Arduino d'Ivrea: differenze tra le versioni

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Nel 1764 il castello di Aglié venne acquistato da [[Carlo Emanuele III di Savoia]], al quale nulla importava delle spoglie di Arduino. Nel 1769 i resti furono trafugati dalla marchesa Cristina di Saluzzo Miolans, moglie del precedente proprietario del castello di Aglié e marchese Giuseppe di San Martino, amante del conte [[Carlo Francesco di Valperga|Francesco Valperga di Masino]]<ref name=":10" />.
 
Racconta il[[Giuseppe Giacosa]] che: <br />
{{Citazione|...Al conte di Masino coceva il pensiero di quelle poche ceneri, già tolte alla sacra volta e ai canti della chiesa, già rapite alla ferace terra di Fruttuaria, mal guardate e cadute ora... a tale padrone, cui non le consacrava nessun vincolo di sangue, nessuna ragione né di nome né di memorie. Però le sue alte cariche non gli permettevano aperta dimostrazione, né la remotissima agnazione potevagli attribuire il diritto di rivendicare le spoglie mortali del grande antenato. Chiudeva nell'animo la pietosa ira, alla quale era conforto l'amore della marchesa e il sapernela partecipe. Ma la pietà femminile è industre e temeraria...}}
La cassetta con le presunte ceneri di Arduino furono quindi portate dalla marchesa presso [[castello di Masino]], di proprietà dell'amante e "legittimo" discendente del sovrano. Nella cappella di questo castello, ora di proprietà del [[Fondo per l'Ambiente Italiano|FAI]], le spoglie mortali di re Arduino riposano finalmente in pace ancora oggi<ref name=":10" />.
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Per contro, la [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], memore delle sanguinarie scorribande di Arduino contro i [[Diocesi di Ivrea|vescovi di Ivrea]] e di [[Arcidiocesi di Vercelli|Vercelli]], aveva teso in passato a ridimensionarne la statura politica e militare, vedendo nelle sue gesta la mera brama di potere e la mancanza di rispetto per le prerogative ecclesiastiche.
La figura di Arduino esce da tali opposte interpretazioni, quando la si inquadra nel contesto storico del [[X secolo|X]]-[[XI secolo]] e delle acerrime lotte per il potere che coinvolsero l'intera struttura di potere ai tempi dell'[[Sacro Romano Impero|impero romanico-germanico]] degli [[Dinastia ottoniana|Ottoni]]. Risulta per altro verso che Arduino ebbe buoni rapporti con vescovi e abati della sua area d'influenza.
 
== La figura di Arduino nel folclore del Canavese ==
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Nel [[2011]] nasce il "Patto Arduinico", un progetto di ricostruzione storica promosso da Associazione Culturale Speculum Historiae di [[Torino]], il Gruppo Storico La Motta di [[Sparone]] ed il Gruppo Storico Rievocando Fruttuaria di [[San Benigno Canavese]] al fine di rievocare ed approfondire le vicende della zona del Canavese nell'[[XI secolo]], incentrata sulla storia di Arduino e altri personaggi come [[Guglielmo da Volpiano]] e [[Libania]] di [[Busano]].
 
Una così ampia diffusione di manifestazioni folcloristiche (che coinvolgono amministrazioni locali, associazioni e gruppi in costume) va spiegata facendo riferimento a quella che è stata nel tempo la costruzione del mito di Re Arduino.
La genesi del mito (dopo secoli di '' damnatio memoriae'') è da collocarsi verso il XIV secolo quando i "Conticonti del Canavese" - vale a dire i [[Valperga (famiglia)|conti di Valperga]], di San Martino ed altri - rivendicarono, per ragioni di prestigio e di legittimazione dei loro domini, una discendenza da Arduino, ultimo signore della Marcamarca d'Ivrea<ref>Quaccia F., "Genesi e prime testimonianze del mito arduinico" in AA.VV., ''Arduino mille anni dopo. Un re tra mito e storia'', pubblicazione a cura dell'Associazione di Storia e Arte Canavesana, [[U. Allemandi & C.]], Torino, 2002, pp.26-42</ref>.
 
Consolidatosi nel [[Canavese]] il dominio dei Savoia, con la storiografia del [[XVII secolo]], più attenta alla autorevolezza delle fonti, le ragioni per sviluppare il mito di Re Arduino sono quelle di "ricordare che principi italiani avevano dal Piemonte retto legittimamente gran parte dell'Italia settentrionale"<ref>Garosci A., ''Storiografia piemontese tra il Cinque e il Settecento'', Torino, Tirrenia-Stampatori, 1971, p. 229,</ref>. Arduino diventa così l'indomito combattente che si oppose ed osò sfidare l'imperatore germanico.
 
È ovviamente con il [[Risorgimento]] che tale messaggio "patriottico" trova più vasto ascolto: le vicende di Arduino incoronato re d'Italia vengono esaltate al di là del loro reale significato storico. A tale esaltazione patriottica si connette la [[Romanticismo|cultura]] romantica del [[XIX secolo]] (che trova un valido esponente in Canavese nella figura di [[Giuseppe Giacosa]]) che si compiace di un Medioevo leggendario fatto di castelli, armature e coraggiosi cavalieri.