Matteo 10: differenze tra le versioni
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Riferimenti in: [[Marco 6|Marco 6,8]]–9; [[Luca 9|Luca 9,3]]
*"bisaccia": detta in ebraico "tarmil" si ritrova anche nei testi ebraici,<ref>Maimon. & Bartenora in Misn. Sheviith, c. 2. sect. 8. & in Celim. c. 16. 4. & 24. 11. & Negaim. c. 11. sect. 11.</ref> ed è una grande borsa di pelle dove i pastori e i viaggiatori portavano il loro cibo, tenendola appesa a tracolla.<ref name="gill_Mat10_10"/> I discepoli non hanno bisogno di portare con loro delle provviste per il viaggio perché tutto sarà dato loro da Dio.<ref name="gill_Mat10_10"/>
*"due tuniche" (o "una seconda tunica"): l'intento di usare una tunica per il viaggio ed un'altra tenerla di ricambio.<ref name="gill_Mat10_10"/> Il teologo [[John Gill]] ha notato come "ai discepoli non fosse permesso portare un abbigliamento ricercato perché giudicato superfluo, né tanto meno due tuniche per non apparire troppo magnificenti oltre ad essere un problema da trasportare".<ref name="gill_Mat10_10"/>
*"sandali": nemmeno i sandali erano permessi ai discepoli, secondo il vangelo di Matteo.<ref name="gill_Mat10_10"/> Vi era una certa differenza tra le scarpe e i sandali nella tradizione:<ref>T. Hieros. Yebamot, fol. 12. 3. T. Bab. Yebamot, fol. 102. 1. & Menachot, fol. 32. 1.</ref> i sandali erano infatti realizzati con cuoio più duro rispetto alle scarpe,<ref>Gloss. in T. Bab. Yebamot, fol. 101. 1. & Bartenora in Misn. Yebamot, c. 12. sect. 1.</ref> e talvolta avevano la suola di legno chiodata e pertanto erano più durevoli delle normali calzature;<ref>Misn. Yebamot, c. 12. sect. 2. Maimon. Bartenora in Sabbat, c. 6. sect. 2. & Edayot, c. 2. sect. 8.</ref> o talvolta erano realizzati con giunchi e foglie di palma intrecciate, o di corteccia,<ref>T. Bab. Yoma, fol. 78. 2. Gloss. in ib. Maimon. Hilch. Shebitat. Ashur, c. 3. sect. 7.</ref> che erano più leggere.<ref>T. Bab. Yoma, fol. 78. 2. Juchasin, fol. 81. 1.</ref> Quali fossero dunque le calzature consentite ai discepoli per il viaggio non è dato a sapere<ref name="gill_Mat10_10"/>.
*"bastone": a cui appoggiarsi durante il lungo cammino della giornata. Secondo l'evangelista Matteo, a chi viaggia era permesso un bastone per appoggiarsi, ma non un bastone di difesa o per combattere (Matteo 26,55).<ref name="gill_Mat10_10"/> Ai discepoli nello specifico è proibito l'uso del bastone non perché essi non debbano trovare riposo o sosta nel loro viaggio, ma perché ancora una volta essi troveranno ciò di cui abbisognano nella divina provvidenza. Dal momento che essi non portano con loro denaro, essi non devono temere nulla dai ladri e possono predicare liberamente il Vangelo, senza necessità di difendersi da pericoli esterni che incontreranno.<ref name="gill_Mat10_10"/>
*"l'operaio ha diritto al suo nutrimento": Gesù usa quest'espressione proverbiale per rimarcare che i discepoli sono degli operai, dei lavoratori nella sua vigna, e per fare il loro lavoro avranno tutto il necessario per vivere.<ref name="gill_Mat10_10" /> Questo è il loro compito ed essi dal prossimo dovranno dipendere.<ref name="gill_Mat10_10"/> Ad ogni modo il contesto è ben lontano dal far sì che un discepolo si faccia mantenere da altri, anzi intende fortificarne lo spirito; chi segue loro, infatti, segue Cristo e la sua parola e per questo essi troveranno chi provvederà per loro nel mondo terreno predicando la Parola di Dio per il bene del prossimo e non per fini di lucro personali.<ref name="gill_Mat10_10">{{Cita pubblicazione|editore= Bible study tools |url= http://www.biblestudytools.com/commentaries/gills-exposition-of-the-bible/matthew-10-10.html |nome= John |cognome= Gill |opera= Exposition of the Entire Bible |titolo= Matthew |posizione= 10:10}}</ref>
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==Versetto 38==
:''chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.''<ref>Matteo 10,38</ref>
*"Prende la sua croce": è il senso di abnegazione di fronte ai patimenti terreni che preludono quelli di Cristo. Infatti "come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione" (2 Corinzi 1,5; Filippesi, 3,10); l'espressione figurativa è presa dalla pratica di "condannare i criminali che erano condannati a portare la loro croce sino al luogo della loro esecuzione" (Matteo 27,32; Luca 23,26; Giovanni 19,16; anche in Artemid. ii. 56, p.
== Note ==
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{{Vangelo secondo Matteo}}
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