Rhazes: differenze tra le versioni
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A tal riguardo l'[[Enciclopedia Britannica]] nel [[1911]] recitava: "Le fonti più degne di fiducia sull'esistenza precoce di questa malattia sono da attribuire ad al-Rāzī (IX secolo), che descrisse chiaramente i sintomi, la patologia (spiegata con una teoria umorale o fermentativa) e con prescrizioni per il suo trattamento".
Il primo libro scritto da al-Rāzī a parlare del vaiolo fu l{{'}}''al-Jadarī wa l-ḥaṣba'' (Libro sul vaiolo e il morbillo). La metodologia medica è basata sulla mancanza di dogmatismo e sulla fiducia [[Ippocrate|ippocratica]] verso le osservazioni cliniche. Ecco un esempio delle sue descrizioni:
: ''La comparsa del vaiolo è preceduta da febbre continua, dolore al dorso, prurito nel naso e attacchi di paura durante il sonno. Questi sono i sintomi più particolari della sua comparsa, soprattutto dolore al dorso con febbre, assieme anche a bruciori che i pazienti sentono su tutto il corpo, gonfiore del viso che, con il tempo, va e viene; colore infiammato e un rossore intenso negli occhi, una pesantezza dell'intero corpo, forte spossatezza i cui sintomi sono lo sbadigliare e lo stirarsi, dolore alla gola e al petto, con una leggera difficoltà nel respirare, tosse, secchezza del respiro, saliva spessa, e voce rauca, dolori e pesantezza della testa, inquietudine, nausea e ansia (con la differenza che l'inquietudine, la nausea e l'ansia sono più frequenti con il morbillo che con il vaiolo), bruciori nel corpo intero, colon infiammato, e un rosso intenso e brillante delle gengive''.
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L'interesse di al-Rāzī per l'alchimia e la sua convinzione nella possibilità di [[trasmutazione]] di [[metallo|metalli]] leggeri in [[argento]] e [[oro]] furono documentate circa mezzo secolo dopo la sua morte nel testo di [[Ibn al-Nadim|Ibn al-Nadīm]] ''Le pietre dei filosofi'' (''Lapis Philosophorum'' in latino). Ibn al-Nadīm ha attribuito una serie di dodici libri ad al-Rāzī, più i sette supplementari, compresa la sua confutazione alle tesi di [[al-Kindi|al-Kindī]] riguardanti le critiche alla validità dell'alchimia. Al-Kindī (801-873) aveva operato nella cosiddetta ''[[Bayt al-Ḥikma]]'', ovvero ''Casa della Saggezza'', costruita per volere del [[califfo]] [[Abbasidi|abbaside]] [[al-Maʾmūn]] a [[Baghdad]] ed era stato un filosofo avversario dell'alchimia.
La posizione di al-Rāzī nei confronti dell'alchimia, come pure nei confronti della medicina, può essere situata all'interno della corrente filosofica dell'[[
Rifiutò l'uso delle cosiddette pozioni magiche poiché per al-Rāzī la magia non aveva spiegazioni razionali, anche se non rifiutava l'idea che i miracoli esistessero, pur concependoli come semplici fenomeni naturali non ancora spiegati.
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