Secondo triumvirato: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
PGS 1984 (discussione | contributi)
PGS 1984 (discussione | contributi)
Riga 3:
 
== Nomenclatura ==
La dizione di "secondo triumvirato" è in realtà impropria e moderna; scaturisce dalla definizione deldi "[[primo triumvirato]]" per descrivere il precedente accordo privato tra [[Cesare]], [[Pompeo]] e [[Marco Licinio Crasso|Crasso]] come "[[primo triumvirato]]". Questa doppia nomenclatura è ignota all'[[Umanesimo]] e appare per la prima volta a fine '600, per poi diffondersi nel [[XVIII secolo]]; gli odierni storici romani tendono a evitarla.
 
Nei fatti il "secondo" triumvirato (a differenza del "primo") fu una [[Magistratura (storia romana)|magistratura]] ufficiale, analoga ad altri tipi di [[triumvirato]] esistenti per tutta l'epoca repubblicana precedente, benché a differenza didei questiprimi fosse di tipo straordinario ed insignita dell'[[Imperium|''imperium maius'']].
 
== Antefatto ==
Riga 30:
Intanto [[Sesto Pompeo]], figlio dell'avversario di Cesare, con le forze pompeiane superstiti e una potente flotta, teneva sotto controllo Sicilia, Sardegna e Corsica, e la usava per razziare le coste dell'Italia meridionale seminando il terrore.
 
L'accordo era necessario soprattutto per Ottaviano, il quale voleva evitare di trovarsi fra due fuochi,: da una parte Antonio con 17 legioni (comprese quelle dategli da [[Marco Emilio Lepido|Lepido]], suo partigiano) e dall'altra le già ricordate forze dei cesaricidi in Oriente. Dall'incontro uscì una spartizione delle provincie, inizialmente a lui sfavorevole: ad Antonio sarebbe spettato il proconsolato nella Gallia Cisalpina e Comata, a Lepido la Gallia Narbonense e le Spagne, ad Ottaviano l'Africa, la Sicilia, la Sardegna e la Corsica (ma, si ricordi, le tre isole erano di fatto sotto il controllo di Sesto Pompeo).
 
Per reperire i fondi necessari per la campagna in Oriente e per vendicare la morte di Cesare, i tre redassero le "[[liste di proscrizione]]" degli avversari da eliminare ed incamerarne così i beni. A Roma e in Italia si scatenò quindi una caccia all'uomo senza eguali e in molti casi più feroce e indiscriminata di quella operata dopo la vittoria di [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] su [[Gaio Mario]]. Molte furono le vittime illustri: ben 300 senatori caddero sotto i colpi degli assassini e 2000 [[Cavalleria (storia romana)|cavalieri]] ne seguirono la sorte. Tra questi fu anche Cicerone, al quale Antonio non aveva perdonato le orazioni contro di lui, raccolte nelle ''[[Filippiche (Cicerone)|Filippiche]]''. Ottaviano, pur essendo stato protetto e incoraggiato dal grande intellettuale latino, non fece nulla per salvargli la vita. Altra barbarie decisa dai triumviri fu l'uso di appendere ai [[rostri]] del foro le teste dei nemici uccisi e di dare una ricompensa proporzionale a chi le portava: 25.000 denari agli uomini liberi, 10.000 agli schiavi con l'aggiunta della [[manomissione]] e della [[Cittadinanza romana|cittadinanza]]<ref>AA.VV. La storia, op. cit., p. 405</ref>.
Dall'incontro uscì una spartizione delle provincie, inizialmente a lui sfavorevole: ad Antonio sarebbe spettato il proconsolato nella Gallia Cisalpina e Comata, a Lepido la Gallia Narbonense e le Spagne, ad Ottaviano l'Africa, la Sicilia, la Sardegna e la Corsica.
 
