Storia della scienza: differenze tra le versioni
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[[File:Map of Medieval Universities.jpg|thumb|left|Mappa delle [[Università nel Medioevo|università medievali]].]]
La nascita delle Università in Occidente fu un evento decisivo per lo sviluppo della [[filosofia scolastica]], che oltre alla [[teologia]] si proponeva lo studio della natura per conoscere le leggi iscritte da Dio nella creazione, le quali avrebbero consentito di elevare sempre più in alto l'intelligenza umana. In quest'ambito valevano come ''auctoritas'' anche filosofi dell'epoca greca e persino pensatori di origine [[islam]]ica.<ref>Ubaldo Nicola, ''Atlante illustrato di filosofia'', Demetra, 2000, pag. 206.</ref> Due furono in particolare le scuole di pensiero, attestate peraltro su posizioni alquanto distanti tra di loro, che elaborarono ognuna un proprio [[metodo scientifico]]: quella di Parigi, facente capo ad [[Alberto Magno]], seguito dal suo discepolo [[Tommaso d'Aquino]], e quella di Oxford, dove fu attivo [[Ruggero Bacone]].<ref>James A. Weisheipl, ''Alberto Magno e le Scienze'', pag. 6, trad. it. di Alberto Strumia, Bologna, ESD, 1994: il significato attribuito da Tommaso all'"''analogia entis''", per sottolineare che le relazioni intercorrenti in quella scala ascendente dagli enti naturali fino a Dio fossero da intendere non in modo meramente logico, ma in chiave appunto analogica, cioè nel senso della similitudine, rimase di fatto estranea alla scuola di Oxford, ed anche in seguito non verrà più assimilata dallo sviluppo futuro della concezione scientifica.</ref> Costoro, pur restando fedeli al metodo aristotelico, si occuparono di [[filosofia della natura]] basandosi sulle osservazioni degli eventi e contestando alcuni elementi [[anti-scienza|anti-scientifici]] del [[pensiero greco]]. Tommaso in particolare, noto per aver riformulato in chiave nuova la concezione aristotelica della [[verità]] come [[Adaequatio rei et intellectus|corrispondenza]] dell'[[intelletto]] alla [[realtà]],<ref>Il logico e matematico [[Alfred Tarski]] ha posto la concezione aristotelico-tomista dell'''adequatio rei et intellectus'' a fondamento della moderna concezione semantica della verità (cfr. ''Enciclopedia Treccani'' alla voce "Alfred Tarski"). «La concezione della verità come corrispondenza (''adaequatio'') oltre che da Tommaso d'Aquino è condivisa da tutti coloro che hanno una concezione [[realismo (filosofia)|realistica]] della [[conoscenza]], sia nella versione platonica (Platone, Agostino, Popper), sia in quella aristotelica (Aristotele, Tommaso d'Aquino, Tarski), oppure una concezione fenomenistica (Kant)» (cit. da [[Battista Mondin]], ''Manuale di filosofia sistematica: Cosmologia. Epistemologia'', vol. I, pag. 263, Bologna, ESD, 1999).</ref> sviluppò il concetto di ''[[analogia entis|analogia]]'' e di ''[[Astrazione (filosofia)|astrazione]]'', il cui utilizzo è rintracciabile tuttora in più recenti scoperte scientifiche.<ref>F. Bertelè, A. Olmi, A. Salucci, A. Strumia, ''Scienza, analogia, astrazione. Tommaso d'Aquino e le scienze della complessità'', Padova, Il Poligrafo, 1999.</ref>
Nei secoli successivi al XIII, nelle Università di tutta Europa tanto venne seminato e molto maturerà lentamente ma con una particolare accelerazione e discontinuità dopo l'invenzione della [[stampa]], che diverrà un efficace vettore per la diffusione delle idee, dei lavori di ricerca e delle scoperte scientifiche, fino alla fioritura del Rinascimento.
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==Voci correlate==
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* [[Antiscienza]]
* [[Far uscire il genio dalla bottiglia]]▼
* [[Filosofia della scienza]]▼
* [[Storia dell'astronomia]]
* [[Storia della biologia]]
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* [[Storia della tecnologia]]
* [[Storia delle scienze agrarie]]
▲* [[Far uscire il genio dalla bottiglia]]
▲* [[Filosofia della scienza]]
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