Gatekeeping: differenze tra le versioni
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I primi studi del gatekeeping [White; Gieber] si concentravano sul gran numero di notizie che trovavano la strada sbarrata e sulle ragioni del rigetto. Tipica della ricerca di quegli anni era la tendenza a sottolineare il carattere soggettivo delle decisioni nella scelta delle notizie. In seguito, si è prestata maggiore attenzione alle influenze "organizzative" e a quelle "ideologiche". Le prime riguardano soprattutto le routine burocratiche, le seconde i valori e i condizionamenti che non sono soltanto individuali e personali ma che nascono anche dal contesto sociale e politico dell'attività informativa. Che le notizie siano fortemente influenzate dalla routine fu riconosciuto molto tempo dopo da Walter Lippman, quando scrisse: "senza standardizzazione, senza stereotipi, senza giudizi scontati, senza un crudele disprezzo per le sottigliezze, il giornalista morirebbe presto di eccitazione".
In termini professionali il gatekeeping, secondo Mauro Wolf, comprenderebbe
Il gatekeeping si basa su logiche differenti rispetto alla vera comunicazione; infatti, agisce in modo da far rispettare i limiti informativi imposti dal sistema, ma utilizza una serie di tecniche per impedire una presa di coscienza dei cittadini sulla realtà finanziaria, politica, economica, sanitaria (Covid) e mediatica. Un esempio di questo sistema in ambito giornalistico è rappresentato nel film ''[[Quarto potere]]'' di [[Orson Welles]], dove chi controlla i mezzi di informazione può agire sulla mentalità della massa, condizionandola e distraendola dalla realtà tramite notizie di minor importanza.<br />
Il gatekeeping è sempre più diffuso in ambito economico tramite lo sfruttamento della pubblicità a trecentosessanta gradi in tutti i mass media, e anche in ambito politico, per generare consensi intorno a figure o partiti politici e per discriminare gli oppositori.
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