Ernst Kantorowicz: differenze tra le versioni

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Nel 1922 diede inizio alla sua opera più celebre, ovvero la monumentale biografia dell'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]], pubblicata in due tomi successivi, il primo nel 1927 e il secondo nel 1931. Dopo la salita al potere di Hitler il 30 gennaio [[1933]] Kantorowicz, sebbene per il momento risparmiato dalle persecuzioni del nuovo regime, richiese nell'estate del 1933 un permesso per sospendere la propria attività fintanto che durassero le discriminazioni nei confronti degli ebrei.
 
Nel 1939 Kantorowicz emigrò negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]],<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.nybooks.com/articles/1992/08/13/defending-kantorowicz/|titolo=Defending Kantorowicz|editore=nybooks.com|data=13 agosto 1992|accesso=15 gennaio 2020}}</ref> dove ottenne la cattedra di [[storia medievale]] presso l'[[università di Berkeley]]. Nel 19491950, in seguito alla [[maccartismo|forte ondata anticomunista]] che investì gli Stati Uniti all'inizio del secondo dopoguerra, e l'approvazione del [[Levering Act]] nello stato della [[California]], l'amministrazione universitaria richiese a tutti i docenti di prestare giuramento di personale [[anticomunismo]]. Kantorowicz si rifiutò di sottoscrivere la dichiarazione e, con altri 25 professori, venne licenziato dalla [[Facoltà universitaria|facoltà]]. Tuttavia, due eminenti medievalisti tedeschi che insegnavano a Princeton, Theodore Mommsen (nipote del grande storico della classicità) e lo storico dell'arte [[Erwin Panofsky]], persuasero [[J. Robert Oppenheimer]], direttore del prestigioso [[Institute for Advanced Study]] di [[Princeton]] (nel [[New Jersey]]) ad assegnare a Kantorowicz una cattedra presso la facoltà di studi storici del predetto istituto, dove lo studioso sarebbe restato fino alla morte.
 
La sua opera continua a essere al centro dell'analisi contemporanea, specie per quanto riguarda i modi di manifestarsi dell'[[autorità]], con diversi esiti critici, tra i quali l'[[iconocrazia]]. Inoltre, l'apporto di Ernst Kantorowicz rimane fondamentale per la spiegazione della genesi dello Stato moderno.
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* Giancarlo Lacchin, ''[[Ernst Jünger|Jünger]], [[Claus Schenk von Stauffenberg|Stauffenberg]] e la “Germania segreta”'', in «Gli annali di Eumeswill», 4 (2004), pp.&nbsp;155–183 [ristampa in "Palomar". Rivista di cultura e politica», 29 (2007), pp.&nbsp;67–83].
* E. Grünewald, ''La “Germania segreta” e il III Reich'', tr. it. di G. Lacchin, in «Filosofia dell'arte», 2 (2002), pp.&nbsp;159–173.
* Gianluca Solla, "Parole come gesti. Ernst Kantorowicz tra Europa e America", in: E. Kantorowicz, ''Germania segreta'', Genova, Marietti, 2012.
 
== Voci correlate ==
* [[Levering Act]]
 
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