Per reperire i fondi necessari per la campagna in Oriente e per vendicare la morte di Cesare, i tre redassero le "[[liste di proscrizione]]" degli avversari da eliminare ed incamerarne così i beni. A Roma e in Italia si scatenò quindi una caccia all'uomo senza eguali e in molti casi più feroce e indiscriminata di quella operata dopo la vittoria di [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] su [[Gaio Mario]]. Molte furono le vittime illustri: ben 300 senatori caddero sotto i colpi degli assassini e 2000 [[Cavalleria (storia romana)|cavalieri]] ne seguirono la sorte.
 
Tra questi fu anche Cicerone, al quale Antonio non aveva perdonato le orazioni contro di lui, raccolte nelle ''[[Filippiche (Cicerone)|Filippiche]]''. Ottaviano, pur essendo stato protetto e incoraggiato dal grande intellettuale latino, non fece nulla per salvargli la vita. Altra barbarie decisa dai triumviri fu l'uso di appendere ai [[rostri]] del foro le teste dei nemici uccisi e di dare una ricompensa proporzionale a chi le portava: 25.000 denari agli uomini liberi, 10.000 agli schiavi con l'aggiunta della [[manomissione]] e della cittadinanza<ref>AA.VV. La storia, op. cit., p. 405</ref>.
 
=== I tre uomini del triumvirato ===
Riga 51 ⟶ 47:
 
== Lo scontro con i cesaricidi e Sesto Pompeo ==
Il patto permise ai tre di prendere il controllo politico dell'Italia e di tutto l'Occidente romano. Dopo le proscrizioni, molti ottimati si rifugiarono o presso i cesaricidi, che stavano organizzando una grossa spedizione contro i triumviri, o presso [[Sesto Pompeo]]. La sconfitta dei nemici comuni a Filippi e Nauloco consegnò l'intero impero in mano ad Ottaviano e Antonio.
 
=== Battaglia di Filippi ===
Riga 57 ⟶ 53:
Avendo dimostrato di non avere un piano politico ben preciso dopo l'eliminazione di Cesare, i congiurati, presi di sorpresa dalla reazione dei cesariani, fuggirono dall'Italia. Ciò fu dovuto anche dall'atteggiamento minaccioso assunto dai veterani del dittatore appena ucciso. Essi erano ansiosi di ricevere il compenso (ossia l'assegnazione di un appezzamento da coltivare) per i loro servigi. A complicare la situazione per i cesaricidi contribuì anche la lettura del testamento di Cesare, fatta fare in pubblico da [[Marco Antonio]] in occasione delle sue grandiose esequie: 300 sesterzi a testa per i veterani, più le varie disposizioni in favore di questi ultimi e delle classi popolari.
 
[[Marco Giunio Bruto]] e [[Cassio Longino]] si rifugiarono in Macedonia, dove arruolarono un'imponente armata – 19 legioni (ca. 80.000 uomini) – pronta a passare l'[[Adriatico]]. [[Decimo Bruto]], invece, si rifugiò in [[Gallia Cisalpina]], assegnatagli come provincia da governare. Dopo [[battaglia di Modena|Modena]], vista la situazione peggiorare per lui di giorno in giorno (sia per la diserzione in massa dei suoi legionari in favore d'di Ottaviano, sia perché ormai si trovava isolato dagli altri cesaricidi), Bruto decise di muoversi verso la Macedonia, ma fu ucciso da un gallo fedele ad Antonio.
[[File:Philippi 1st battle map.jpg|miniatura|La prima fase della battaglia di Filippi]]
Intanto Antonio e Ottaviano, mentre si accordavano e si spartivano le zone d'influenza in Occidente con Lepido, senza preoccuparsi del blocco navale di Sesto Pompeo, trasferirono anch'essi 19 legioni in [[Grecia]]. Lo scontro fra i due eserciti avvenne nell'ottobre 42 a.C. a [[Filippi]], sulla [[via Egnazia]]. La battaglia si svolse in due fasi distinte, combattute rispettivamente il 3 e il 23 ottobre.