Perceval o il racconto del Graal: differenze tra le versioni

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Un bel giorno, cresciuto in semplicità di spirito e purezza di cuore, incontra alcuni cavalieri e, affascinato dallo splendore delle loro armature, ne chiede alla madre, non sapendo chi siano. La madre, che ha avuto la famiglia falcidiata dalle guerre, gli risponde che sono angeli che distruggono tutto quello che toccano. Innamorato di quest'idea di cavalleria che non conosce, Perceval lascia la madre, senza la sua approvazione, per compiere la sua educazione. Vestito da boscaiolo, raggiunge la corte di [[re Artù]]. Qui, messosi in luce per coraggio e virtù, viene nominato cavaliere dal sovrano prima, e successivamente dal signore Gornemant. La nipote di costui, [[Blanchefleur|Biancofiore]], se ne innamora, ma Perceval, pur ricambiando, decide di ripartire, perché desideroso di rivedere sua madre e accertarsi che stia bene. Per inseguire il sogno di diventare cavaliere, l'aveva infatti lasciata svenuta al di là di un ponte. Scoprirà invece che, vedendolo partire, era rimasta uccisa dal dolore. Iniziano così le nuove avventure, durante le quali il giovane giunge al castello del [[Re Pescatore]] che reca su di sé un'inguaribile ferita: sino a quando non sarà rimarginata regneranno sulla sua terra tristezza e carestia.
 
Cresciuto al riparo da tutto, anche dalla religione cristiana, Perceval farà un incontro inatteso: avrà la rivelazione del Cristo, di Dio, in una straordinaria liturgia del venerdì santo.
Cresciuto al riparo da tutto, anche dalla religione cristiana, Perceval farà un incontro inatteso: avrà la rivelazione del Cristo, di Dio, in una straordinaria liturgia del venerdì santo. Nella sala del castello meraviglioso, nel corso di un pranzo, scorgerà in successione diversi oggetti, tra cui una lancia sanguinante - obiettivo della successiva ricerca di Galvano - e un [[graal]] - coppa o recipiente rotondo e profondo - che al suo apparire sprigiona una grande luce. Ricordandosi delle parole di Gornemant, il quale lo aveva ammonito di parlare il meno possibile e di non porre domande perché cosa scortese, non oserà chiedere al Re Pescatore perché la lancia sanguinasse o a chi serviva il graal, pur provandone l'impulso. Questi oggetti erano stati portati in una stanza celata ai suoi occhi, all'interno della quale stava il padre del Re. Perceval però ignora che la mancata domanda porterà disgrazia al Re Pescatore e alla sua terra: solo ponendo quelle semplici domande avrebbe potuto risanarli.
 
Al suo risveglio tutto è sparito, nessuno a parte lui sembra essere presente nel castello, e ricomincia così le sue peregrinazioni. Durante una lunga serie di nuove avventure, dovrà rendersi degno di ritrovare il graal, ponendo rimedio al suo errore e salvando così la terra malata e il Re Pescatore. Incontra un [[eremita]], fratello del Re Pescatore, che lo confessa durante la [[Quaresima]] e rinfocola il suo sentimento religioso, perso durante il cammino. Viene a conoscenza inoltre della sua appartenenza alla ''Famiglia del Graal'' e del fatto che il Re Pescatore è suo cugino, in quanto "figlio di quel Re Santo che si nutre solo delle ostie che gli vengono portate".
 
Qui si ferma il racconto, rimasto incompiuto. Diversi autori hanno tentato di dare una risposta ai quesiti lasciati in sospeso da Chrétien, che ha visto molti continuatori della sua opera, ma nessuno saprà mai realmente come sarebbe andata a finire la storia.
 
== Struttura dell'opera ==