Claudio Martelli: differenze tra le versioni
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|legislatura3 = {{NumLegRepubblica|D|VIII|IX|X|XI}}
|gruppo parlamentare3 = [[Partito Socialista Italiano|Socialista]] <small>(1979-1993)</small> <br />[[Lista Marco Pannella|Federalista Europeo]] <small>(1993-1994)</small>
|coalizione3 =
|circoscrizione3 = [[circoscrizione Mantova-Cremona|
|incarichi3 = * Componente II Commissione parlamentare interni ([[VIII legislatura della Repubblica Italiana|VIII Legislatura]])
* Componente VII Commissione parlamentare Istruzione e Belle Arti ([[VIII legislatura della Repubblica Italiana|VIII Legislatura]])
* Componente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di Via Fani, sul sequestro e l'
* Componente della Commissione parlamentare per l'indirizzi generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ([[VIII legislatura della Repubblica Italiana|VIII Legislatura]])
* Componente III Commissione parlamentare esteri ([[IX legislatura della Repubblica Italiana|IX Legislatura]])
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A soli 13 anni si iscrive al [[Partito Repubblicano Italiano]]. Ha frequentato il [[Liceo ginnasio statale Giosuè Carducci|Liceo Classico "Giosuè Carducci"]] di [[Milano]], lo stesso frequentato da [[Massimo Fini]] (che gli fu compagno di banco) e [[Bettino Craxi]].
Si è laureato in [[Filosofia]] presso l'[[Università degli Studi di Milano]] e ha lavorato come assistente nella [[Facoltà universitaria|facoltà]] di Lettere e Filosofia del medesimo ateneo, prima di entrare in politica. Aderisce all'unità socialista nel [[1966]] e comincia la carriera nei quadri locali milanesi socialisti. Viene chiamato a [[Roma]] da [[Bettino Craxi]] nel [[1976]], lascia la carriera accademica ed entra nella direzione nazionale del [[Partito Socialista Italiano]]. Nel [[1979]] viene eletto deputato nella [[circoscrizione Mantova-Cremona]].
Nel [[1984]] al congresso di [[Verona]] diviene vicesegretario unico e in giugno viene eletto al [[Parlamento europeo]] nella [[Circoscrizione Italia centrale
Dal 2007 è iscritto all'Ordine dei Giornalisti come [[giornalista pubblicista]].<ref>[https://www.odg.it/elenco-iscritti Albo Nazionale dei Giornalisti - consultato il 10 giugno 2022]</ref>
=== Ministro di grazia e giustizia (1991-1993) ===
Il 2 febbraio del [[1991]] diviene anche [[Ministri di grazia e giustizia della Repubblica Italiana|Ministro di grazia e giustizia]] a seguito della nomina di [[Giuliano Vassalli]], suo predecessore alla guida di tale Ministero, come [[Giudici della Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Giudice della Corte Costituzionale]] da parte del [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]]. In qualità di Guardasigilli Claudio Martelli diventa il principale sostenitore ed assertore delle attività giudiziarie del magistrato [[Giovanni Falcone]], che viene da lui chiamato al Ministero con il compito di dirigere la Direzione Generale degli Affari Penali.<ref>{{cita web | url = https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/10/16/foto/claudio_martelli_il_delfino_di_craxi-23324829/ | titolo = Claudio Martelli, il delfino di Craxi | data = 16 ottobre 2011}}</ref> In quel periodo Claudio Martelli e
In merito Martelli dichiarerà: «È lo stesso Falcone a dare una spiegazione a quella insinuazione atroce rivolta verso il giudice che debellò la cupola mafiosa». Secondo Martelli, Falcone non aveva una gran voglia di affrontare quell'argomento durante l'audizione al [[Consiglio superiore della magistratura|CSM]], poi, dopo l’insistenza dei componenti: «lo dice chiaro e tondo: "Forse il sindaco di Palermo non ha sopportato che io indagassi su grandi appalti che riguardano l'illuminazione e le fognature di una grande città, perché ci sono appalti e appalti: i piccoli e quelli miliardari. E io indagando su quelli miliardari, nel caso di Palermo ho scoperto che con Orlando sindaco, [[Vito Ciancimino|Ciancimino]] era tornato a imperare». Martelli ricorda poi il contesto nel quale collocare quegli eventi: «Eravamo nel 1991, e si voleva considerare Ciancimino fuori dai giochi, ma non era così. Questa era la cosa che fece impazzire di rabbia Orlando. L'accusa rivolta a Falcone sarebbe una ritorsione polemica»<ref>{{cita web|url=http://livesicilia.it/2017/06/06/martelli-falcone-orlando-mafia-di-matteo_860734|titolo="Perché Orlando attaccò Falcone? Con lui, Ciancimino imperava"|sito=Live Sicilia|data=martedì 6 giugno 2017|urlmorto=sì|accesso=8 settembre 2017|dataarchivio=8 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170908200847/http://livesicilia.it/2017/06/06/martelli-falcone-orlando-mafia-di-matteo_860734/}}</ref>. La nomina di Falcone all'UAP fu peraltro valutata negativamente dall'[[Associazione Nazionale Magistrati]].
