Marchesato del Monferrato: differenze tra le versioni

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Anno di inizio della dinastia Gonzaga: 1533->1536
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Gli Aleramici: semplificato linguaggio
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* [[Bonifacio I del Monferrato|Bonifacio]], nominato marchese dopo la partenza di Corrado, fu chiamato a guidare la [[quarta crociata]] e, di conseguenza, comandò l'[[Assedio di Costantinopoli (1204)|assedio latino di Costantinopoli]]; sfiorata la nomina a [[Impero latino di Costantinopoli|Imperatore latino di Costantinopoli]], Bonifacio ottenne il [[regno di Tessalonica]], ma pochi anni più tardi venne ucciso in un'imboscata tesagli dai [[Secondo Impero bulgaro|Bulgari]] dello [[Kalojan di Bulgaria|zar Kalojan]].
 
In seguito a queste sventurate vicende i discendenti di Bonifacio furono costretti ad abbandonare i sogni di gloria in Oriente. Lo scenario politico italiano del [[XIII secolo]] fu caratterizzato dal conflitto tra [[guelfi e ghibellini]], e i marchesi di Monferrato si distinsero per la sfrontata capacità di allearsi con una parte o con l'altra in caso di problemi di politica estera o per semplice tornaconto. I marchesi [[Guglielmo VI del Monferrato|Guglielmo VI]] e [[Bonifacio II degli Aleramici|Bonifacio II]] si concentrarono principalmente a contrastare i comuni di [[Repubblica Astese (1095)|Asti]] e Alessandria, che accrescevano continuamente la loro potenza ai danni del marchesato; nel 1253, pochi giorni prima della sua morte, Bonifacio II fu insignito da [[Corrado IV di Svevia]] del dominio sul potente comune di [[Casale Monferrato|Casale]]. Fu suo figlio [[Guglielmo VII del Monferrato|Guglielmo VII]] a riconquistare per il Monferrato un ruolo centrale nella geopolitica italiana: cominciò il suo governo alleato con la parte guelfa, conquistò rapidamente [[Nizza Monferrato|Nizza della Paglia]] e rivolse le sue mire espansionistiche verso [[Ivrea]] e il [[Canavese]]; tuttavia, l'enorme accentramento di potere che stava convergendo nelle mani del [[Contea di Provenza|conte di Provenza]] [[Carlo I d'Angiò]], il quale in pochi anni sottomise numerosi comuni del Piemonte meridionale e conquistò il [[Regno di Sicilia]], convinse Guglielmo ad allearsi con i ghibellini, sposando [[Beatrice di Castiglia (1254-1280)|Beatrice]], figlia di [[Alfonso X di Castiglia|Alfonso X]], [[Regno di Castiglia e León|re di Castiglia]] e pretendente al trono imperiale. Quando anche Ivrea, nel 1271, fece atto di dedizione a Carlo d'Angiò, il marchese si convinse alla guerra e, alleato dei comuni di Asti, [[Repubblica di Genova|Genova]] e [[Pavia]], ottenne una decisiva vittoria presso [[Roccavione]], estromettendo gli [[Angioini#Seconda_dinastia_angioina|Angioini]] dal Piemonte<ref>Carlo Merkel, ''Un quarto di secolo di vita comunale e le origini della dominaz. angioina in Piemonte'', Torino, 1890</ref>. Gran parte dei comuni precedentemente sottomessi a Carlo d'Angiò si rivolse allora a Guglielmo VII: negli anni successivi il marchese fu nominato signore e capitano di Alessandria, Asti, [[Repubblica di Genova|Genova]], Pavia, [[Signoria di Milano|Milano]], [[Pavia]], [[Torino]], [[Vercelli]] e molti altri comuni, diventando il principale esponente italiano della parte ghibellina.
 
La sua egemonia militare, però, non era destinata a durare: i nobili astigiani furono i primi a ribellarsi, seguiti da [[Tommaso III di Savoia]], che, considerandosi il legittimo sovrano di Torino, se ne riappropriò imprigionando Guglielmo mentre attraversava le Alpi per recarsi dal suocero Alfonso di Castiglia; fu poi il turno dei [[Visconti]], che lo estromisero dalla signoria di Milano. La precipitosa rovina del suo potere sembrò rallentare con la conquista di [[Alba (Italia)|Alba]] e il matrimonio di sua figlia [[Violante di Monferrato|Violante]] con l'imperatore bizantino [[Andronico II Paleologo]], ma anche Alessandria, corrotta dagli astigiani con l'enorme somma di 85.000 fiorini d'oro, si rivoltò. Nel 1292 Guglielmo si spinse in armi fino alla città ottenendo la capitolazione degli alessandrini, ma questi lo imprigionarono disonorevolmente durante le trattative di resa e lo lasciarono morire di fame rinchiuso in una gabbia di ferro. La morte improvvisa del principale comandante militare del nord Italia lasciò un gran numero di comuni indifesi; alcuni di questi si rivolsero ai [[Casa Savoia|Savoia]] (rappresentati in Italia dal [[ramo cadetto]] degli [[Savoia-Acaia|Acaja]]), ma la maggior parte fu sottomessa da [[Matteo I Visconti]].