Argo-Micene: differenze tra le versioni
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Dell'Argo dell'epoca micenea restano ben poche vestigia. La città, insieme a Micene e Tirinto, doveva far parte dell'organizzazione difensiva palaziale micenea, che si è persa nei secoli successivi.<ref name="ReferenceB">''Argos des origines au synoecisme du VIIIe siècle avant J.-C.'' di Piérart Marcel in ''Argo: una democrazia diversa. Collana: Storia. Ricerche. Vita e Pensiero editore''.</ref>
Dopo i secoli bui greci, caratterizzati dalla decadenza dei palazzi micenei e da un brusco calo della popolazione del Peloponneso, Argo si riformerà per sinecismo di alcuni piccoli centri situati ai piedi delle due colline.<ref name="ReferenceB"/> espandendosi poi fino a raggiungere la massima estensione nell'VIII secolo a.C. Estendendo il suo dominio sull'Argolide e su parte del [[Peloponneso]], in questo periodo espanse la sua influenza alle oramai decadute città micenee di [[Tirinto]] e [[Micene (città antica)|Micene]], occupando [[Nauplia]] e il suo porto, espandendosi ad ovest verso l'[[Arcadia]] e a sud lungo il fiume [[Parnone]] riducendo gli occupati, definiti ''orneati'' in una condizione di semilibertà simile a quella dei [[perieci]] spartani.
Successivamente Argo comincia gradatamente a perdere il proprio predominio. A Nord, nelle città di [[Sicione]] e Corinto si affermarono due dinastie di tiranni, gli [[Ortagoridi]] di Sicione e i [[Cipselidi]] di Corinto, fortemente ostili ad Argo che contrastarono non solo il dominio politico e commerciale argolide ma anche quello culturale (il tiranno ortagoride [[Clistene di Sicione|Clistene]] (ca. 600 a.C. - 570 a.C.) vieterà la lettura dell'Iliade perché esaltava troppo le glorie degli eroi argivi).<ref>Erodoto, ''storie'', V,27.</ref>
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