Libellus ad Leonem X: differenze tra le versioni

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== Contenuto ==
Superato il [[Conciliarismo]], Giustiniani e Querini ritengono che spetti al Papa – coadiuvato da [[Corte pontificia|Curia papale]], [[Vescovo|vescovi]] e Concilio Laterano V – guidare la rigenerazione della società, predicando il [[Vangelo]], riportando tutto, in un modo o nell’altro, alla [[Verità#Nel Cristianesimo|Verità]] di [[Gesù|Gesù Cristo]], e favorendo l’unità politica e ideale dei Prìncipi cristiani, che devono riconoscere la superiorità di Roma.
 
Costruita attorno ad una fortissima [[Universalismo#Universalismo cattolico|aspirazione universalistica]], la ricostruzione evangelica tratteggiata dal ''Libellus'' si confronta con lucidità con la questione dell’esistenza di popolazioni rimaste estranee alla [[Salvezza (religione)|Salvezza]] predicata dal Cristianesimo, esortando quindi a ripensare l’opera di [[evangelizzazione]] tenendo conto del nuovo scenario e dei problemi creatisi con la [[Colonizzazione europea delle Americhe|scoperta dell’America]], ma anche incitando alla necessità di recuperare le chiese d’Africa e d’Asia allontanatesi da Roma o soggette ora alla [[Espansione islamica|dominazione mussulmana]].
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La riforma, infine, porta la Chiesa Cattolica a quella unificazione e revisione dei libri liturgici auspicata dagli autori del ''Libellus'', con la pubblicazione del [[Breviario romano|Breviario]] nel 1568 (segno dell’avvertita necessità di una nuova spiritualità sacerdotale e nella cui bolla di pubblicazione compare il criterio, esteso poi agli altri libri liturgici, dell’obbligo dell’uso da parte di tutte le Chiese d’occidente, ad eccezione di quelle provviste di un rito risalente almeno a duecento anni prima), del [[Messale Romano|Messale]] nel 1570, del [[Martirologio Romano|Martirologio]] nel 1583, del [[Pontificale (libro)|Pontificale]] nel 1586, del [[Caeremoniale Episcoporum|Cerimoniale dei Vescovi]] nel 1600 e del [[Rituale romano|Rituale]] nel 1614.
 
== Collocazione storia ==
 
«Solo dopo la riforma Protestante (e a maggior ragione dopo il ''Libellus'') una distinzione tra "vera" e "falsa" riforma si era cristallizzata anche sul piano terminologico». Dal punto di vista degli storici protestanti, che avevano forgiato il termine [[Riforma protestante|Riforma ]], «[[Controriforma|Riforma cattolica]] indicava tutto quanto aveva permesso alla Chiesa cattolica nel Cinquecento di resistere e di affermarsi nel conflitto con la Riforma: il rinsaldarsi delle strutture ecclesiastiche, e la loro ripresa nella Spagna della fine del Quattrocento e degli inizi del Cinquecento, venivano così studiate per comprendere [[Ignazio di Loyola]] e l'efficacia straordinaria dell'azione della Compagnia di Gesù».<ref>{{Cita libro|autore=[[Carlo Ginzburg]] [[Adriano Prosperi]]| titolo=Giochi di pazienza. Un seminario sul "Beneficio di Cristo"|città=Torino|editore=Giulio Einaudi editore|data=1975|pagina=24}}</ref>
 
== Note ==