Guerra degli ottant'anni: differenze tra le versioni

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I Paesi Bassi entrarono a far parte, nel corso del [[XV secolo]], dei domini dei [[Ducato di Borgogna|duchi di Borgogna]]; in seguito alla morte del duca [[Carlo I di Borgogna|Carlo il Temerario]] nel [[1477]] e al conseguente sfaldamento dei domini del ducato, l'area dei Paesi Bassi venne a trovarsi sotto il dominio degli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]]. Proprio in quest'area, a [[Gand]], nacque nel [[1500]] [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], futuro [[Imperatore del Sacro Romano Impero|imperatore]], che sarebbe divenuto, nel [[1506]], titolare dei domini asburgici nella regione; Carlo, che era stato allevato nei Paesi Bassi e che conosceva varie lingue, tra cui l'[[Lingua olandese|olandese]], avrebbe in seguito riunificato sotto il suo dominio vasti territori in Europa centrale, la [[Spagna]] e le colonie spagnole d'oltreoceano, creando un impero di dimensioni planetarie.
 
I [[Parsi Bassi (regione storica)|Paesi Bassi]], e specialmente le [[Contea delle Fiandre|Fiandre]], grazie alla loro ricchezza e ai fiorenti commerci che li interessavano, costituivano uno dei cardini del dominio asburgico in Europa. La frammentazione dei domini di Carlo V, tuttavia, ne rendeva molto difficoltosi il mantenimento e la difesa, che si rivelarono fondamentali durante le numerose guerre che gli Asburgo intrapresero nel corso del XVI secolo, in particolar modo contro la [[Francia]] e l'[[Impero ottomano|Impero Ottomano]], e in seguito contro i [[Protestantesimo|protestanti]] nell'[[Sacro Romano Impero|Impero]] stesso; tali sforzi bellici richiedevano grandi quantità di denaro e i Paesi Bassi, per la loro ricchezza, si trovarono a essere sottoposti a un pesante regime fiscale<ref>J. I. Israel (1998), ''The Dutch Republic Its Rise, Greatness, and Fall 1477-1806'', 1st paperback (1st - 1995), Oxford University Press, 132-134. ISBN 0-19-820734-4.</ref>, che spesso veniva percepito come inutile e dannoso, anche perché diretto a finanziare guerre intraprese contro loro importanti ''partner'' commerciali.
 
Oltre al pesante giogo fiscale, i Paesi Bassi furono sottoposti a una progressiva centralizzazione amministrativa; tale politica urtava contro la tradizionale autonomia di governo e gestione economica che erano in vigore nella zona fin dal [[Medioevo]], e che veniva esercitata in particolar modo dalla piccola nobiltà e dai mercanti. La politica di centralizzazione in materia di tassazione e legislatura, iniziata già dai duchi di Borgogna, venne proseguita con determinazione dai nuovi governanti asburgici, suscitando sospetti e malcontenti proprio tra le classi economicamente più attive. Un esempio di questa politica si verificò nella città di [[Utrecht]] nel [[1528]], quando il consiglio delle gilde che governava la città fu rimpiazzato da uno ''[[statolder]]'' scelto da Carlo V, cui vennero affidate le incombenze secolari per tutta la provincia della città, togliendole all'[[Arcidiocesi di Utrecht|Arcivescovo di Utrecht]]; inoltre venne costruita la fortezza di [[Vredenburg]], allo scopo di proteggere il territorio dal [[Duchi di Gheldria|Duca di Gheldria]] e di controllare la città stessa di Utrecht.
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Un'importante svolta avvenne il 1º marzo del [[1572]], quando la [[Sovrani britannici|regina d'Inghilterra]] [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]] vietò ai "''pezzenti dell'acqua''", come venivano chiamati i [[corsari]] olandesi che agivano contro la Spagna, di utilizzare i porti inglesi come basi operative; il leader dei [[Geuzen#I pezzenti del mare|pezzenti]], [[Guglielmo II di La Marck]], decise di occupare una base permanente sulla costa dei Paesi Bassi e, inaspettatamente, occupò la città di [[Brielle]], che non aveva alcuna guarnigione; in modo analogo venne occupata anche [[Flessinga]]. In tal modo essi avevano guadagnato importanti basi strategiche, e tali avvenimenti vennero considerati dagli abitanti dei Paesi Bassi un segnale per dare nuovamente inizio alla rivolta.
 
Molte delle più importanti città in Olanda e Zelanda si dichiararono solidali ai ribelli, con l'eccezione di [[Amsterdam]] e [[Middelburg]], che rimasero fedeli ai cattolici fino al [[1578]]. Capo della rivolta fu subito nominato Guglielmo d'Orange, nominato ''[[statolder]]'' di Olanda, Zelanda, [[Signoria di Frisia|Frisia]] e Utrecht in un congresso a [[Dordrecht]] nel luglio del 1572; egli si trasferì a [[Delft]] e da qui iniziò a coordinare gli sforzi olandesi, in base a un accordo secondo cui il potere sarebbe stato diviso equamente tra Guglielmo e gli Stati Generali.
 
