Arduino d'Ivrea: differenze tra le versioni

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Il 14 dicembre [[1015]]<ref name="DBI" /> Arduino morì nell'[[abbazia di Fruttuaria]] e fu tumulato nell'[[altare maggiore]] della chiesa abbaziale, ove per secoli fu venerato da [[monaci]] e [[pellegrinaggio|pellegrini]]. [[Tietmaro di Merseburgo|Tietmaro]] riferisce che la sua morte avvenne il 30 ottobre del medesimo anno<ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo|Tietmaro]]|traduttore=Matteo Taddei|titolo=Cronaca di Tietmaro|collana=Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo|editore=Pisa University Press|p=205|capitolo=Libro VII, 24|ISBN=978-8833390857}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Tietmaro di Merseburgo]]|curatore=Piero Bugiani|traduttore=Piero Bugiani|titolo=Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni|collana=Bifröst|anno=2020|editore=Vocifuoriscena|città=Viterbo|p=575|capitolo=Libro VII, 24 (17.)|ISBN=978-88-99959-29-6}}</ref>, ma la storiografia ha ritenuto più precisa la data del 14 dicembre, morte registrata dall'obituario dell'[[Abbazia di San Benigno (Digione)|abbazia di San Benigno]] di [[Digione]] per volere dell'abate [[Guglielmo da Volpiano|Guglielmo]], fondatore di Frutturaria<ref>{{Cita libro|autore=Alfredo Lucioni|curatore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=31, nota 19|capitolo=Re Arduino il contesto religioso: monachesimo e vescovi fra inimicizie e protezioni|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>.
 
Nonostante la sua morte, i suoi fedeli, con l'aiuto contingente aiuto del marchese [[Olderico Manfredi II|Olderico Manfredi]], rimasero compatti e riuscirono nel 1016 ad occupare Ivrea scacciandone il vescovo<ref name=":02">{{Cita libro|autore=Gian Savino Pene Vidari|curatore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|pp=104-106|capitolo=Canavese, Arduino. Aspetti socio-istituzionali|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>. La marca di Ivrea non ebbe più un titolare, data la ricerca di indipendenza delle diocesi di Vercelli e Novara, unitamente alla più debole diocesi di Ivrea, ostacolata quest'ultima dalla stirpe discendente di Arduino<ref name=":02" />.
 
== Matrimonio e figli ==
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*[[Arduino II d'Ivrea|Arduino]] (detto anche Ardicino), da taluni considerato successore del padre alla marca d'Ivrea nel 999<ref name="EBU" />, ma oggi considerato improbabile<ref name=":8" />;
* Ottone, citato in un diploma tramesso in una copia seicentesca, in cui Arduino diede il suo assenso ad una donazione da parte del suddetto figlio di un complesso fondiario alla diocesi di Pavia retta dal nuovo vescovo Rainaldo<ref name=":9" />;
* Guiberto, che, assieme ai fratelli, tentò un'alleanza provvisoria poco dopo la morte del loro padre con il marchese di Torino [[Olderico Manfredi II|Olderico Manfredi]], che si fa giurare fedeltà agli abitanti di Ivrea<ref>{{Cita libro|autore=[[Giuseppe Sergi (storico)|Giuseppe Sergi]]|curatore=[[Giuseppe Sergi (storico)|Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=22|capitolo=Arduino, la vicenda di un anomalo marchese-re|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref> nel 1016<ref name=":02" />.
 
==La sua figura==