Velio Spano: differenze tra le versioni

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Nell'ottobre del 1938 venne inviato dal PCI a Tunisi col compito di rafforzare l'attività antifascista, orientare la numerosa comunità italiana tunisina e rinsaldare i legami di amicizia col governo democratico francese. Spano inziò a Tunisi una intesna attività di propaganda, stabilendo numerosi contatti con giovani antifascisti italiani, come Maurizio Valenzi, i fratelli Loris, Ruggero, Diana e Nadia Gallico, Michele Rossi, Marco Vais, Ferruccio e Silvano Bensasson e altri iscritti al Partito Comunista Tunisino. Il lavoro di mobilitazione e propaganda sviluppato da Spano permise di costituire un quotidiano, chiamato "Il Giornale" da contrapporre al fascista "Unione". Intorno al 1939 il quotidiano venne sequestrato e definitivamente soppresso. La situazione degenerò rapidamente allo scoppio della guerra, quando il PCT entrò nella clandestinità. Nel maggio del 1939, intanto, Velio sposa Nadia Gallico. Velio avrebbe preferito fare rientro in Italia, come già avevano fatto divesi esponenti del Partito, ma la Direzione del PCI gli chiese di restare in Tunisia. Nel 1940 venne arrestato e rinchiuso, insieme ad altri comunisti italiani, nel campo di concentramento di Sbeitla, dove rimase fino alla caduta di Parigi.
Nel 1941 Velio riorganizzò il Partito Comunista Tunisino divenendone di fatto il principale dirigente. Negli anni della guerra, inoltre, stabilì preziosi contatti con i gollisti e i socialisti francesi e con il partito arabo del Neo-Destour di Burghiba per una lotta comune contro il governo collaborazionista di Vichy. Nel novembre del 1941, in seguito alla denuncia di un delatore, la maggior parte del gruppo dirigente del Partito Comunista Tunisino venne arrestata. nel processo che seguì Velio Spano, sfuggito alla cattura, fu condannato a morte in contumacia. La condanna venne replicata nel giugno dello stesso anno con l'accusa di "riorganizzazione di partito disciolto e propaganda delle parole d'ordine della terza internazionale".
Nonostante la caccia spietata della polizia fascsita continuò ad operare nella clandestinità e nel dicembre del 1942 tenne una conferenza dei quadri dirigenti del PCT. In quello stesso anno, quando la Tunisia fu invasa dalle truppe italiane Spano svolse un intenso lavoro politico tra i soldati, organizzando fra loro nuclei comunisti e distribuendo giornali di propaganda antifascista. Liberata la Tunisia nel maggio del 1943 Spanò potè uscire dalla clandestinità e fare rientro, il 16 ottobre dello stesso anno, in Italia.
 
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