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== Origine ==
L'origine storica di questa di questa via di comunicazione è incerta. Nel periodo protostorico, durante la fioritura della cultura di [[Tartesso]], si hanno testimonianze dell'esistenza di contatti commerciali con l'ovest spagnolo, grazie a diversi reperti archeologici, tramite una via denominata da alcuni studiosi come ''"Via dello stagno"'', quindi si suppone che attraverso questa circolasse una buona parte dei metalli nella penisola.
 
Nei secoli posteriori questa via continuò ad essere molto frequentata, senza che si conosca il nome usato per denominarla, rimanendo, fino all'arrivo dei romani, una delle vie principali per i popoli iberici insieme alla strada denominata Via Eraclea, che percorreva tutto il Levante, da Cadice fino ai Pirenei.
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'''Reinvenzione moderna della via'''
 
L'idoneità del tracciato della Via dell'argento spiega come, in epoca contemporanea, la strada nazionale N-639 (attualmente, in larga parte, A-66, l'asse principale della Spagna occidentale), abbia seguito il suo percorso in linea generale. Oggigiorno, quella che viene denominata Ruta de la Plata prolunga il suo itinerario fino a Gijón a Nord e fino a Siviglia a sud, estendendo il tracciato originale per arrivare alle città di maggior importanza, come León, tralasciando Astorga, un tempo vero terminale romano della strada.<ref>Il sindaco di Astorga ha criticato in più occasioni l'abbandono sofferto dalla città con l'attuale tracciato della Via dell'argento; in questo senso, la città leonense si è vista appoggiata da diverse instituzioni, come l'Università di León, e da specialisti come i professori di Storia Narciso Santos Yanguas, Valentín Cabero e Manuel Abilio Rabanal Alonso, il quale si è sempre mostrato difensore del tracciato storico della Via e del ruolo giocato da Astorga. Cfr. {{Cita web |url= http://www.saber.es/web/biblioteca/libros/tierras-de-leon/html/91-92/6via.pdf |titolo= La Vía de la Plata en León y la vía de León a Asturias: de calzadas romanas a caminos de peregrinación a Santiago |lingua= es|accesso= 14 gennaio 2010 |autore= Manuel Abilio Rabanal Alonso}}</ref>
 
== Resti epigrafici e archeologi ==
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# ↑ El tipo de zahorra o gravilla apisonada que remataba las calzadas no urbanas, tenía su propia denominación en latín: ''glareae''.
# ↑ Morales, Jesús Rodríguez. «ALGUNOS TOPÓNIMOS CAMINEROS Y LAS VÍAS ROMANAS DE LA PENÍNSULA. REVISITADO». ''El Nuevo Milario'' (en inglés). Consultado el 2 de julio de 2018.
# ↑ Moreno de Vargas, Bernabé. ''Historia de Mérida'' ( 1.6331633).
# ↑ Diario de León. «Perandones reprocha a PP y PSOE su postura con la Vía de la Plata». Consultado el 14 de enero de 2010.
# ↑ Diario de León. «Perandones tacha de «vergonzante» la actitud de la Junta con la Vía». Consultado el 15 de enero de 2010.
# ↑ Diario de León. «Perandones cree el eje Gijón-Sevilla fruto de una «calentura colectiva»». Consultado el 15 de enero de 2010.
# ↑ Diario de León. «Catedráticos de tres universidades excluyen a Gijón de la Vía de la Plata». Consultado el 15 de enero de 2010.
# ↑ Manuel Abilio Rabanal Alonso. «La Vía de la Plata en León y la vía de León a Asturias: de calzadas romanas a caminos de peregrinación a Santiago». Consultado el 14 de enero de 2010.
# ↑ Particularmente en la revista ''El Miliario Extravagante'', o en distintos congresos sobre Caminería hispánica
# ↑ Roldán Hervás, J.M. ''Iter ab Emerita Asturicam: El Camino de la Plata'', Salamanca, 1971.