San Teodoro (Genova): differenze tra le versioni

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=== Architetture civili ===
==== [[Villa del Principe|Palazzo del Principe]] ====
[[File:Palazzo del Principe (gardens).jpg|thumb|left|Palazzo del Principe]]
Il palazzo Doria Pamphily, che [[Andrea Doria]] fece costruire a partire dal 1521 nella zona di Fassolo ampliando un precedente edificio acquistato dai [[Lomellini (famiglia)|Lomellini]], si affaccia sull'attuale piazza del Principe, ricavata nell'Ottocento dalla demolizione della cinquecentesca porta di S. Tomaso (1840) e della omonima chiesa (1881). Il palazzo[[Villa del Principe|Palazzo del Principe]], una delle più fastose residenze nella Genova del Cinquecento, fu voluto dall'ammiraglio e uomo politico genovese, mediatore fra la [[Repubblica di Genova|repubblica]] e l'impero spagnolo, nella persona di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], che vi fu ospitato varie volte.<ref name="TCI"/>
 
Anche se l'egemonia di Andrea Doria sul governo della repubblica ebbe più carattere di guida politica che di una vera affermazione di potere, il suo palazzo, costruito fuori dalle mura cittadine e quindi lontano dai tradizionali luoghi del potere, fu in realtà una vera e propria reggia, nella quale il "Principe" riceveva ambasciatori e capi di stato.<ref name="sagep"/> A sua imitazione, i patrizi genovesi nei decenni successivi fecero costruire le sontuose dimore che ancora oggi si vedono in [[Via Garibaldi (Genova)|Strada Nuova]] (via Garibaldi).<ref>Questo modello di villa, pur innovativo per l'epoca, fu superato nella Genova del [[XVII secolo|Seicento]] dal "cubo" ideato da [[Galeazzo Alessi]], che meglio si adattava alla conformazione degli spazi urbani della città.</ref>
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Tra la metà dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, con la costruzione della ferrovia (1853), l'ampliamento del porto (1875), la costruzione dell'albergo Miramare (1913) e della Stazione Marittima (1930) e l'apertura di via Adua (1935) perse completamente il collegamento con il porto, i giardini a monte e gran parte di quello a mare. Nel 1944 fu anche gravemente danneggiato da un bombardamento; solo nel 2001, dopo un restauro durato alcuni anni è stato completato il recupero della facciata, delle decorazioni interne, del giardino con le [[fontana|fontane]] del Nettuno (opera di [[Taddeo Carlone]], 1599) e del [[Tritone (mitologia)|Tritone]] (di Giovanni Angelo Montorsoli, 1543) e degli affreschi di Perin del Vaga. Nel palazzo sono conservati anche alcuni preziosi [[arazzo|arazzi]] risalenti al [[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo]].<ref name="TCI"/>
 
==== [[Villa Rosazza]] ====
[[File:Italy-Genoa-palace-Rosazza.jpg|thumb|left|Villa Rosazza in una fotografia d'epoca]][[Villa Rosazza]], detta "dello Scoglietto" è la più occidentale tra le [[Ville di Genova|ville suburbane]] della Genova storica. Fu costruita intorno al 1565 per il [[Doge (Repubblica di Genova)|doge]] [[Ambrogio Di Negro]] in stile [[Architettura manierista|manierista]], con giardino a mare, [[pontile|imbarcadero]] e un grande giardino che risaliva la collina, oggi parco pubblico (in corso di riqualificazione, dopo anni di degrado), con terrazze, [[fontana|fontane]], [[ninfeo|ninfei]] e numerose specie botaniche di pregio. Oggi il giardino antistante, che arrivava direttamente sul mare, è completamente scomparso per l'ampliamento del porto, la costruzione della ferrovia e della nuova viabilità: la villa si affaccia su piazza Dinegro, dalla quale resta separata dalla ferrovia, la cui costruzione rese necessaria una risistemazione dell'accesso con rampe e sottopassi. Ricca la decorazione interna, con opere di [[Giovanni Andrea Ansaldo|Andrea Ansaldo]]<ref name="TCI"/><ref name="sagep"/> e [[Agostino Tassi]].<ref name="stedo"/>
 
