Documentario: differenze tra le versioni

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=== Il documentario poetico ===
[[File:Regen 1929 still.jpg|thumb|Fotogramma di ''[[Pioggia (film 1929)|Pioggia]] (1929)'']]
Sebbene il cinema fosse nato come documentario, con le vedute Lumière, con il tempo aveva dovuto cedere il passo al cinema narrativo di finzione. Negli anni venti erano comunque emersi alcuni nomi, tra i quali spicca quello di [[Robert J. Flaherty]], padre della ''docu-fiction'', ovvero una mescolanza di finzione e documentario. In ''[[Nanuk l'esquimese]]'' (Nanook of the North), Flaherty racconta la famiglia [[eschimese]] di Nanook, con la loro vita, la pesca, gli [[iglù]], ecc., anche se esiste una debole narrazione di sfondo e le scene sono chiaramente concordate con il regista, come quella della caccia alla [[foca]], dove vennero usate le armi tradizionali nonostante nella zona fossero già in uso da tempo i [[fucile|fucili]] e la famiglia era fittizia, con i protagonisti che già da tempo non vivevano in un [[iglù]]; inoltre la moglie di Nanuk era interpretata dall'amante di Flaherty, dalla quale ebbe un figlio mai riconosciuto legalmente. Il termine ''documentary'' apparve per la prima volta nel [[1926]] in una recensione di [[John Grierson]] al film ''[[L'ultimo Eden]]'' (Moana) di Flaherty.<ref>Carlo Alberto Pinelli, ''L'ABC del documentario'', Dino Audino Editore, 2001 ISBN 88-86350-97-X</ref>. Nel [[1934]] approfondì il tema del racconto del lavoro umano con ''[[L'uomo di Aran]]'', un altro grande poema sulla vita dei poveri contadini e pescatori delle [[Isole Aran]] in [[Irlanda]]. Con le sue opere creò una sorta di scambio tra la sua visione soggettiva e la veicolazione di conoscenza su ciò che veniva narrato alla spettatore.