Weland il fabbro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: correggo nomi e/o ordine e/o formattazione delle sezioni predefinite
Fix minore
Riga 9:
''The saga of Thidrek of Bern'', translated by Edward R. Hayes, New York etc. Garland, 1988. Vedi anche [https://www.xs4all.nl/~ppk/nibelung/sum.htm#VI A summary of ''Þiðrekssaga'' at a personal site.]</ref>
 
Velent, figlio del gigante Vaði, viene istruito nella lavorazione del metallo prima dal fabbro [[Reginn|Mímir]], poi da due maestri [[nano (mitologia)|nani]], che però, invidiosi della sua abilità, decidono di sbarazzarsi di lui. Velent riesce ad avere la meglio sui nani, si impossessa dei loro attrezzi, dei loro tesori e si mette in viaggio entrando al servizio del re danese [[Niðhad|Niðungr]]. Amilias, il fabbro di corte, anch'egli invidioso delle capacità del ragazzo, sfida Velent a costruire una spada che sia in grado di perforare la sua migliore armatura. Velent forgia la spada [[Mimung|Mímungr]] e il giorno della sfida taglia a metà l'armatura e lo stesso Amilias che la indossava.
 
Dopo qualche tempo Niðungr parte per una spedizione militare, ma all'indomani della battaglia scopre di non avere con sé la pietra della vittoria (una sorta di amuleto portafortuna) e promette a chi gliela avesse recuperata, metà del regno e la propria figlia in sposa. Velent riesce nell'impresa, ma, di ritorno al campo, viene assalito dagli uomini del re che desiderano riscuotere il premio al posto suo. Nella mischia Velent uccide un ufficiale, scatenando l'ira di Niðungr. Il re non solo gli nega la ricompensa, ma addirittura gli fa tagliare i tendini delle gambe perché non possa fuggire e lo costringe a lavorare per lui nella fucina giorno e notte.
Riga 18:
Nel frattempo il fratello di Velent, [[Egil]]l, giunge alla corte di Niðungr per prestargli soccorso. Velent chiede ad Egill di procurargli molte piume d'uccello. Con queste Velent si fabbrica un abito da uccello e spicca il volo. Velent svela a Niðungr tutta la propria vendetta (l'uccisione dei figli e la violazione della figlia) e vola via. Dopo la morte di Niðungr, sale sul trono il principe Otvin, che si riconcilia con Velent e gli concede in sposa la sorella, già madre di suo figlio [[Vitige|Viðga]].
 
Anni dopo Velent dona a Viðga l'indistruttibile spada MímungrMimung e il forte cavallo Skemmingr. Equipaggiato in questo modo, Viðga entra al servizio del re [[Teodorico di Verona|Þiðrekr]], protagonista dell'omonima saga.
 
=== Nell'Edda poetica ===
Riga 33:
===Riferimenti anglosassoni===
[[File:Franks Casket vorne links.jpg|thumb|upright=1.5|Il fabbro Weyland con la principessa e l'ancella e, a destra, Egil che caccia, nel pannello frontale del [[cofanetto Franks]] (vedi testo).]]
 
La figura di Weland era ampiamente conosciuta anche nel mondo anglosassone. Il poemetto in [[Lingua inglese antica|antico inglese]] ''[[Deor]]'', elegia che elenca le sofferenze dei maggiori eroi del ciclo gotico, dedica a Welund e a Beadohilde le prime due strofe:
<blockquote>
Riga 79 ⟶ 78:
* '''[[Cortana (spada)|Cortana]]''', la spada di [[Uggieri il Danese]], secondo la ''Karlamagnus Saga''.
* '''[[Durlindana]]''', la spada di [[Orlando (paladino)|Rolando]], secondo la ''Karlamagnus Saga'', (nonostante nell<nowiki>'</nowiki>''[[Orlando Innamorato]]'' la Durlindana fosse la spada di [[Ettore]] di [[Troia]]).
* '''[[MímungrMimung]]''' (in [[lingua norrena|norreno]], '''Mimming''' in [[lingua inglese antica|antico inglese]], '''Mimminc''' in [[alto tedesco medio]]). Secondo la ''[[Þiðrekssaga]]'' (Saga di [[Teodorico il Grande|Teodorico da Verona]]) Velent forgiò due spade identiche: la più forte chiamata appunto MímungrMimung la tenne per sé, l'altra fu donata a re [[Niðhad|Níðungr]]. Nella ''[[Völundarkviða]]'' invece Níðuðr prese la spada di Völundr dopo averlo fatto prigioniero. Nella letteratura tedesca medioevale e nella stessa ''Þiðrekssaga'', MímungrMimung diviene la spada di [[Vitige|Viðga]] (in [[alto tedesco medio]] Witege), figlio di Velent e compagno d'armi di [[Teodorico il Grande|Þiðrekr]] ([[alto tedesco medio]] Dietrich). Essa passa poi nelle mani di [[Gualtiero di Aquitania|Waldere]] nell'omonimo poema [[lingua inglese antica|anglosassone]] e di Landri (Landres), nipote di [[Carlo Magno]], nella ''Karlamagnus Saga''.
* La spada senza nome di [[Huon di Bordeaux]], secondo [[John Bourchier]], Lord Berners.
* Una spada senza nome la cui storia è raccontata da [[Rudyard Kipling]] in ''[[Puck of Pook's Hill]]''.