Nel 1787, dopo che la proprietà era passata ai [[Durazzo (famiglia)|Durazzo]], il conte Gian Luca Durazzo commissionò importanti restauri ad [[Emanuele Andrea Tagliafichi|Andrea Tagliafichi]], al quale si devono l'attuale facciata [[Architettura neoclassica|neoclassica]] e la sistemazione del [[parco all'inglese]] con tempietto, che conclude il giardino a monte.<ref name="TCI"/><ref name="sagep"/> Le decorazioni della facciata sono opera dello scultore genovese [[Nicolò Traverso]], al quale si deve anche una [[statua]] raffigurante Ansaldo Grimaldi (1471-1539)<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ansaldo-grimaldi_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Biografia di Ansaldo Grimaldi sul sito dell'Enciclopedia Treccani.}}</ref>. Un'altra statua, di [[Francesco Ravaschio]] (1743-1820), raffigura il [[Doge (Repubblica di Genova)|doge]] [[Giovanni Battista Cambiaso]]. Queste due statue, abbattute durante i moti del 1797 e abbandonate in piazza Principe, furono recuperate e restaurate alcuni anni dopo da Giovanni Durazzo, che le fece ricollocare nella villa.<ref name="stedo"/>
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Oggi la villa, di proprietà del comune di Genova, è sede della "Fondazione Casa America", fondata nel 1999, istituzione che intende promuovere gli scambi culturali e i rapporti economico-commerciali con i paesi [[America Latina|latino-americani]].<ref>{{Cita web |url=http://www.casamerica.it/Italiano/home.htm |titolo=Sito ufficiale della "Fondazione Casa America". |accesso=15 febbraio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130410091825/http://www.casamerica.it/Italiano/home.htm |urlmorto=sì }}</ref>
 
==== [[Lanterna di Genova|Lanterna]] ====
[[File:Lanterna di Genova-IMG 2503.JPG|thumb|left|La Lanterna]]Al limite occidentale del porto vecchio, tra i quartieri di S. Teodoro e Sampierdarena, sui resti di quello che fu il Capo di Faro si erge la torre della [[Lanterna di Genova|Lanterna]], simbolo convenzionale di Genova, ben visibile da molte parti della città.
 
Il [[faro]], il più antico tra quelli ancora funzionanti al mondo<ref name="TCI"/>, alto {{M|76|u=m}}, è formato da due tronchi a pianta quadrata separati da una cornice a mensole e culmina con la cupola dell'apparato illuminante, posto a {{M|117|u=m slm}} Il fascio di luce, a lampi intermittenti, è visibile fino a 33 [[miglio nautico|miglia]].<ref name="TCI"/>
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Un locale all'interno del superstite tratto di [[Mura di Genova|mura]] ai piedi del faro ospita dal 2004 un [[museo]] dedicato alla storia e alle tradizioni di Genova, raccontate attraverso video e fotografie. Sono inoltre esposti oggetti e strumenti legati alla storia dei fari.<ref name="TCI"/>
 
==== [[Matitone]] ====
[[File:Porto Genova-DSCF1539.JPG|thumb|Il Matitone visto dal [[Porto Antico di Genova|Porto Antico]]]]
Il ''[[Matitone'']] è un [[grattacielo]] adibito a centro direzionale situato nell'area dell'ex colle di S. Benigno, tra via di Francia e il tratto terminale di Via A. Cantore. È stato progettato dallo studio [[Skidmore, Owings and Merrill]] in collaborazione con gli architetti Mario Lanata e Andrea Messina e completato nel 1992.
 
Deve il nome con cui è comunemente chiamato (la denominazione ufficiale è ''S. Benigno Torre Nord'') alla caratteristica forma [[ottagono|ottagonale]], culminante con il tetto piramidale; con i suoi {{M|108.50|u=m}} è considerato l'edificio più alto di Genova, superando di poco la storica [[Torre Piacentini]].<ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.emporis.com/city/genoa-italy/all-buildings/highrise|titolo=I palazzi più alti di Genova}}</ref> È sede di vari uffici comunali e aziende private.
 
==== [[Grand Hotel Miramare di Genova|Ex Hotel Miramare]] ====
[[File:Genova-AP-1010633.jpg|thumb|L'ex Hotel Miramare]]L'ex '''[[Grand Hotel Miramare|Hotel Miramare']]'', situato sulla collina a monte del [[Palazzo del Principe]], fu costruito tra il 1906 e il 1908 in stile [[Eclettismo (arte)|eclettico]], su disegno dell'architetto fiorentino [[Gino Coppedè]] e dell'ingegner Giuseppe Perasso. Tra gli [[anni 1910|anni dieci]] e il [[seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale]] ha ospitato i più illustri visitatori di [[Genova]].
 