[[File:Andò con Falcone e Martelli.jpg|left|miniatura|Claudio Martelli,
A seguito della [[strage di Capaci]] del 23 maggio [[1992]], dove persero la vita Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta, fu introdotto dal decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306 (cosiddetto ''Decreto antimafia Martelli-Scotti''), convertito nella legge 7 agosto 1992, n. 356, il regime di [[Articolo 41 bis|carcere duro]] ed un secondo comma all'articolo 41bis, che consentiva al Ministro della Giustizia di sospendere per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica le regole di trattamento e gli istituti dell'ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti facenti parti dell'organizzazione criminale mafiosa. A seguito delle [[Elezioni politiche in Italia del 1992|elezioni politiche del 1992]], considerate le ultime della cosiddetta [[Prima Repubblica (Italia)|''Prima Repubblica'']], e l'inizio della [[XI legislatura della Repubblica Italiana|XI legislatura]] fu riconfermato Ministro di Grazia e Giustizia nel [[Governo Amato I]] (formato dal [[Pentapartito|Quadripartito]]). La sua permanenza duro fino all'anno successivo, il [[1993]], quando dovette dimettersi a causa dell'avviso di garanzia riguardante il [[Banco Ambrosiano|Crac dell'Ambrosiano]].
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Durante [[Mani Pulite]], nel [[1993]], Martelli è candidato ad assumere la guida del PSI, ma a seguito di un avviso di garanzia - per concorso sulla bancarotta fraudolenta del [[Banco Ambrosiano]], da cui il PSI aveva attinto il "[[conto protezione]]" su cui per quindici anni i giudici di Milano avevano invano indagato, fino alle decisive chiamate in correità di [[Licio Gelli]] e [[Silvano Larini]] - il 10 febbraio si dimette da ministro della Giustizia. Successivamente, fonderà l'associazione umanitaria ''Opera'' e quella civile ''Società Aperta'' nel [[1996]]. Diventa direttore di ''[[Mondoperaio]]'' nel [[1997]].
Dopo l'abbandono temporaneo della politica, nel [[1998]] è consulente del Ministro [[Livia Turco]] nella commissione per le politiche d'integrazione degli [[immigrazione|immigrati]] e della Consulta degli immigrati, incarico da cui si dimette a seguito di divergenze politiche con il governo. È eletto [[Parlamento europeo|eurodeputato]] nel [[1999]] per
Nel [[2005]] conduce il programma televisivo "''Claudio Martelli racconta''" su [[Canale 5]]; dal 4 ottobre 2005 al 27 aprile 2006 presenta il programma di seconda serata ''L'incudine'' su [[Italia 1]]; nell'autunno 2006 conduce ''Flash Back'', su [[Canale 5]], la mattina del sabato. Sempre dal 2005 cura fino al 2008 un suo spazio editoriale: ''Osservatorio'', sul settimanale ''[[Oggi (rivista)|Oggi]]''. Un anno dopo, torna in tv, stavolta a spiegare, attraverso appuntamenti giornalieri su [[Canale 5]], la [[Costituzione Italiana]]. Nel [[2011]] si candida per il consiglio comunale di Siena, nelle file del Nuovo Polo<ref>{{Cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1002833/martelli-riparte-da-siena.shtml|titolo=Martelli riparte da Siena|editore=Tgcom 24|data=11 marzo 2011|accesso=12 dicembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222144245/http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1002833/martelli-riparte-da-siena.shtml|dataarchivio=22 dicembre 2015|urlmorto=sì}}</ref>, ma non viene eletto.
