Assedio di Torino: differenze tra le versioni

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Il conflitto vide schierati da una parte l'[[Inghilterra]], l'[[Impero Asburgico]], il [[Portogallo]], la [[Danimarca]] e i [[Paesi Bassi]]; dall'altra la [[Francia]] e la [[Spagna]], la quale aveva accettato il nuovo re Borbone. Il Ducato di Savoia si trovava tra la Francia ed il milanese, che era nelle mani della Spagna e costituiva il naturale corridoio di collegamento tra i due alleati<ref>{{cita|Gariglio|p. 14|gariglio}}.</ref>, per cui Luigi XIV quasi impose al duca Vittorio Amedeo II l'alleanza con i franco-ispanici per evidenti esigenze strategiche<ref name="milesgloriosus.it"/>.
 
Vittorio Amedeo II, sostenuto dal cugino [[Eugenio di Savoia|Eugenio di Savoia-Carignano]], conte di Soissons e gran condottiero delle truppe imperiali, ebbe l'intuizione che questa volta la partita principale tra la Francia e l'Impero si giocassesarebbe giocata in Italia e non più nelle [[Fiandre]] o in [[Lorena (regione francese)|Lorena]]. Sulla base di questo convincimento strinse alleanza con gli [[Asburgo]], gli unici che, in caso di esito vittorioso del conflitto, potevano garantire la completa indipendenza dello Stato sabaudo.
 
Infatti un'alleanza con la [[Francia]], in caso di vittoria di quest'ultima, non avrebbe fatto altro che accentuare lo stato di sudditanza dei [[Casa Savoia|Savoia]], che durava da circa un secolo, mentre l'Imperatore prometteva il [[Monferrato]], parte della [[Lomellina]] e della [[Valsesia]], il [[Vigevano|Vigevanasco]] e una parte della [[provincia di Novara]]<ref name="milesgloriosus.it"/>. Fu una scelta abile, intelligente ma anche rischiosa, perché in caso di sconfitta lo Stato Sabaudo sarebbe stato annientato e spazzato via unitamente alla sua dinastia.