Programma atomico sovietico: differenze tra le versioni
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[[File:Pyotr Kapitsa 1930s.jpg|thumb|upright=0.7|Foto degli [[anni 1930|anni trenta]] di [[Pëtr Leonidovič Kapica]]]]
Nel frattempo alcuni scienziati sovietici non intendevano abbandonare le loro ricerche sull'atomo nonostante le enormi difficoltà create dalla guerra; in particolare [[Georgij Flërov]] nel dicembre del 1941 era giunto a Kazan' per parlare con i ricercatori dell'istituto trasferito da Leningrado e soprattutto con [[Igor' Vasil'evič Kurčatov]] a cui egli intendeva chiedere di guidare un gruppo di ricerca sulla nuova arma, ma Kurčatov non era più a Kazan' essendosi trasferito a [[Murmansk]] per guidare il gruppo di ricerca sulle mine anti-nave<ref name="JE79"/>. Flërov quindi parlò con gli altri scienziati tra cui Ioffe e [[Pëtr Leonidovič Kapica]] ma in quel momento non si giunse ad alcuna conclusione concreta<ref name="JE79"/>. Flërov aveva lavorato prima della guerra alla ricerca teorica sulla [[fissione nucleare]] insieme a Konstantin Petržak e, mentre prestava servizio come ufficiale inferiore nelle forze aeree sovietiche a [[Voronež]], si convinse, dopo aver rilevato che tutte le riviste scientifiche internazionali dopo l'inizio della guerra mantenevano un assoluto silenzio sulla fisica nucleare, che le altre potenze stavano progettando in segreto una bomba atomica<ref name="CB560">C. Bellamy, ''Guerra assoluta'', p. 560.</ref>. Nell'aprile 1942 egli prese l'audace decisione di scrivere personalmente a Stalin una lettera in cui sollecitava provvedimenti operativi immediati per colmare il divario con le altre nazioni; Flërov affermava che ci sarebbe stata "una rivoluzione negli armamenti militari pesanti" e che l'Unione Sovietica rischiava di "non prenderne parte"<ref name="CB560"/>.
[[File:Kaftanov SV.jpg|thumb|left|upright=0.6|[[Sergej Vasil'evič Kaftanov]], il consulente scientifico del Comitato statale di difesa dell'[[Unione Sovietica]], invitò Stalin a proseguire la ricerca sulla "bomba all'uranio".]]
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Il reattore sperimentale di Kurčatov, progettato dallo scienziato tra agosto e ottobre 1946, venne costruito all'interno del Laboratorio N. 2, in una buca del terreno profonda sette metri dove, a partire dal 15 novembre 1946, venne assemblato un traliccio cubico di uranio di 50 tonnellate inserito all'interno di una sfera di grafite pesante 500 tonnellate e dal diametro di tre metri; al centro del reattore potevano essere inserite tre sbarre di cadmio<ref name=AL29>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 29.</ref>. Il reattore sperimentale (''Fizičeskij-1'') entrò in funzione il 25 dicembre 1946 sviluppando inizialmente una potenza minima che venne progressivamente incrementata<ref name="AL29"/>. Fin dal gennaio 1946 tuttavia Kurčatov aveva richiesto all'ingegnere [[Nikolaj Antonovič Dolležal|Nikolaj Dolležal]] di progettare e costruire il primo reattore sovietico di serie; Dolležal presentò a luglio 1946 un progetto di reattore all'uranio disposto verticalmente con sbarre di controllo che si sarebbero inserite lateralmente<ref name="AL30">A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 30.</ref>. Questo progetto, noto come ''Annuška'' o "Reattore A", venne approvato per l'assemblaggio nel nuovo centro segreto di [[Ozërsk (Oblast' di Čeljabinsk)|Čeljabinsk-40]], a 80 chilometri a nord-ovest della città di [[Čeljabinsk]], che nell'autunno del 1946 iniziò ad essere costruito con l'impiego di manodopera forzata proveniente dal GULAG<ref name="AL30"/>.
Il reattore di Dolležal presentava notevoli inconvenienti tecnici e necessitava di importanti modifiche ma, nonostante le difficoltà, la sua costruzione venne portata a termine con successo a Čeljabinsk-40 tra marzo e maggio 1948 sotto la supervisione diretta di Kurčatov, Vannikov e Zavenjagin<ref name="AL30"/>. Il "Reattore A", con 9,4 metri di diametro e 1.168 barre di uranio, entrò in funzione effettivamente il 10 giugno 1948 e fu in grado per la prima volta di produrre materiale fissile idoneo alla costruzione della bomba<ref name="AL30"/>. Il complesso segreto di Čeljabinsk-40, diretto da E. P. Slavskij, era di importanza fondamentale per l'operazione Borodino; non comprendeva solo il "Reattore A", ma vi era installato anche la cosiddetta "Installazione B" impiegata, sotto la direzione di Vitalij Klopin, per la separazione radiochimica del plutonio a partire dall'uranio prodotto nel reattore<ref>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', pp. 30-31.</ref>. Questo impianto, che produceva il plutonio attraverso il trattamento dell'uranio con [[acido nitrico]], diede inizio alla produzione all'inizio del 1949<ref name="AL31">A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 31.</ref>. Il terzo impianto di Čeljabinsk-40 era la "Installazione V" che entrò in funzione nell'agosto 1949; in questo stabilimento, diretto dal chimico I. I. Černaëv e dai fisici, A. A. Bočvar e V. Vinogradov, il plutonio veniva purificato per renderlo idoneo all'impiego nella bomba; un primo processo sperimentale di produzione e purificazione del plutonio era peraltro già stato effettuato in precedenza nell'Officina N. 9, situata vicino al Laboratorio N. 2 di Mosca<ref name="AL31"/>.
=== Spionaggio ===
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