Gaspare Sanseverino: differenze tra le versioni
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{{Citazione|comenzò a biastemare la Vergine Maria e maledire S. Piero, come dire che io lo volevo equiparare a dui poltroni ed imbriachi. Li replicai non parlare de la persona sua, ma solum che diceva a quello tempo essere stato più numero de soldati. Se ne partì alterato e scruciato cum demonstrare de volerse andare con Dio|Caterina Sforza, lettera 26 settembre 1498}}
Ludovico le rispose di essere dispiaciuto, ma che tuttavia "è necessario il tollerarlo", perché, sebbene Fracasso dicesse "qualche male parole, el fa poi megliori facti", così la pregava che fosse "contenta de supportarlo, perché la lo vincerà cum la cortesia".<ref name=":4" /> La situazione a Forlì era complicata anche dal fatto che egli entrasse di frequente in contrasto col fratello [[Gianfrancesco Sanseverino d'Aragona|Gian Francesco]], avendo i due opinioni divergenti in merito alle operazioni di guerra.
Poiché non riuscivano a mettersi d'accordo sul numero di genti d'armi da affidargli, Fracasso diede un secco ultimatum Caterina, ricordandole orgogliosamente che era nelle sue abitudini aver sempre onore in battaglia, e mai vergogna: "Madonna, diteme più liberamente se havete bisogno de queste gente [d'armi] che sono qua, o sì, o no, perché io condurò ben mi queste gente [...] in loco che loro e mi [io] haranno [avranno] honore, perché non fu mai de costume nostro haver vergogna". E poiché non ottenne la risposta desiderata, si separò risentito dalla donna.<ref>Caterina Sforza, Volume 4, conte Pier Desiderio Pasolini, 1897, p. 113.</ref> Egli per qualche ragione aveva preso in odio la contessa e, oltre a parlare continuamente male di lei, faceva quel che gli pareva e agiva di testa propria, non voleva collaborare né col fratello né con gli altri capitani, rifiutava di obbedire agli ordini e talvolta persino di parlare. Caterina, esasperata, supplicava lo zio che o lo richiamasse indietro o lo convincesse a collaborare, poiché con lui non valevano "né preghiere né raxone [ragione]."<ref>Caterina Sforza, Documenti, Volume 3, Pier Desiderio Pasolini, 1893, p. 336.</ref> === Seconda dei francesi ===
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