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===Atti notarili===
La storia di questo capoluogo si compone anche di [[Atto notarile|atti]], conservati presso l'[[Archivio di Stato di Ascoli Piceno]], gli stessi documenti che appartengono all'Archivio notarile di Arquata del Tronto.
====Atto notarile dell'anno 1579 per l'assegnazione della dote di donna Dania====
Il 12 [[aprile]] [[1579]] il [[notaio]] Joannes Baptista Cossetta, attivo in Arquata dal 1559 al 1600, ha ricevuto in forma scritta l'accordo matrimoniale per le nozze di donna Dania, sorella di Giavan Antonio Mancini, e Quintilio, figlio di Jo:Heronimus Papae, entrambi della «''Terra di Arquata''».
Alla stipula erano presenti, in qualità di testimoni, Simone Stefani Cosetta, Jeronimo Cosetta e Alessandro Feliciis Piccinini. Lo sposo si obbligava a condurre presso la propria casa la donna. A fornire e corrispondere la dote promessa di 100 [[Fiorino|fiorini]] si impegnava il fratello della sposa che versava, nell'immediato e come acconto, la somma di 30 fiorini. I restanti 70 si riservava di integrarli e corrispondenderli con il pagamento di 10 fiorini all'anno, da erogare durante il periodo del raccolto, iniziando dall'anno 1580. Giovan Antonio si faceva carico anche di dare alla sorella la «''cassa al solito arquatano''» ossia con adeguato corredo come si usa nel paese e «''panni''» sufficienti come se servissero a due donne. Si gravava, inoltre, dell'obbligo di «''supplire ò in panni o in denari ad ogni loro semplice regnitione così di Quintilio come di Donna Dania contentandosi il detto Quintilio che li cinque fiorini d'ordine della Comunità il detto Gio:Antonio habbia tempo a sborsarli fino a Natale prossimo le quali … ambo le parti promisero attendere et osservare sotto pena de vinticinque scudi da applicarsi equalmente alla Camera del Comune d'Arquata alle cose et altra parte osservare et così tenorono, obbligorono, renderono et rogarono me Notaro.''»<ref>D. Nanni, G. Lalli, Arquata e suo contado, ''op. cit.'', p. 22.</ref>
 
==Note==
<references/>