Il 1º maggio 2020 torna in edicola l'''Avanti!'' con Martelli come direttore e la rivista ''[[Critica Sociale]]'' come editore; il giornale ha cadenza quindicinale e una tiratura di {{formatnum:5000}} copie
Nel [[2020]], in occasione del [[Referendum costituzionale in Italia del 2020|referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari]] legato alla riforma avviata dal [[governo Conte I]] guidato dal [[Movimento 5 Stelle]] assieme alla [[Lega per Salvini Premier|Lega]] e concluso dal [[governo Conte II]] guidato dalla coalizione M5S e [[Partito Democratico (Italia)|PD]], annuncia di schierarsi per il NO.<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/entry/claudio-martelli_it_5f6314d2c5b6ba9eb6e9e934|titolo=Claudio Martelli: "Voto No perché anche un Parlamento malato merita un antibiotico"|sito=L'HuffPost|data=2020-09-17|lingua=it|accesso=25 giugno 2021}}</ref>
Il 14 luglio 2022 si è sposato civilmente con la deputata del
== Procedimenti giudiziari ==
=== Tangentopoli ===
Nello scandalo [[Tangentopoli]], a riguardo del finanziamento illecito al PSI, Martelli è stato condannato a 8 mesi di reclusione nel 2000, pena sospesa con la condizionale, dopo aver confessato, per aver ricevuto 500 milioni di lire nel caso della [[
|url = http://archiviostorico.corriere.it/2000/marzo/22/Tangenti_Cassazione_conferma_mesi_Martelli_co_0_00032212191.shtml
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100501220224/http://archiviostorico.corriere.it/2000/marzo/22/Tangenti_Cassazione_conferma_mesi_Martelli_co_0_00032212191.shtml
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=== Trattativa Stato-mafia ===
Il suo nome è stato nuovamente all'attenzione delle cronache giudiziarie nell'ambito del [[processo sulla trattativa Stato-mafia]], allorquando l'ex killer di [[Cosa nostra]] [[Francesco Onorato]] ha raccontato dell'avvio della strategia stragista disposta da [[Totò Riina]] dopo la sentenza del maxiprocesso: "Nella lista delle persone da uccidere, come seppi da [[Salvatore Biondino]], l'ambasciatore della commissione, c'erano [[Salvo Lima|Lima]], [[Giulio Andreotti|Andreotti]] e suo figlio, gli ex ministri [[Calogero Antonio Mannino|Mannino]], [[Carlo Vizzini|Vizzini]], ma anche Martelli. Siamo stati noi a far eleggere Martelli come ministro della Giustizia: nel [[1987]] avevamo finanziato la sua campagna elettorale con 200 milioni di lire. E poi Martelli mantenne le promesse, perché fece dare gli arresti ospedalieri ad alcuni mafiosi".<ref>{{cita news|url=http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/11/07/news/trattativa_il_j_accuse_del_pentito_io_abbandonato_dallo_stato-70411828|titolo=Trattativa, il j'accuse del pentito Onorato "Dalla Chiesa ucciso per ordine di Andreotti-Craxi"|autore=Salvo Palazzolo|pubblicazione=la Repubblica|data=7 novembre 2013|accesso=23 agosto 2021}}</ref>
== Nella cultura di massa ==
* Claudio Martelli è stato uno dei primi politici ad essere imitati da [[Sabina Guzzanti]] agli esordi nel varietà satirico ''[[Avanzi (programma televisivo)|Avanzi]]''.
* Claudio Martelli è anche l'autore di una serie radiofonica su [[Rai Radio 2|Radio Due]] intitolata ''Quell'estate del '92'' in cui parla dei suoi rapporti con Craxi e di Tangentopoli.
=== Cinema ===
* Nel [[1991]] [[Daniele Luchetti]] diresse il [[film]] ''[[Il portaborse]]'', il cui protagonista Cesare Botero, interpretato da [[Nanni Moretti]], è stato giudicato ispirato alla figura, tra gli altri, di Claudio Martelli.<ref>{{cita
* Nel film ''[[Giovanni Falcone (film)|Giovanni Falcone]]'' di [[Giuseppe Ferrara]] è presente la sua figura (all'epoca era Ministro di grazia e giustizia); il suo ruolo fu interpretato dall'attore [[Giampiero Bianchi]].
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