Indice H: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m clean up, replaced: L'''' → L{{'}}''' |
|||
Riga 1:
{{F|ricerca scientifica|aprile 2022}}
[[File:H-index-en.svg|thumb|right
L{{'}}'''indice H''', o '''indice di Hirsch''' (a volte, in [[Lingua inglese|inglese]], '''H-index'''), è un [[numero indice|criterio]] per quantificare la prolificità e l'impatto scientifico di un autore, basandosi sia sul numero delle pubblicazioni, sia sul [[indice di citazione|numero di citazioni ricevute]].
Secondo la definizione, uno scienziato ha un indice ''n'' se almeno ''n'' lavori tra quelli che ha pubblicato sono stati citati almeno ''n'' volte ciascuno. Notare che gli ''n'' lavori coinvolti nel calcolo dell'indice di Hirsch possono essere tutti oppure un sottoinsieme di questi, e i lavori esclusi del calcolo potrebbero anche non avere alcuna citazione. Discende quindi che un autore che ha ''m'' lavori può avere un indice H al più pari a ''m'' (''n''≤''m'').
Riga 33:
== Normalizzazione dell'indice H ==
L'indice H contemporaneo (Hc-index) è una forma di normalizzazione dell'H-Index<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Antonis|cognome=Sidiropoulos|nome2=Dimitrios|cognome2=Katsaros|nome3=Yannis|cognome3=Manolopoulos|data=2007-08|titolo=Generalized Hirsch h-index for disclosing latent facts in citation networks|rivista=Scientometrics|volume=72|numero=2|pp=253–280|lingua=en|accesso=2022-07-07|doi=10.1007/s11192-007-1722-z|url=http://link.springer.com/10.1007/s11192-007-1722-z}}</ref> (Sidiropoulos et al. 2007). Di fatto normalizza l'indice H (H-index), pesando maggiormente i lavori più recenti, tenendo quindi in considerazione il tempo e se il lavoro continua a essere citato nel tempo. Si calcola come l'indice H, ordinando in modo decrescente per numero di citazioni tutte le pubblicazioni di un autore, ma dopo aver applicato al numero di citazioni di ogni pubblicazione la seguente formula correttiva:
(4 × numero di citazioni del documento)/(anno in corso - anno di pubblicazione del documento + 1).
Riga 46:
La validità di questa obiezione è dimostrata dall'analisi stessa dei dati riportati alla fine, che indicano una classifica di fisici in base all'indice: salta subito agli occhi che, a fronte di fisici con valori di ''h'' superiori o vicini a 100 (Einstein nel 2020 raggiunge un ''h'' = 325<ref>Doppio profiloː {{Cita web |url=https://scholar.google.it/citations?hl=it&user=do7frTMAAAAJ |titolo=Albert Einstein 1 |editore=Google Scholar}} e {{Cita web |url=https://scholar.google.it/citations?hl=it&user=qc6CJjYAAAAJ |titolo=Albert Einstein 2 |editore=Google Scholar |accesso=18 luglio 2020}}</ref>), nel 2020 [[Richard Feynman]] ha ''h'' = 60<ref>{{Cita web |url=https://scholar.google.it/citations?hl=it&user=B7vSqZsAAAAJ |titolo=Richard Feynman |editore=Google Scholar |accesso=31 luglio 2020}}</ref>, [[Paul Dirac]] ha ''h'' = 63<ref>{{Cita web |url=https://scholar.google.it/citations?hl=it&user=xKhS5MEAAAAJ |titolo=Paul Dirac |editore=Google Scholar |accesso=18 luglio 2020}}</ref>.
* L'indice ''h'' non considera il contesto delle citazioni. Ad esempio, alcuni lavori in un articolo sono citati semplicemente per agevolare una introduzione, anche se hanno basso significato al contesto specifico, e non ha potere risolutivo per delimitare citazioni fatte in un contesto negativo o fraudolento (ad esempio quando un lavoro viene citato perché contenente affermazioni errate).
* L'indice ''h'' è influenzato dalle limitazioni nelle banche dati delle citazioni, in particolare per articoli prima degli anni novanta.
* L'indice ''h'' non tiene conto delle autocitazioni. Se un ricercatore scrive molti lavori cumulativi nello stesso settore, è probabile che citerà i suoi articoli precedenti, e questo tende a creare una lunga coda di autocitazioni che possono accrescere artificialmente l'indice. Di recente, piattaforme come [[ResearchGate]] hanno però introdotto, grazie all'ausilio dell'informatica, metodi di calcolo che permettono di scegliere se visualizzare un indice che tenga conto o escluda le autocitazioni. Il limite in questo caso è dovuto al fatto che la piattaforma effettua i suoi calcoli solo basandosi sui lavori caricati sulla stessa, il che dipende dalla volontà dei singoli ricercatori iscritti di aggiornare il proprio profilo inserendovi tutte le proprie ricerche.
* L'indice ''h'' non tiene conto del numero di autori di un articolo, avvantaggiando con questo gli autori che decidono di firmare insieme degli articoli. Ciò vuol dire che anche un autore che ha dato un contributo minimo alla pubblicazione otterrà, al fine del computo dell'indice, una pubblicazione e le relative citazioni in conto, come tutti gli altri. Questo avvantaggia chiaramente chi dirige un gruppo di ricerca, per esempio professori con un grande numero di dottorandi: essendo normale che il professore risulti tra gli autori, in quanto segue e consiglia gli studenti e ne revisiona le bozze delle pubblicazioni, egli ottiene un numero di articoli a suo nome sproporzionato al lavoro effettivo. Lo stesso fenomeno può avvenire nei gruppi di ricerca industriali.
* L'indice ''h'' sembra enfatizzare il lavoro proveniente da grandi collaborazioni, piuttosto che piccoli gruppi di ricercatori o singoli individui.
* L'indice ''h'' privilegia i settori su cui c'è molto interesse contingente, e quindi che vedono una quantità superiore alla norma di lavori venire pubblicati e citati. Un lavoro di routine di un settore con molti interessi e investimenti verrà citato più volte di uno di un settore di nicchia con pochi esperti che se ne occupano. Per esempio, un ricercatore che si occupa dell'evoluzione del sistema immunitario nei crostacei difficilmente potrà avere un indice con valore superiore a un medico che studia malattie infettive degli umani molto diffuse.<ref>[[Gianfranco Pacchioni]], ''Scienza, quo vadis? Tra passione intellettuale e mercato'', [[Il Mulino]], 2017, ISBN 9788815270733</ref>
|