Lenin spese gli ultimi anni della propria vita, una volta conclusa la guerra e resosi conto delle proprie precarie condizioni di salute, principalmente nel cercare di designare il suo "successore" alla guida del partito. Venne colpito il 25 maggio 1922 da un [[ictus]] che comportò una parziale paralisi del lato destro del corpo, tanto che fu costretto a imparare a scrivere con la sinistra; solo il 2 ottobre cominciò a tornare all'attività, ma il 16 dicembre subì un secondo attacco. Il 23 dicembre riprese forze e lucidità, ma le sue condizioni si aggravarono progressivamente. Dal 6 marzo 1923 non fu più in grado di comunicare, fino alla completa paralisi e alla morte avvenuta il 21 gennaio 1924.<ref>Mihail Gelelr, Aleksandr Nekrici, ''Storia dell'URSS'', capitolo III, paragrafo 7º "Il caffetano di Lenin" e "Journal of Lenin's Duty Secretaries" in linea sul [https://www.marxists.org/archive/lenin/index.htm web.]</ref>
Data la giovane età di Lenin (aveva solo 53 anni alla data della morte) si sono diffuse nel tempo diverse teorie riguardanti la sua morte: vi fu e vi è chi sostiene che la causa della prematura mortescomparsa sia da rintracciare in una forma di [[sifilide]]. A seguito di un'[[autopsia]] compiuta sul cadavere poco tempo dopo il decesso per conto del governo russo, la causa ufficiale della morte venne identificata in un'[[aterosclerosi]] cerebrale. Tuttavia solo otto dei ventisette medici curanti concordarono che l'aterosclerosi fosse la vera causa della morte e perciò solo costoro firmarono il referto autoptico. Già all'epoca furono ipotizzate diverse cause: [[ipertensione]] grave di origine genetico-familiare ([[ipercolesterolemia]] severa) aggravata dallo stress psicofisico, [[arterite|endoarterite]] sifilitica seguita da trattamento dannoso con [[avvelenamento da arsenico|arsenico]] e [[avvelenamento da mercurio|mercurio]],<ref>Nicholas V. Feodoroff, ''Soviet Communists and Russian History: A Frame in Time'', p. 29</ref> [[avvelenamento da piombo]] causato dai due proiettili dell'attentato del 1918, rimossi solo nel 1922<ref>[https://books.google.it/books?id=OB90AwAAQBAJ&pg=PT289&lpg=PT289&dq=lenin+lead+poisoning&source=bl&ots=J0QC80jmxL&sig=0LBKrwGAgpL4RSJ-3sZXkwVX76o&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj7tISwibDSAhXGIpoKHXbyDnUQ6AEIRTAG#v=onepage&q=lenin%20lead%20poisoning&f=false S. Kotkin, ''Stalin: Paradoxes of Power'', 1878-1928]</ref>; nessuna di esse fu mai confermata, così come un eventuale avvelenamento onde accelerarne la morte da parte di Stalin.<ref>{{Cita web|url=https://www.medicitalia.it/blog/chirurgia-generale/2245-la-morte-di-un-dittatore-veleno-o-colesterolo.html|titolo=La morte di un dittatore: veleno o... colesterolo?|autore=Andrea Favara|sito=MEDICITALIA.it}}</ref><ref> {{Cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,18/articleid,0860_01_1991_0054_0018_11961015/Da|titolo=Stalin avvelenò Lenin poi eliminò l'unico testimone|autore=Fabio Squillante|sito=La Stampa|data=10 marzo 1991}}</ref>