Praefectus gentis: differenze tra le versioni

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La prefettura tribale, nelle varie forme in cui compare nelle fonti cioè ''praefectus gentis'', ''praefectus'' o ''ex praefecto'', è testimoniata prevalentemente per via epigrafica e copre un ampio periodo che va fino al [[V secolo]] d.C., perpetuandosi ancora in età vandala e oltre. L'area in cui essa è attestata comprende l'Africa Proconsolare, la Numidia e la [[Caesariensis]], a partire dal II ma soprattutto nel corso del III secolo d.C.; in [[Tingitana]] non abbiamo, invece, testimonianze di questa figura.
 
Le iscrizioni, studiate da René Cagnat<ref>M. R. CAGNAT, ''L'armée romaine d'Afrique sous les empereurs'', Paris, 1892.</ref>, Marcel Benabou<ref>M. BENABOU, ''La résistencerésistance africaine à la Romanisation'', Paris, 1976.</ref> e da Philippe Leveau<ref>Ph. LEVEAU, ''L'aile II des Thraces, la tribu des Mazices et le Prefecti gentis en Afrique du Nord'', ''AntAfr'' 7, 1973, pp. 153-192.</ref>, sono state oggetto, limitatamente all'ambito mauritano, di nuove indagini da parte di Denis Lengrand<ref>D. LENGRAND, ''Le'' limes ''intérieur de la Notitia Dignitatum, in Frontières et limites géographiques de l'Afrique du Nord Antique : hommage a Pierre Salama : actes de la table ronde reunie a Paris les 2 et 3 mai 1997'', Paris, 1999, pp. 221-240.</ref> e di Cesare Letta<ref>C. LETTA, ''I'' praefecti ''di tribù non urbanizzate in Africa ed in Europa'', in ''Africa Romana'', 14, 2002, pp. 2093-2109.</ref>. Quest'ultimo in specie le mette a confronto con le attestazioni dell'intero ''orbe'' romano; per quanto riguarda l'Africa propriamente detta, inoltre, alcune nuove iscrizioni sono state rinvenute nei pressi di Ammaedara (oggi Haidra)<ref name="AE 1992">''AE'', 1992, 1766; ''AE'', 1999, 1798; ''AE'', 1999, 1814</ref>. Agli studi epigrafici summenzionati bisogna aggiungere l'indispensabile opera prosopografica di Pflaum<ref>H.G. PFLAUM , ''Les carrières procuratoriennes équestres sous le Haut-Empire romain'', 4 voll., Paris, 1960-61.</ref> e i più recenti lavori di Devijver<ref>H. DEVIJVER, Prosopographia militiarum equestrium, 6 voll., Leuven, 1976-2001.</ref> e Demougin<ref>S. DEMOUGIN, ''Prosopographie des chevaliers romains julio-claudiens'', Paris, 1992.</ref> che hanno preso in esame le carriere di alcuni ''praefecti gentium'', in qualità di esponenti della classe equestre.
 
Il ruolo militare di queste personalità, all'inizio certamente preminente, perse di significato con il protrarsi dei secoli, arrivando per esempio, come nel caso della tribù dei Musulami, a trasformarsi quasi in un incarico civico, come la documentazione epigrafica del II secolo d.C. rinvenuta ad Ammaedara evidenzia con chiarezza<ref name="AE 1992"/>. Questi ''praefecti'', originariamente ufficiali equestri di provenienza italica, furono in seguito reclutati in località sempre più attigue ai territori che erano chiamati ad amministrare. Pertanto, a partire dal III e soprattutto dal IV secolo d.C., i ''praefecti'' erano figure senza ombra di dubbio di origine tribale, ma investite al contempo della prefettura dall'autorità romana.
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==Bibliografia==
* {{cita web|https://www.repository.unipr.it/handle/1889/1309|S. BACCOLINI, ''Le forme istituzionali'' (praefectus gentis, princeps gentis, praefectus nationis) ''nell' ambito del controllo politico militare delle popolazioni indigene non romanizzate'', Parma, 2007.}}
* M. BENABOU, ''La résistencerésistance africaine à la Romanisation'', Paris, 1976.
* M. R. CAGNAT, ''L'armée romaine d'Afrique sous les empereurs'', Paris, 1892.
* G. CAMPS, Rex Gentium Maurorum et Romanorum: ''recherches sur les royames de Maurétanie des VI et VII siècles'', ''AntAfr'', 20, 1984, pp.&nbsp;183–218.