Villa Arduino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Descrizione: Corretto errore di battitura
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione Android
Descrizione: Corretta grammatica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione Android
Riga 41:
 
Attorno a questo principale corpo angolare si articolano le due ali laterali dell’edificio, le cui facciate sono interamente percorse da un ciclo di affreschi e da un rivestimento che alterna a contrasto il mattone a vista con l'ocra degli elementi del ricco apparato decorativo costituito da decori fitomorfi, zoomorfi, allegorie e riferimenti araldici realizzati in litocemento.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 11-16}}.</ref>
Entrambe le ali laterali dell'edificio ospitano un giardinovialetto piantumatocon un'aiuola piantumata antistante e sono costituite da due piani a struttura mista di muratura e cemento armato, con parziali sopraelevazioni che ospitano il secondo e terzo piano, le cui facciate sono caratterizzate da una variegata alternanza di bifore, trifore, loggiati, archi, finestre con arco a sesto acuto e archi a tutto sesto, compresocompresi l'arcoi strombatodue chearchi incorniciastrombati ladel grandedongione vetratae quello principale, che affaccia sul terrazzo del dongione sopra il portale di ingresso angolare.<ref>{{Cita|AA.VV. 1928|p. 14}}.</ref><ref>{{Cita|M. L. Pistoi, 1969|pp. 21-23}}.</ref>
 
[[File:VILLA ARDUINO 02.jpg|thumb|200px|right|Un dettaglio dell'accesso carrabile e dell'accesso alla palazzina del custode da via Michele Lessona]]
 
L’edificio prevede a sinistra dell’ingresso pedonale e del passo carrabile presenti al civico 14 di via Michele Lessona, l’appartamento del custode. Alla sua destra vi è l'ala dell'edificio caratterizzata da un portico con volte a crociera e dalarchi a tutto sesto, di cui uno costituisce il varco carrabile che conduce all'ampia corte interna, dove trovano posto un magazzino e un’autorimessa.<ref>{{Cita|AA.VV. 1928|p. 14}}.</ref><ref>{{Cita|M. L. Pistoi, 1969|pp. 21-23}}.</ref> Il piano superiore, sovrastato da un'ulteriore torre con un loggiato checaffaccia sulla corte interna, era invece originariamente destinato interamente all’abitazione della famiglia Arduino.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 11-18}}.</ref>
 
Il modulo laterale affacciato su corso Lecce, invece, appare più omogeneo, con una struttura quadrangolare costituita da prospetti più regolari e austeri, caratterizzati da finestre a sesto acuto per l'ultimo piano, bovindi, un grande affresco e un arco cieco a sesto acuto che contiene un'ampia vetrata a quadrifora al primo piano, che affaccia su un ulteriore terrazzo. Quest'ala dell'edificio ospitava originariamente gli uffici del cavalier Arduino con gli annessi locali per i disegnatori, la segreteria e l’amministrazione.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 11-18}}.</ref> Su questo stesso lato è presente un secondo accesso pedonale a filo strada originariamente destinato agli uffici, sovrastato da un'edicola in muratura riportante tipiche decorazioni neogotiche.
 
Nel 1940 venne realizzata una recinzione in litocemento in sostituzione dell’originale cancellata in ferro battuto, smantellata per donare alla patria il metallo per fini bellici. Essa è stata demolita nel 1960 e nuovamente sostituita con una stilisticamente più coerente. Tuttavia i ferri battuti originali superstiti si ritrovano nel cancello principale e in quelli degli accessi pedonali, che riportano un decoro piuttosto fitto ed elaborato.
A completamento della decorazione, vi sono alcuni ferri battuti di elaborata fattura anche sulla cima del dongione angolare, dove svetta un segnavento, e sulle falde di copertura dei moduli più alti, nonché sullo stipite dell'accesso angolare principale, dove si trovatrovano affissaaffisse unadue targatarghe metallicametalliche recanterecanti la dicitura "Palazzotto Arduino" in caratteri gotici a rilievo.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 11-18}}.</ref>
 
== Trasporti ==