Matteo Messina Denaro: differenze tra le versioni
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Il 16 gennaio [[2023]], dopo circa trent'anni di [[latitanza]], Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai [[Carabinieri]] del [[Raggruppamento operativo speciale|ROS]] mentre si trovava presso la [[Clinica (struttura)|clinica]] privata ''La Maddalena'' a [[Palermo]], nel quartiere San Lorenzo.<ref name=":3" /> Il boss trapanese era in procinto di effettuare, sotto il falso nome di Andrea Bonafede, una seduta di [[chemioterapia]], alla quale era sottoposto periodicamente a causa di un [[tumore]] al [[Carcinoma del colon-retto|colon]], per il quale era stato operato nel [[2021]] in un ospedale di [[Marsala]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/video/cronaca/matteo_messina_denaro_tumore_falso_nome_andrea_bonafede_malato_malattia_clinica_terapie_news-7171291.html|titolo=Matteo Messina Denaro, il falso nome e il tumore: un anno fa l'operazione, in clinica per cicli di chemioterapia|sito=[[Il Messaggero]]|data=16 gennaio 2023|accesso=16 gennaio 2023}}</ref> Messina Denaro ha cercato invano di scappare ma, una volta preso dagli uomini dell'Arma, ha confessato la sua identità.<ref name=":3" /> In manette è finito anche l'[[autista]], Giovanni Luppino, con l'accusa di [[Favoreggiamento personale|favoreggiamento]].<ref name=":3" />
Secondo il collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori e l'ex senatore [[Vincenzo Garraffa]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/09/23/accuse-in-aula-ali-lo-fecero.html?ref=search |titolo=Accuse in aula a D'Alì 'Lo fecero votare i boss'|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=23 settembre 2005|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180320231005/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/09/23/accuse-in-aula-ali-lo-fecero.html?ref=search|dataarchivio=20 marzo 2018|urlmorto=no}}</ref>, nel [[1994]] Messina Denaro si attivò per fare votare [[Antonio D'Alì (1951)|Antonio D'Alì]] (rampollo della famiglia [[D'Alì|D'Alì Staiti]] per la quale il padre aveva lavorato), candidato nelle liste del Popolo della Libertà, per l'allora nuovo movimento politico "[[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]": infatti alle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del marzo quell'anno]] D'Alì risultò eletto al [[Senato della Repubblica|Senato]] con {{formatnum:52000}} voti nel collegio senatoriale di Trapani-Marsala, e venendo rieletto per altre tre legislature<ref name=autogenerato3 />, mentre nel territorio del mandamento di Messina Denaro (collegio Mazara-Castelvetrano) fu eletto [[Ludovico Corrao]]. D'Alì nel [[2001]] venne nominato [[sottosegretario di Stato]] al [[Ministero dell'interno]] nei [[Governo Berlusconi II|Governi Berlusconi II]] e [[Governo Berlusconi III|III]] fino al [[2006]]<ref>{{cita web|url=http://www.senato.it/leg/14/BGT/Schede/Attsen/00000752.htm|titolo=Scheda senatore Antonio D'ALI'|sito=Senato della Repubblica XIV Leg.|accesso=7 giugno 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180628060220/http://www.senato.it/leg/14/BGT/Schede/Attsen/00000752.htm|dataarchivio=28 giugno 2018|urlmorto=no}}</ref>.
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=== Altre notizie ===
{{F|Biografie|gennaio 2023|arg2=Mafia}}{{Curiosità}}
Nel 2012 il boss latitante, dopo aver sentito il richiamo di [[Salvatore Riina|Totò Riina]] dal carcere, aveva organizzato un attentato ai danni di [[Nino Di Matteo|Antonino Di Matteo]], il pm che si occupava della [[trattativa Stato-mafia]].
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