==== Carriera parlamentare ====
Cominciò così la sua lunga carriera in [[Parlamentoparlamento]], intervallatasi solamente durante la [[X legislatura del Regno d'Italia|X legislatura]] e conclusasi con la [[XIX legislatura del Regno d'Italia|XIX]]. Sebbene la sua elezione fosse arrivata con l'appoggio del ministro degli interni [[Ubaldino Peruzzi]], importante esponente toscano della [[Destra storica|Destra]], rientrò fin da subito nei ranghi della [[Sinistra storica|Sinistra]]. [[Camillo Antona Traversi]], nell'elogio funebre in memoria di Paolo Ercole, ritrae un politico estremamente modesto, che non chiese mai nessun favore e, anzi, rifiutò ogni cosa che gli venne offerta.
Nelle prime legislature passate all'opposizione fu membro di diverse commissioni; in questo periodo, inoltre, strinse una forte amicizia personale con [[Agostino Depretis]], che dopo la morte di [[Urbano Rattazzi]] divenne capo della Sinistra e, nel 1876, [[Presidentepresidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|Presidente del Consiglio dei ministri]]. La fama di Ercole crebbe col passare delle legislature, tanto da divenire una sorta di faro per i parlamentari più giovani ed inesperti, i quali trovavano in lui una guida smaliziata che li aiutava a districarsi nel complesso mondo istituzionale. Depretis, da presidente, si servì continuamente della profonda conoscenza di Ercole della prassi e della giurisprudenza parlamentare, nonché della esperienza che aveva maturato nelle varie legislature.
Ercole si impegnò sempre in battaglie liberali, volte a favorire gli umili: si ricordano, in particolare, quella contro la pena di morte, di fatto abolita nel 1877, e quella per l'allargamento della base elettorale, che si realizzò nella [[Legge elettorale italiana del 1882|legge elettorale del 1882]]. Il ruolo di Ercole in queste occasioni fu quello di vero e proprio portavoce alla Camera del Presidente del Consiglio.
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