Arduino d'Ivrea: differenze tra le versioni
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* Ottone, citato in un diploma tramesso in una copia seicentesca, in cui Arduino diede il suo assenso ad una donazione da parte del suddetto figlio di un complesso fondiario alla diocesi di Pavia retta dal nuovo vescovo Rainaldo<ref name=":9" />;
* Guiberto, che, assieme ai fratelli, tentò un'alleanza provvisoria poco dopo la morte del loro padre con il marchese di Torino [[Olderico Manfredi II|Olderico Manfredi]], che si fa giurare fedeltà agli abitanti di Ivrea<ref>{{Cita libro|autore=[[Giuseppe Sergi (storico)|Giuseppe Sergi]]|curatore=[[Giuseppe Sergi (storico)|Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=22|capitolo=Arduino, la vicenda di un anomalo marchese-re|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref> nel 1016<ref name=":02" />.
==La sua figura==▼
La cultura e la [[storiografia]] romantica hanno reso popolare la figura di Arduino di Ivrea, vedendo in lui un esponente precoce della lotta per la liberazione dell'Italia dalle catene della dominazione straniera, attribuendo un significato simbolico alla sua nomina a [[Sovrani d'Italia#Ottoni di Sassonia (962–1024)|re d'Italia]]. In realtà non c'era in lui nessuna coscienza nazionale.▼
Per contro, la [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], memore delle sanguinarie scorribande di Arduino contro i [[Diocesi di Ivrea|vescovi di Ivrea]] e di [[Arcidiocesi di Vercelli|Vercelli]], aveva teso in passato a ridimensionarne la statura politica e militare, vedendo nelle sue gesta la mera brama di potere e la mancanza di rispetto per le prerogative ecclesiastiche.▼
La figura di Arduino esce da tali opposte interpretazioni, quando la si inquadra nel contesto storico del [[X secolo|X]]-[[XI secolo]] e delle acerrime lotte per il potere che coinvolsero l'intera struttura di potere ai tempi dell'[[Sacro Romano Impero|impero romanico-germanico]] degli [[Dinastia ottoniana|Ottoni]]. Risulta per altro verso che Arduino ebbe buoni rapporti con vescovi e abati della sua area d'influenza▼
== Le vicende delle spoglie mortali di Arduino ==
[[File:Castello Masino 02.JPG|left|thumb|Il [[castello di Masino]] dove sono conservate le spoglie di Arduino]]
Nel 1525 il cardinale [[Bonifacio Ferrero]], abate di Fruttuaria, considerava indegno il fatto che le ceneri di Arduino, scomunicato in vita dal vescovo d'Ivrea, fossero conservate come preziose reliquie sotto l'altare maggiore dell'abbazia e venisse a loro un vero e proprio culto, come se fosse un santo. Decise dunque di violare il sepolcro e di seppellire in terra sconsacrata le ceneri che si erano conservate<ref name=":10">{{Cita libro|autore=Umberto Levra|curatore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|pp=123-126|capitolo=Il mito risorgimentale e «italiano» di re Arduino|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>.
Nel 1658 il conte [[Filippo San Martino di Agliè|Filippo di San Martino di Agliè]], favorito della reggente del ducato di Savoia [[Cristina di Borbone-Francia]] e celebre commediografo che pretendeva di discendere da re Arduino, chiese all'abate Paolo Grato Gromo di Ternengo di poter riesumare i resti di Arduino dall'orto del monastero e di poterle trasportare nel suo [[Castello Ducale di Agliè|castello di Agliè]]. Il conte non era nuovo ad atti di tal tipo, tanto che l'anno precedente aveva ottenuto le presunte ceneri di [[Anscario I|Attone Anscario]], morto nell'898 e capostipite dei marchesi d'Ivrea, e le aveva sepolte nella [[Pieve di San Lorenzo (Settimo Vittone)|chiesa di San Lorenzo]] in Castello a [[Settimo Vittone]]<ref name=":10" />.
Nel 1764 il castello di Aglié venne acquistato da [[Carlo Emanuele III di Savoia]], ai quali nulla importava delle spoglie di Arduino, ed esse, dato il valore genealogico ormai assunto da Arduino per i nobili del Canavese, passarono ai [[Conti San Martino di Strambino|San Martino]], poi ai [[Valperga (famiglia)|Valperga]] di Masino. Nel 1769 i resti furono trafugati dalla marchesa Cristina di Saluzzo Miolans, moglie del precedente proprietario del castello di Aglié e marchese Giuseppe di San Martino, fosse anche amante riamata del conte [[Carlo Francesco di Valperga|Francesco Valperga di Masino]]<ref name=":10" />.
Racconta il Giacosa che: <br />
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La storia si inserisce con evidenza nelle strategie di nobilitazione dinastica perseguite con frequenza nel passato e testimonia la grande popolarità di cui ha continuato a godere in [[Canavese]] la figura di re Arduino, sospesa tra storia e leggenda.
▲==La sua figura==
▲La cultura e la [[storiografia]] romantica hanno reso popolare la figura di Arduino di Ivrea, vedendo in lui un esponente precoce della lotta per la liberazione dell'Italia dalle catene della dominazione straniera, attribuendo un significato simbolico alla sua nomina a [[Sovrani d'Italia#Ottoni di Sassonia (962–1024)|re d'Italia]]. In realtà non c'era in lui nessuna coscienza nazionale.
▲Per contro, la [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], memore delle sanguinarie scorribande di Arduino contro i [[Diocesi di Ivrea|vescovi di Ivrea]] e di [[Arcidiocesi di Vercelli|Vercelli]], aveva teso in passato a ridimensionarne la statura politica e militare, vedendo nelle sue gesta la mera brama di potere e la mancanza di rispetto per le prerogative ecclesiastiche.
▲La figura di Arduino esce da tali opposte interpretazioni, quando la si inquadra nel contesto storico del [[X secolo|X]]-[[XI secolo]] e delle acerrime lotte per il potere che coinvolsero l'intera struttura di potere ai tempi dell'[[Sacro Romano Impero|impero romanico-germanico]] degli [[Dinastia ottoniana|Ottoni]]. Risulta per altro verso che Arduino ebbe buoni rapporti con vescovi e abati della sua area d'influenza
== La figura di Arduino nel folclore del Canavese ==
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