La [[Rivolta dei pezzenti#Ruolo storico dei pezzenti del mare|ripresa della rivolta]] fece tuttavia emergere i primi segni di una seria spaccatura nel fronte dei ribelli: da un lato una minoranza di [[Calvinismo|calvinisti]] militanti premeva per continuare la lotta contro [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] e diffondere la loro fede religiosa a tutti i Paesi Bassi; dall'altro lato, una minoranza cattolica intendeva rimanere leale all'amministrazione spagnola di Bruxelles. Tra le due fazioni opposte si situava la maggioranza della popolazione cattolica, non schierata, che richiedeva la restaurazione dei privilegi locali e l'espulsione delle truppe spagnole. Guglielmo, che aveva l'arduo compito di tenere unite queste fazioni, fu costretto a dare via via più supporto ai calvinisti, che costituivano la punta di lancia della ribellione.
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Poiché Elisabetta d'Inghilterra continuava a non essere disposta ad assumere il ruolo di sovrana, gli Stati Generali decisero di strutturare le province ribelli come una repubblica; nasceva così la [[Repubblica delle Sette Province Unite]].
 
Immediatamente dopo la proclamazione dell'Atto di abiura, Filippo inviò nuove truppe per riconquistare le Province Unite, ormai sfuggite completamente al suo controllo. Guidati da Farnese, i soldati spagnoli riconquistarono quasi totalmente le [[Contea delle Fiandre|Fiandre]] e il [[Ducato di Brabante|Brabante]], nonché vaste aree delle province nord-orientali, ripristinando la supremazia del credo [[Cattolicesimo|cattolico]] in queste aree. Si verificarono a questo punto due avvenimenti cruciali per il proseguimento del conflitto: il 10 luglio [[1584]] [[Guglielmo I d'Orange|Guglielmo d'Orange]] fu assassinato da un sostenitore di Filippo; l'anno successivo, [[1585]], la più grande città dei Paesi Bassi, [[Anversa]], cadde in mano agli spagnoli, provocando una massiccia fuga degli abitanti verso nord (si calcola che dal [[1560]] al [[1590]] la popolazione di Anversa sia passata da 100 000 abitanti a circa 42 000)<ref>G. Marnef, "The towns and the revolt", contenuto in: Darby, G. (ed), "The Origins and Development of the Dutch Revolt" (Londra/New York 2001) 84-106; 85 e 103.</ref>.
 
A questo punto la divisione dei Paesi Bassi divenne estremamente netta: nella parte settentrionale, governata dalle Province Unite, la popolazione si convertì nella quasi totalità alla religione calvinista; nella parte meridionale occupata dagli spagnoli, al contrario, il cattolicesimo riprese il sopravvento, e i protestanti locali fuggirono verso il nord. La Spagna mantenne nelle aree sotto il suo controllo forze cospicue (tali forze costituirono l'''Esercito delle Fiandre''), con lo scopo di esercitare pressione sia verso le Province Unite sia verso la Francia.
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Il 30 gennaio [[1648]], con il Trattato di Münster, venne firmata la pace tra la [[Spagna]] e le [[Province Unite]]; il trattato era parte della [[Pace di Vestfalia]], che metteva fine alla [[guerra dei trent'anni]].
 
Le clausole del trattato riguardanti i Paesi Bassi stabilivano che le Province Unite erano riconosciute formalmente indipendenti dal dominio spagnolo e mantenevano il possesso di tutti i territori conquistati fino al termine del conflitto. La Repubblica delle Province Unite veniva così a essere composta da sette province, ovvero [[Contea d'Olanda|Olanda]], [[Contea di Zelanda|Zelanda]], [[Signoria di Utrecht|Utrecht]], [[Ducato di Gheldria|Gheldria]], [[Signoria di Overijssel|Overijssel]], [[Signoria di Frisia|Frisia]] e [[Stad en Lande|Groninga]], governate da propri stati provinciali e da uno [[statolder]]. Nonostante gli statolder fossero in teoria subordinati agli Stati Generali, in realtà i membri della [[Casa d'Orange-Nassau]] assunsero di fatto il ruolo di statolder ereditari di Olanda e Zelanda; questa situazione avrebbe in futuro portato a uno scontro per il potere tra gli Orange e gli Stati Generali. Alle sette province si aggiungevano i [[Generaliteitslanden|territori delle generalità]], corrispondenti ai territori di confine conquistati nelle fasi finali del conflitto, e consistenti nel Brabante settentrionale, nelle Fiandre zeelandesizelandesi e nella regione attorno a Maastricht.
 
La pace così ottenuta non sarebbe stata duratura per la Repubblica delle Province Unite: terminato il quasi secolare conflitto con la Spagna, un nuovo nemico venne infatti ad affacciarsi, ovvero l'[[Inghilterra]]; la [[prima guerra anglo-olandese]] sarebbe scoppiata soltanto quattro anni dopo la Pace di Vestfalia, nel [[1652]].