Utente:ArchImage74/Sandbox: differenze tra le versioni

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Intervenire sul diaframma, vuol dire regolare la luce in entrata. Il fotografo può trovarsi in teatro in condizioni di scarsa illuminazione o su un set cinematografico con luci adatte alla scena ma difficili da gestire con il mezzo fotografico. Durante le prove è buona regola usare l'esposimetro esterno per misurare l'illuminazione della scena, specialmente quando non è omogenea. La rilevazione viene fatta per ogni cambio di luce, con particolare attenzione per le scene più importanti. In questo modo il fotografo decide con calma la giusta esposizione di ogni momento. Sarà necessario saper intervenire anche sui tempi di scatto in uno stretto rapporto di reciprocità con il diaframma.
 
La regolazione dei tempi di scatto permette di congelare un movimento o creare l'effetto mosso. Un'esposizione più lunga permette di far entrare la quantità di luce desiderata dal diaframma per unpoi tempoessere maggioreregolata gestitodalla dalltendina dell'otturatore. Questa tecnica simulerà il movimento presente nella scena rendendo la foto più dinamica. I tempi di scatto lunghi consentono anche di creare un effetto scenico particolare, congelando i soggetti immobili e rendendo mossi quelli in movimento. Altrettanto importante è l'utilizzo dei tempi più corti,. lasciandoLa passareluce lache lucepassa dal diaframma, perviene unregolata tempodall'otturatore minoreattraverso gestitouna dall'otturatorescala di valori più veloci. In questo modo il fotografo riesce a congelare mimiche facciali e gesti che ritiene interessanti per la descrizione di un'opera. Il rapporto di reciprocità fra questi due elementi consiste nel saper calibrare l'apertura del diaframma con la durata dei tempi di scatto in un legame inversamente proporzionale. Questo è importante per non rovinare il proprio lavoro, evitando di scattare fotografie sottoesposte o sovraesposte.
 
Se la scena da fotografare è poco illuminata, oltre a calibrare il diaframma ed i tempi di scatto, è necessario valutare se intervenire anche sugli ISO. Quest'ultimo strumento riesce ad aumentare o diminuire la luminosità del sensore, ottenendo fotografie più chiare. Utilizzando però valori troppo alti presenta un fastidioso effetto collaterale. Nelle parti più scure del fotogramma si creano perdite di nitidezza attraverso la presenza di puntini chiamati "rumore". Questo problema è risolvibile intervenendo in postproduzione, altrimenti evitando valori troppo alti.