Colore dei cibi: differenze tra le versioni
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Il '''colore dei cibi''' deriva dall'assorbimento delle diverse [[lunghezza d'onda|lunghezze d'onda]] [[Luce|luminose]] da parte di una o più [[Colorante|sostanze coloranti]] naturali o artificiali, e la successiva [[Riflessione (fisica)|riflessione]] o trasmissione di quelle lunghezze d'onda corrispondenti al colore che riusciamo a percepire in modo soggettivo (dal momento che la [[Vista (senso)|percezione del colore]] varia da persona a persona).
== Coloranti alimentari dal punto di
In genere le colorazioni sono dovute a peculiari diffrazioni della luce, oppure per l'assorbimento della luce degli "[[Gas di elettroni|elettroni di gas]]" presenti nel [[Legame covalente|doppio legame covalente]] tra atomi di [[carbonio]] in ibridizzazione "sp-2", come si hanno nelle "''insaturazioni''" dell'[[olio]], oppure in molecole più complesse (idrocarburi aromatici, policiclici, lunghe catene di poli-insaturi con un anello, ecc). I grassi possono filtrare variamente la luce che riflettono ed i colori delle carni che coprono, dando ai cibi che li contengono un aspetto [[traslucido]] oppure [[opalescente]].
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