Gaspare Sanseverino: differenze tra le versioni

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Fracasso fu trasportato a Roma onde ricevere le dovute cure<ref name=":2" /> e in breve tempo si rimise, tuttavia perdette numerosi denti (soltanto quattro a detta di Sigismondo de' Conti<ref name="archive.org">{{Cita libro|autore=Sigismondo dei Conti|titolo=Le Storie de suoi tempi|url=https://archive.org/details/LeStorieDeSuoiTempi/page/n643/mode/2up?q=Monta+su+questo+%2C+o+sire+%2C+e+sfuggi+al+pericolo|p=242}}</ref>) e rimase storpiato nella lingua, tanto da divenire da quel momento in poi balbuziente e da non essere più in grado d'ingerire cibi solidi.<ref>{{Cita libro|autore=Bernardino Corio|titolo=Storia di Milano di Bernardino Corio A. 14471499|anno=1857|p=411}}</ref> [[Marin Sanudo il Giovane|Marin Sanudo]] scrive infatti che "per la qual ferita, Frachasso perse il parlar e malamente se intendeva parlando";<ref>{{Cita libro|autore=Marin Sanudo|titolo=Le vite dei dogi (1474-1494)|url=https://www.google.it/books/edition/Le_vite_dei_dogi_1474_1494/5ZVWAAAAYAAJ?hl=it&gbpv=0&bsq=vite%20dei%20dogi%20sanudo|p=503}}</ref> [[Bernardino Corio]] che "havendogli offeso le canne della gola, et la lingua, di continuo restò scilinguato, né altro che cibi liquidi poteva inghiottire",<ref>[[Bernardino Corio]], ''L'Historia di Milano'', Giorgio de' Cavalli, 1565, p. 1017.</ref> e [[Andrea Bernardi]] che "tamen lui remase astirpiate dela bocha, che ie pareva alquante dente, come ad ogn'ome era manefeste".<ref>Cronache forlivesi di Andrea Bernardi (Novacula) dal 1476 al 1517, pubblicate ora per la prima volta di su l'autografo · Volume 1, Di Andrea Bernardi · 1895, p. 140.</ref>{{Citazione|Ma fortuna, che non sempre arride, quasi invidiasse la gloria e il contento di quel giorno, rese come inutile in quella guerra il Fracassa, il quale cadde nel maggiore pericolo. All'indomani, essendosi accampati fuori Porta Nomentana, ed avendo tentato di allontanare dal ponte il presidio dei nemici, il Fracassa armato di targa volle spingersi innanzi agli altri, eccitando i soldati a combattere; ma colpito da una palla si ebbe rotti quattro denti, e la lingua guasta in modo, che articolar non potea una parola, e fu portato via per morto. Per cui i suoi combattenti irati, ferocemente uccisero tutti quelli del presidio (ch'erano venticinque) non ostante che si fossero arresi alla fede di Roberto.|Sigismondo de' Conti, Storie de' suoi tempi.<ref name="archive.org" />}}Queste poche commoventi parole scrisse tempo dopo il padre Roberto a [[Papa Innocenzo VIII|Innocenzo VIII]], a seguito del voltafaccia del Pontefice, rammentandogli tutti i sacrifici e le sofferenze patite in suo servizio:<ref>[https://www.google.it/books/edition/Cronaca_di_anonimo_veronese_1446_1488/Jto4AQAAMAAJ?hl=it&gbpv=0&bsq=cronaca%20anonimo%20veronese Cronaca di anonimo veronese], 1446-1488, 1915, p. 424.</ref>
{{Citazione|[...] me condussi al Ponte Lamentano con le bombarde, occupato da li inimici, et quello doppoi battaglia da mano recuperai, ma costò troppo caro a Gaspare, alias Frachasso, mio figliolo, di che ne prexi quel dolore, che non me abandonerà sino a la morte.|Lettera di Roberto Sanseverino a Innocenzo VIII, penultimo di ottobre 1486.}}
E così all'imperatore:<ref>[https://www.google.it/books/edition/Cronaca_di_anonimo_veronese_1446_1488/Jto4AQAAMAAJ?hl=it&gbpv=0&bsq=cronaca%20anonimo%20veronese Cronaca di anonimo veronese], 1446-1488, 1915, p. 434.</ref>
 
{{Citazione|In questa battaglia Gaspare, mio figlio, dalla guancia destra alla sinistra, non senza deformità della faccia e pericolo della vita, è ferito.|3=Ea in pugna Gaspar, filius meus, a destra in sinistram malam, non sine faciei deformitate ac vite periculo, vulneratur.|lingua=lat}}
 
Questo episodio venne additato da taluni suoi contemporanei come una sorta di punizione divina nei confronti di Fracasso, il quale aveva il vizio di bestemmiare fortemente e sarebbe dunque stato punito con la perdita della propria bellezza: