Circe: differenze tra le versioni

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==Circe: dea o maga?==
La figura di Circe appare per la prima volta nell'Odissea dove viene chiaramente e ripetutamente indicata come deamaga.
Questa deamaga, figlia di [[Elio (divinità)|Elio]], il dio Sole e della ninfa oceanina, [[Perseide]], ha il potere di preparare dei potenti "pharmaka" con i quali trasforma a sua volontà gli uomini in animali. Tale trasformazione non fa perdere agli sventurati il proprio ''noos'' (consapevolezza).
 
Il termine e la nozione greca di ''mágos'' era del tutto sconosciuto all'autore dell'''Odissea'' in quanto introdotto secoli dopo da Erodoto per indicare i sacerdoti persiani.
 
Con il termine moderno di "magomaga" si indica comunemente un personaggio che esercita la magia, gli incantesimi, che prepara potenti "pozioni" magiche, un essere dotato di poteri soprannaturali. Tale termine entra in lingua italiana già prima del XIV secolo proveniente dal latino ''magus'', a sua volta dal greco antico ''mágos'', a sua volta dall'alto persiano ''maguš''. Se l'etimologia è chiara e diretta, i significati nell'antichità erano molto diversi da quelli moderni.
 
{{citazione|Nel caso della cultura greca e di quella romana, tuttavia, è proprio sul piano linguistico che si annida il rischio maggiore: data l'origine greco-romana del termine "magia" (''mageia'' in greco, ''magia'' in latino), si potrebbe infatti essere portati ad attribuire, fosse anche inconsapevolmente, alle parole antiche un significato moderno, estraneo al loro orizzonte culturale.|Marcello Carastro}}