Arduino d'Ivrea: differenze tra le versioni

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* Guiberto, che, assieme ai fratelli, tentò un'alleanza provvisoria poco dopo la morte del loro padre con il marchese di Torino [[Olderico Manfredi II|Olderico Manfredi]], che si fa giurare fedeltà agli abitanti di Ivrea<ref>{{Cita libro|autore=[[Giuseppe Sergi (storico)|Giuseppe Sergi]]|curatore=[[Giuseppe Sergi (storico)|Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|p=22|capitolo=Arduino, la vicenda di un anomalo marchese-re|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref> nel 1016<ref name=":02" />.
 
== Le vicende delle spoglie mortali di Arduino ==
[[File:Castello Masino 02.JPG|left|thumb|Il [[castello di Masino]] dove sono conservate le spoglie di Arduino]]
 
Nel 1525 il cardinale [[Bonifacio Ferrero]], abate di Fruttuaria, considerava indegno il fatto che le ceneri di Arduino, scomunicato in vita dal vescovo d'Ivrea, fossero conservate come preziose reliquie sotto l'altare maggiore dell'abbazia e venisse a loro un vero e proprio culto, come se fosse un santo. Decise dunque di violare il sepolcro e di seppellire in terra sconsacrata le ceneri che si erano conservate<ref name=":10">{{Cita libro|autore=Umberto Levra|curatore=[[Giuseppe Sergi]]|titolo=Arduino fra storia e mito|editore=[[il Mulino]]|città=[[Bologna]]|pp=123-126127|capitolo=Il mito risorgimentale e «italiano» di re Arduino|ISBN=978-88-15-27837-1}}</ref>.
 
Nel 1658 il conte [[Filippo San Martino di Agliè|Filippo di San Martino di Agliè]], favorito della reggente del ducato di Savoia [[Cristina di Borbone-Francia]] e celebre commediografo che pretendeva di discendere da re Arduino, chiese all'abate Paolo Grato Gromo di Ternengo di poter riesumare i resti di Arduino dall'orto del monastero e di poterle trasportare nel suo [[Castello Ducale di Agliè|castello di Agliè]]. Il conte non era nuovo ad atti di tal tipo, tanto che l'anno precedente aveva ottenuto le presunte ceneri di [[Anscario I|Attone Anscario]], morto nell'898 e capostipite dei marchesi d'Ivrea, e le aveva sepolte nella [[Pieve di San Lorenzo (Settimo Vittone)|chiesa di San Lorenzo]] in Castello a [[Settimo Vittone]]<ref name=":10" />.
 
Nel 1764 il castello di Aglié venne acquistato da [[Carlo Emanuele III di Savoia]], aial qualiquale nulla importava delle spoglie di Arduino, ed esse, dato il valore genealogico ormai assunto da Arduino per i nobili del Canavese, passarono ai [[Conti San Martino di Strambino|San Martino]], poi ai [[Valperga (famiglia)|Valperga]] di Masino. Nel 1769 i resti furono trafugati dalla marchesa Cristina di Saluzzo Miolans, moglie del precedente proprietario del castello di Aglié e marchese Giuseppe di San Martino, fosse anche amante riamata del conte [[Carlo Francesco di Valperga|Francesco Valperga di Masino]]<ref name=":10" />.
 
Racconta il Giacosa che: <br />
{{Citazione|...Al conte di Masino coceva il pensiero di quelle poche ceneri, già tolte alla sacra volta e ai canti della chiesa, già rapite alla ferace terra di Fruttuaria, mal guardate e cadute ora... a tale padrone, cui non le consacrava nessun vincolo di sangue, nessuna ragione né di nome né di memorie. Però le sue alte cariche non gli permettevano aperta dimostrazione, né la remotissima agnazione potevagli attribuire il diritto di rivendicare le spoglie mortali del grande antenato. Chiudeva nell'animo la pietosa ira, alla quale era conforto l'amore della marchesa e il sapernela partecipe. Ma la pietà femminile è industre e temeraria...}}
Cristina,La percassetta amorecon dile Francescopresunte eceneri perdi dispettoArduino versofurono iquindi Savoia,portate fecedalla inmarchesa modo di introdursi nelpresso [[castello Ducale di AglièMasino]], trafugaredi laproprietà cassetta con i resti di Arduinodell'amante e trasportarla"legittimo" aldiscendente [[castello di Masino]], presso i suoi "legittimi"del discendentisovrano. Nella cappella di questo castello, (ora di proprietà del [[Fondo per l'Ambiente Italiano|F.A.I.FAI]]), le spoglie mortali di re Arduino riposano finalmente in pace ancora oggi<ref name=":10" />.
 
La storia si inserisce con evidenza nelle strategie di nobilitazione dinastica perseguite con frequenza nel passato e testimonia la grande popolarità di cui ha continuato a godere in [[Canavese]] la figura di re Arduino, sospesa tra storia e leggenda.