Everest: differenze tra le versioni
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==== Everest e K2 ====
Nel [[1987]], lo studioso italiano [[Ardito Desio]], sollecitato dalla curiosa notizia apparsa l'anno prima che uno statunitense, George Wallenstein, aveva rimisurato l'elevazione del [[K2]] con la nuova tecnologia satellitare che stava sviluppandosi in quegli anni, e che le elaborazioni dell'Università di Washington fornivano una quota presumibilmente compresa tra 29.064 ft / 8.859 m e 29.228 ft / 8.909 m, superiore addirittura a quella dell'Everest, organizza in breve tempo una spedizione in [[Asia]] per verificare la quota di entrambe le montagne (una nel [[Karakorum]], l'altra in [[Himalaya]]). Utilizzando in questo caso la nuova tecnologia satellitare per le quote dei campi base, e la tecnologia ottico-elettronica tradizionale per i rilevamenti delle cime, confermava che l'Everest conservava il suo primato. Restava però la necessità di verificare con tecniche moderne le quote effettive delle due montagne.
==== Misurazioni recenti ====
[[File:KhumbuIcefall.jpg|thumb|upright=1.1|[[Cascate Khumbu]]]]
Il livello del mare resta la superficie di riferimento per le misure di quota altimetrica. Tuttavia, osservazioni aeree e terrestri dimostrano che la superficie del mare, e quindi anche la sua estensione teorica sotto le terre emerse, vengono influenzate dalla vicinanza di grandi masse rocciose e di differente densità delle rocce stesse. Viene adottato quindi il [[geoide]], una superficie matematica di riferimento, “perpendicolare in ogni punto alla direzione della verticale, cioè alla direzione della forza di [[gravità]]” che, oltre a essere più costante nel tempo, tiene quindi anche conto dell'influenza delle masse delle montagne e della distribuzione delle rocce nella crosta terrestre. La superficie del geoide va tuttavia "costruita" in base a misure/anomalie di gravità, e presenta quindi tuttora un dettaglio talvolta insufficiente, soprattutto in certe aree montuose della Terra, per cui necessita di nuove misurazioni e comunque, anno per anno, anche di aggiornamenti, a causa dei movimenti continui delle masse rocciose della crosta terrestre e della redistribuzione di rocce, ghiacci e acque sulla superficie, fenomeni che fanno sì che anche il geoide cambi nel tempo.
Negli anni settanta erano stati inoltre messi in orbita dagli americani i primi [[satellite artificiale|satelliti]] per scopi militari, e negli anni ottanta si hanno i primi esperimenti di posizionamento geografico per usi civili, che porteranno gradualmente all'attuale sistema [[GPS]] (Global Positioning System), che utilizza appunto una rete dedicata di satelliti per il posizionamento geografico di un punto della superficie terrestre. Il GPS utilizza un suo modello matematico dell'andamento del livello del mare sotto le terre emerse che approssima in modo semplificato il geoide e che si chiama [[ellissoide di riferimento]]. Questa superficie teorica, utilizzata per definire la latitudine, longitudine ed elevazione sull'ellissoide di un qualsiasi punto, non considera tuttavia le variazioni locali di densità della crosta terrestre per cui, in un dato punto, esisterà uno scostamento, definito valore N di "separazione", appunto tra geoide ed ellissoide.
[[File:Hillary_Step_near_Everest_top.jpg|thumb|upright=1.1|[[Gradino Hillary|Hillary step]] (prima del crollo del 2015)]]
Nel [[1992]] l'alpinista francese [[Benoît Chamoux]], della spedizione scientifica italo-cinese Ev-K2-[[CNR]]/NNSM di [[Agostino Da Polenza]] ("allievo" di [[Ardito Desio]]), misura per la prima volta la quota dell'Everest anche con il GPS (e con un nuovo tentativo di verifica dello spessore della neve, con una sondina da valanga).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giorgio Poretti, Roberto Mandler|rivista=MontagnaNews|numero=1|anno=2012|titolo=160 anni di misure|url=http://www.montagna.tv/cms/wp-content/uploads/2012/04/MN-Everest-Ita_-bassa-def.pdf|p=2|accesso=11 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150925105642/http://www.montagna.tv/cms/wp-content/uploads/2012/04/MN-Everest-Ita_-bassa-def.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Utilizzando un valore N di separazione geoide-ellissoide pari a −25,14 m, la quota della cima nevosa, elaborata dal professor Giorgio Poretti, risulta essere di 8.848,65 ± 0,35 m. Lo spessore della neve risulta incerto per la possibile presenza di ghiaccio, ma vengono comunque attraversati oltre 2 metri di neve. Una nuova misurazione con GPS viene eseguita nel maggio [[1999]] da un gruppo di 9 alpinisti della American Everest Expedition del [[National Geographic]] organizzata da [[Bradford Washburn]], noto esploratore e cartografo, fondatore del Boston Museum of Science. Le elaborazioni forniscono un valore di 29.035,2 ft / 8.850 m mentre falliscono i tentativi (nel 1998 e nel 1999) di far arrivare in cima un nuovo strumento, un [[georadar]] (GPR Ground Penetrating Radar), in grado di individuare la cima rocciosa sepolta dalla neve.
