Utente:ArchImage74/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 14:
Nel cinema non esisteva ancora la possibilità di visionare immediatamente le scene girate, come accade oggi. Nel 1947 fu di grande aiuto l'invenzione delle istantanee Polaroid, che vennero usate sempre con parsimonia, visto l’alto costo. Insieme alla fotografia di scena furono inclusi anche questi scatti per rendere immediato il controllo delle scene principali e della loro sequenzialità.
 
Insieme alle fotografie di scena erano previsti anche degli scatti statici. Gli attori venivano richiamati sulla scena per riprodurre le pose del film. Questo tipo di fotografie vennero chiamate “posati”<ref name=":5">{{cita libro| nome=Antonio | cognome=Maraldi | titolo=Fotografi di scena del cinema italiano. Mario Tursi | anno=2005 | editore=Il ponte vecchio | città=Roma | ISBN=8883125088}}</ref> e sarebbero servite per manifesti e locandine. Negli anni ’50 questa tendenza diminuì, perché comparirono sui set cinematografici nuove figure di fotografi provenienti dalle agenzie di cronaca. Erano abituati a cogliere l’attimo, perciò non avrebbero avuto più bisogno dei “posati”. Fotografavano a ritmi incalzanti, vendendo i loro servizi ai giornali. Fornivano quotidianamente il lavoro svolto anche al regista che decideva le immagini giuste da trasformare in locandine per la promozione del film.
 
Intorno agli anni ’60 la fotografia di scena aumentò il proprio valore sociale grazie anche all’introduzione del fotoromanzo (con nuove tecniche di stampa) e del cineromanzo (utilizzando le foto di scena, che scorrendo in successione, raccontavano la pellicola). Questo utilizzo delle fotografie determinò un aumento significativo del loro valore. Non erano più semplici scatti documentaristici, ma vere opere di creatività supportate da nuove tecnologie. La conseguenza fu un aumento della domanda di immagini da parte del cinema e del teatro.