Eraclea: differenze tra le versioni

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Storia: Corretta forma arcaica del nome del fiume Piave utilizzata solo dagli anziani del posto
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L'attuale abitato fu fondato attorno alla metà del [[XVII secolo]] (poco dopo la [[guerra di Candia]]) come Grisolèra. La località, in parte bonificata dalla [[Serenissima]], era così chiamata perché ancora circondata da [[palude|paludi]] e [[Phragmites australis|canne palustri]], chiamate appunto ''grixiòłe'' per il colore grigio del pennacchio. Il territorio, incassato fra l'ultimo tratto del fiume [[Piave]] e quello del fiume [[Livenza]], rimase poco popolato sino alle bonifiche degli [[anni 1930|anni trenta]], non solo a causa del territorio paludoso, ma anche per la [[malaria]] endemica. Basti ricordare che, fino all'inizio dell'opera di prosciugamento delle paludi, l'82% del territorio comunale era occupato da specchi d'acqua, canali, canneti e paludi.
 
Agli inizi del [[XVIII secolo|Settecento]], nella zona dell'attuale piazza Garibaldi, presso l'argine delladel Piave, venne costruita una chiesa intitolata all'[[Immacolata concezione|Immacolata]] e al [[Madonna del Rosario|Rosario]], divenendo parrocchia il 4 ottobre [[1728]]. Grisolera divenne comune autonomo nel [[1806]] con l'istituzione del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] controllato da [[Napoleone I|Napoleone]]. Con la nascita del [[Regno Lombardo-Veneto]] nel [[1815]], il comune venne soppresso e il suo territorio diviso tra [[San Donà di Piave|San Donà]] e [[Jesolo|Cavazuccherina]] perché vi si contavano appena 1.018 abitanti. Nel [[1818]] ritornò comune autonomo.
 
Dal [[1866]] comune del nuovo [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], Grisolera fu occupata dall'esercito [[Impero austro-ungarico|austroungarico]] in seguito all'[[Battaglia di Caporetto|offensiva di Caporetto]] fino alla liberazione seguita alla [[battaglia di Vittorio Veneto]].<br />La linea del fronte si assesto sull'argine del [[Piave]], lungo il confine ovest di Eraclea, dalla fine della battaglia del Solstizio (22 luglio 1918) fino alla ritirata austro-ungarica successiva allo sfondamento della battaglia di Vittorio Veneto (4 novembre 1918).