Nel [[2004]], in occasione delle spedizioni scientifico-alpinistiche italiane all'Everest e al K2 (capospedizione nuovamente Agostino Da Polenza) per celebrare il cinquantenario della [[Spedizione al K2 del 1954|prima salita del K2]], viene effettuata tra l'altro una complessa rimisurazione della quota di vetta dell'Everest con GPS, accoppiato per la prima volta con un georadar sperimentale (un prototipo messo a punto dalla IDS di Pisa in collaborazione con l’Università di Trieste) che permette di rilevare sia la quota della copertura nevosa (con il GPS), sia la presenza della roccia sottostante. La mattina del 24 maggio gli alpinisti Claudio Bastrentaz, Alex Busca e [[Karl Unterkircher]] (tutti senza impiego dell'ossigeno), con [[Mario Merelli]], e con la collaborazione del sirdar nepalese Serap Jangbu [[Sherpa]] e di Lhapka Tshering Sherpa, raggiungono la cima dal versante Nord<ref>{{cita web|url=http://www.planetmountain.com/News/shownews4.lasso?l=1&keyid=34557|titolo=Cima dell'Everest per la spedizione K2-2004|editore=planetmountain.com|autore=Serafino Ripamonti|data=24 maggio 2004|accesso=9 marzo 2013}}</ref> e con la supervisione via radio dal campo base del Prof. Giorgio Poretti e del geologo Roberto Mandler, effettuano senza ossigeno e per oltre 2 ore un impegnativo rilievo con profili georadar sulla cresta, rilievo che comprende inoltre il contributo di un secondo GPS "master" fisso posizionato nei pressi della cima, un terzo strumento posizionato in precedenza al caposaldo cinese presso il [[campo base]] in Tibet, e un collegamento alla stazione GPS permanente presso il Laboratorio "Piramide Ev-K2-CNR" sul versante [[Nepal]]. Le elaborazioni successive, effettuate da G.Poretti, R.Mandler e M.Lipizer, e che considerano un valore N di separazione geoide-ellissoide aggiornato di −28,74 m, forniscono per la roccia sepolta una quota di 8.848,82 ± 0,23 m e uno spessore massimo della neve di {{TA|3,70 m}}, con una quota di 8.852,12 ± 0,12 m per la cresta nevosa sommitale.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giorgio Poretti, Roberto Mandler, Marco Lipizer|data=24 maggio 2004|titolo=L'altezza delle montagne: una nuova misura di quota del Monte Everest|url=http://www.sogestgeo.it/Ev-elevation/AltezzaEverest.pdf|accesso=8 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120901060344/http://www.sogestgeo.it/Ev-elevation/AltezzaEverest.pdf#|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Pyramid International Laboratory-Observatory - 01.jpg|upright=1.1|thumb|Il [[Laboratorio-Osservatorio Internazionale Piramide]], sede di molti studi scientifici sull'[[alta quota]]]]
Nel [[2005]] i cinesi effettuano un'ulteriore campagna di rilevamento con GPS, fissando l'altezza della montagna a 8.844,43 [[Livello del mare|s.l.m.]], con un margine d'errore calcolato di ± 0.21 m. Questa misura, riferita alla massima elevazione della roccia sepolta dalla neve, viene effettuata con la stessa strumentazione GPS/georadar utilizzata dalla spedizione italiana dell'anno precedente, ma applicando un nuovo valore N di separazione geoide-ellissoide di –25,199 m, misurando quindi lo spessore della neve e ricavando la quota della massima elevazione in roccia per differenza. La copertura nevosa risulta essere di circa 3,5 m, portando quindi la quota della vetta nevosa nuovamente a circa 8.848.
(Cap. “Altezza” a cura di Roberto Mandler e Giorgio Poretti, 2004-2022, UniTs)<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/scienza_e_tecnologia/altezever/altezever/altezever.html|titolo=Corretta dai cinesi l'altezza dell'Everest la montagna è più bassa di 3,7 metri|editore=repubblica.it|data=9 ottobre 2005|accesso=8 marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.montagna.tv/cms/?p=24393|titolo=Everest, quando l'altezza è un'opinione|editore=montagna.tv|data=11 ottobre 2005|accesso=8 marzo 2013}}</ref>
== Storia alpinistica ==
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