuncia una vasta riforma dell'ordinamento penitenziario.<ref>Il Messaggero, 27 marzo 1965
*26 marzo: consiglio dei ministri: approvata la relazione generale sull'andamento economico per il 1964.
*27 marzo: Il presidente della Repubblica concede la grazia al comandante partigiano [[Francesco Moranino]], condannato all’ergastolo per «delitti» commessi nella fase finale della Resistenza. La grazia è concessa anche ad altri ex partigiani e ad alcuni esponenti della Repubblica sociale italiana.
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*14 maggio: il presidente del Consiglio Aldo Moro, e il ministro per gli Affari Esteri, Amintore Fanfani, rispondono alle interpellanze e interrogazioni sulla situazione politica internazionale. La conferma dell’alleanza atlantica e la solidarietà espressa da Moro nei confronti dell’aggressione USA al Vietnam e a Santo Domingo è duramente contestata da PCI e dal PSIUP.
*19-21 maggio: comitato centrale del PSI: Comitato centrale: si discute del piano quinquennale. Difeso dal segretario Francesco De Martino, il piano è duramente contestato da Riccardo Lombardi che, tenendo conto anche delle riserve manifestate da parte degli autonomisti, propone un duro ordine del giorno. Il documento conclusivo a sostegno del piano e della linea del governo, presentato dalla maggioranza, è approvato con 37 voti a favore e 27 contrari, lombardiani e sinistra.
*21 maggio: Consiglio dei ministri - In conseguenza della sentenza della Corte
*22-29 maggio: il ministro delle finanze, [[Roberto Tremelloni]], sospende a titolo cautelativo il direttore e l'ispettore capo dei Monopoli di Stato. Il provvedimento è conseguenza della scoperta di una vasta rete di contrabbando di sigarette estere che ha come base un convento di frati cappuccini di [[Albano Laziale]]. Dalle rivelazioni di questi ultimi scatta un'operazione congiunta delle polizie italiana e svizzera che porta alla scoperta di una importazione illegale di oltre 20 tonnellate di sigarette attraverso spedizioni ferroviarie truccate. Seguono diversi arresti: finiscono in prigione, tra gli altri, il superiore del convento di Albano, il capostazione di Capannelle e un funzionario della dogana di Lugano.<ref>Il Messaggero, 23-30 maggio 1965</ref>
* 23-24 maggio: Elezioni amministrative in Valle d’Aosta. Si vota in 73 comuni. Ad Aosta con il sistema proporzionale, in tutti gli altri comuni con il maggioritario. Coinvolti circa 73 000 elettori. Nel comune capoluogo la DC migliora in voti e percentuali, immutato il numero dei seggi: 16. Il PCI (lista unica con il PSIUP) arretra a vantaggio del PSI e del PSDI e passa da 18 a 15 consiglieri. Stabile l’[[Union Valdôtaine]]: 3 seggi. Per la prima volta dopo vent’anni è possibile una giunta di centro-sinistra. Rispetto agli altri comuni la DC perde 10 comuni a vantaggio dell’Union e delle sinistre, e ne conquista cinque.
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*18 luglio: comitato centrale PSI: la riunione esamina i risultati elettorali. Il voto è giudicato deludente, inoltre pesano nella valutazione le questioni aperte in vista del Congresso, in primis la collaborazione con la DC e la prospettiva dell’unificazione con il PSDI. I lombardiani e la sinistra, critici rispetto al risultato elettorale, sollecitano il passaggio all’opposizione del partito per rendere meno pericolosa l’unificazione socialista.
[[File:Giuseppe Trabucchi.jpg|thumb|100px|Giuseppe Trabucchi]]
*16-20 luglio: per la prima volta nella storia della Repubblica il Parlamento si riunisce in seduta comune (Camera e Senato) per deliberare sulla messa in stato d’accusa di un ministro: il senatore [[Giuseppe Trabucchi]] (DC), ex ministro delle Finanze. Lo scandalo è esploso nel 1964 e riguarda la concessione indebita di licenze per l’importazione di tabacchi messicani. La Commissione parlamentare per i procedimenti d’accusa, a maggioranza, si è pronunciata per l’archiviazione, evitando così l’esame della condotta del ministro da parte della Corte
*22 luglio: consiglio dei ministri: aumento delle tariffe postali e telegrafiche. Annunciata la formazione di un comitato interministeriale per l'analisi dell'ordinamento amministrativo dello Stato e l'esame dell'ordinamento finanziario della regione siciliana.<ref>Il Messaggero, 23 luglio 1965</ref>
*25 luglio: il tribunale di Roma emette la sentenza sullo scandalo dell'Istituto superiore di sanità. Con pene da 2 anni a 6 anni e 8 mesi viene confermata (seppure in primo grado) l'accusa di peculato e abuso di potere da parte di [[Domenico Marotta]] e dei suoi sottoposti.<ref>Il Messaggero, 26 luglio 1965</ref>
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*13 dicembre: i partiti della maggioranza iniziano le trattative per il disegno di legge che istituisce la scuola materna statale, prevista dal piano nazionale della scuola. Il ministro della pubblica istruzione, [[Luigi Gui]], dichiara che ci sono difficoltà su vari punti, a partire dal finanziamento dei nuovi istituti, ed esclude che gli schemi del disegno di legge giungano in parlamento prima della fine dell'anno.
*23 dicembre: consiglio dei ministri: approvato il piano quinquennale della scuola, che assegna 1276 miliardi in aggiunta al bilancio ordinario della pubblica istruzione.
* 26-28 dicembre: Il settimanale «Il Borghese», nel suo ultimo numero del 1965, riporta a firma di Gianna Preda il resoconto di un lungo colloquio avuto con Giorgio La Pira. Incontro, a casa di Fanfani, assente il ministro e organizzato da sua moglie. La giornalista attribuisce all’ex sindaco di Firenze giudizi molto critici sul governo in carica e sulla sua politica, sottovalutazioni del pericolo rappresentato dalla Cina comunista, apprezzamenti per Fanfani avrebbe definito come «il De Gaulle italiano». Per La Pira il colloquio ha avuto un carattere personale e le sue affermazioni sarebbero state male interpretate. A seguito delle polemiche [[Amintore Fanfani]] rassegna le dimissioni. Moro le accetta con riluttanza ed assume l'interim degli esteri.<ref>Il Messaggero, 27-29 dicembre 1965</ref>
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