Cynotherium sardous: differenze tra le versioni

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Il '''cinoterio sardo''' ('''''Cynotherium sardous''''' {{zoo|[[Cesare Studiati|Studiati]]|1857}}), detto anche '''[[Cuon alpinus|cuon]] sardo''', è stato un [[Canina|canide lupino]] insulare [[endemismo|endemico]]<ref name="Lyras">{{en}} Lyras G.A., Van der Geer A.E., Dermitzakis M., De Vos J. (2006) ''Cynotherium sardous'', an insular canid (Mammalia: Carnivora) from the Pleistocene of Sardinia (Italy), and its origin. Journal of Vertebrate Paleontology: Vol. 26, No. 3 pp. 735–745 </ref>, che è vissuto nelle isole di [[Sardegna]] e [[Corsica]] durante il [[Pleistocene]].
 
Il cinoterio raggiunse il [[blocco sardo-corso]] durante una fase di regressione marina, in concomitanza di una fase glaciale. L'isolamento degli antenati del ''Cynotherium'' fece sì che la specie si [[Evoluzione|evolvesse]], favorendo gli individui capaci di nutrirsi anche con piccole prede, quali mammiferi e uccelli, e di [[Carogna|carogne]] di animali più grossi<ref name="Cranium">{{en}} Lyras G., Van der Geer A. (2006) Adaptations of the Pleistocene island canid ''Cynotherium sardous'' (Sardinia, Italy) for hunting small prey. Cranium 23, 1: 51-60.</ref>.
 
Per tale motivo, la sua taglia si ridusse a quella di una volpe<ref name="Lyras" />. Oltre alla taglia ridotta, ''C.il sardus''cinoterio sardo dimostrò ulteriori [[Mutazione genetica|mutazioni]] per via della dieta composta da prede piccole e veloci, sviluppando muscoli robustissimi sul collo e arti anteriori capaci di movimenti fulminei.
 
Sembra che l'antenato del ''Cynotherium'' fosse lo ''[[Xenocyon]]''<ref name="Lyras"/>. Esso viene talvolta considerato un discendente di una popolazione degli ultimi ''Canis arnensis'' (o ''Canis mosbachensis'')<ref name="Abbazzi">{{en}} Abbazzi L., M. Arca, C. Tuveri & L. Rook. (2005) The endemic canid ''Cynotherium'' (Mammalia, Carnivora) from the Pleistocene deposits of [[Monte Tuttavista]] (Nuoro, Eastern Sardinia). Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia. Vol. 111, nr. 3, 497.
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Fu teorizzato che lo xenocione, specificamente ''Xenocyon lycanoides'', colonizzasse Corsica e Sardegna nel Pleistocene inferiore-medio. Questo è coerente con i reperti faunali della Sardegna, in cui il cinoterio appare durante il Pleistocene medio-superiore.<ref name="Lyras" />
 
Nel [[2015]], furono scoperti nella Grotta dei Fiori, a [[Carbonia]], i resti di una specie battezzata ''Cynotherium malatestai,'' risalente al Pleistocene medio inferiore. ''Cynotherium malatestai'' rappresenta una [[forma transizionale]] tra lo xenocione e il cinoterio sardo, essendo più grande di quest'ultimo e disponendo di una mandibola più robusta.<ref>{{en}} J. Madurell-Malapeiraa, M. R. Palombo, M. Sotnikova, 2015, ''Cynotherium malatestai, sp. nov.'' (Carnivora, Canidae) from the early middle Pleistocene deposits of Grotta dei Fiori (Sardinia, Western Mediterranean). ''Journal of Vertebrate Paleontology'' 35, 1-7</ref>
 
==Descrizione==
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Il cranio però è caratterizzato da una cresta sagittale bassa, archi zigomatici deboli e una mandibola snella. Ciò indica che i suoi muscoli masticatori non potevano generare la pressione necessaria per immobilizzare grandi prede. È quindi probabile che la sua dieta in Sardegna fosse limitata a prede di taglia piccola come gli uccelli e i [[Prolagus|pica mediterranei]].<ref name="Lyras" />
 
Un'analisi sull'assetto dei prismi di smalto sui premolari e molari ha rafforzato l'ipotesi della dieta ipercarnivora, ma con ulteriori indicazioni di un'occasionale aggiunta di materiale osseo nell'alimentazione. Questo tratto però è probabilmente un caso di [[plesiomorfia]] e gli analizzatori hanno concluso che il cinoterio, al massimo, potesse abbattere esemplari giovani di [[Megaloceros|megalocero]].<ref>{{en}} Novelli, M., M. R. Palombo, M. Arca, and N. Tuveri N. 2009. Hunter-Scheger Bands in ''Cynotherium sardous'' di Monte Tuttaviasta (Orosei, Sardegna centroccidentale). ''Geologica Romana'' 51:65–70.</ref>
 
===Scheletro post-cranico===