James Angleton: differenze tra le versioni

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All'inizio degli [[Anni 1950|anni cinquanta]] Angleton tornò a Washington per gestire le relazioni con i servizi dei paesi occidentali. In questo modo prese il controllo di tutte le informazioni prodotte dai pochi servizi che erano riusciti a infiltrarsi in [[URSS]]: inglesi, italiani, israeliani e specialmente tedeschi (la famosa organizzazione [[Reinhard Gehlen|Gehlen]]). Nel 1954 diventò capo del controspionaggio interno e si occupò a pieno regime della caccia alle spie sovietiche nell'ambito della ricerca atomica statunitense. Con questo incarico individuò due talpe di basso livello di Mosca, il diplomatico britannico [[Donald Maclean]] e l'agente della [[National Security Agency|NSA]] Jack Dunlap, mentre si lasciò sfuggire tutte le altre. Negli [[Anni 1960|anni sessanta]] si occupò della controversa defezione di due ufficiali del [[KGB]], Anatoliy Golitsin e Yuri Nosenko, che passarono il tempo ad accusarsi di essere falsi pentiti dando due opposte versioni sul coinvolgimento sovietico nell'uccisione di John Kennedy. Dal [[1963]] fu il responsabile dell'attuazione dell'[[Operazione Chaos]] (un'operazione ''[[False flag]]''), preposta alla sconfitta del comunismo, ma che violava le leggi USA, visto che la CIA non poteva operare sul territorio nazionale, che restava di competenza esclusiva dell'FBI anche per quanto concerneva le attività di controspionaggio.
 
Pur essendo uno dei più importanti cacciatori di spie della [[Guerra fredda]], Angleton non riuscì a smascherare la più famosa talpa sovietica del tempo, il britannico [[Kim Philby]], che peraltro era suo amico. Amante della poesia, e in particolare di [[Ezra Pound]] e [[ThomasT. StearnsS. Eliot]], Angleton coltivò anche altri hobby quali la pesca, la gemmologia e la coltivazione di orchidee. Prestò servizio sotto importanti direttori della [[CIA]] quali [[Allen Welsh Dulles]] e [[Richard Helms]]. Col passare degli anni controllò sempre più uffici, inserendosi in ogni attività della CIA, pur senza mai apparire come il responsabile quando avveniva un fallimento<ref name="David C. Martin 1980">David C. Martin, Wilderness of Mirrors, 1980.</ref>. Restarono fuori dal suo controllo le attività clandestine in Vietnam, cioè [[l'operazione Phoenix]], il cui successo proiettò ai vertici della compagnia il responsabile [[William Colby]].
 
=== Gli ultimi anni e la morte ===