Adattato dopo la guerra a [[caserma]] della [[pubblica sicurezza]], divenne in seguito di proprietà delle [[Ferrovie dello Stato]] ma rimase in abbandono finendo quasi completamente rovinato dal degrado. Solo verso la fine degli [[anni 1990|anni novanta]] è stato acquisito da una società privata che ne ha effettuato la ristrutturazione e il recupero, mantenendone l'estetica originale e trasformandolo in appartamenti privati, ma vi hanno trovato posto anche un [[bed and breakfast]], un [[supermercato]], una [[banca]] e una sala da gioco per il ''[[Bingo (gioco)|Bingo]]''.<ref>{{cita testo|url=http://www.cavaliercorti.com/realizzazioni/genova-grand-hotel-miramare.html|titolo=Galleria fotografica e note storiche sull'ex Hotel Miramare}}.</ref>
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[[File:Luigi Garibbo-porto di Genova.jpg|thumb|Immagine ottocentesca del quartiere con al centro la vecchia chiesa di S. Teodoro in un dipinto di [[Luigi Garibbo]]]]Nella ex circoscrizione "San Teodoro" si trovano sei chiese [[cattolicesimo|cattoliche]] [[parrocchia]]li, che fanno parte dell'omonimo [[vicariato]]<ref>Oltre a quelle elencate il vicariato di S. Teodoro comprende anche la chiesa di S. Giuseppe nel limitrofo quartiere del [[Lagaccio]].</ref> dell'[[arcidiocesi di Genova]]; quattro di queste hanno origini antiche (S. Teodoro, anche se ricostruita nell'Ottocento in un sito diverso dall'originario, S. Rocco, S. Benedetto al Porto e S. Maria di Granarolo) mentre quelle di S. Marcellino e S. Maria della Vittoria sono state costruite nel [[XX secolo]] a seguito dell'espansione urbanistica.
 
===== [[Chiesa di San Teodoro (Genova)|Chiesa di San Teodoro]] =====
[[File:Genova - chiesa di San Teodoro.jpg|thumb|left|upright=0.8|La chiesa di S. Teodoro]]
* '''La vecchia chiesa'''. La vecchia [[Chiesa di San Teodoro (Genova)|chiesa]] [[Architettura romanica|romanica]] intitolata a [[Teodoro di Amasea|S. Teodoro]] e S. Salvatore, una delle più antiche di Genova, che si trovava nei pressi dell'omonima piazza, dov'è ora via B. Buozzi, è citata la prima volta in un documento del [[X secolo]]; consacrata il 20 luglio 1100, fu officiata dai Canonici Mortariensi fino al 1458, quando passò ai [[Canonici Regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore Lateranense|Canonici Regolari Lateranensi]], che ancora oggi reggono la parrocchia. Alcune famiglie patrizie finanziarono la realizzazione delle decorazioni interne e delle due cappelle dedicate a S. Sebastiano e alla S. Vergine. Nel 1481 il [[papa Sisto IV]], la elevò al rango ad [[abbazia]]. Nel 1596 la chiesa fu gravemente danneggiata da una mareggiata. Per le leggi di soppressione napoleoniche nel 1797 i Lateranensi dovettero abbandonare la chiesa e poterono farvi ritorno solo nel 1825<ref name=san_teodoro>{{cita testo|url=http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203&parrocchia=180|titolo=La chiesa di S. Teodoro sul sito dell'arcidiocesi di Genova.|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100407012046/http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203 }}</ref>; in questa circostanza il governo napoleonico fece trasferire in Francia molte opere d'arte, tra cui il dipinto di [[Filippino Lippi]] raffigurante il "Martirio di [[San Sebastiano]]", restituito anni dopo alla città di Genova ed attualmente conservato nella galleria di [[Palazzo Bianco]].<ref name="stedo"/> Il 4 ottobre 1870 la chiesa fu demolita per la costruzione dei nuovi "Magazzini Generali" del porto.<ref>{{cita testo|url=http://www.lateranensi.it/page.php?83|titolo=La chiesa di S. Teodoro sul sito della Congregazione Lateranense.}}</ref><ref name= stoarte_san_teodoro>{{cita testo|url=http://www.stoarte.unige.it/gewiki/index.php/Chiesa_di_San_Teodoro|titolo=La chiesa di S. Teodoro sul sito http://www.stoarte.unige.it.}}</ref>
* '''La nuova chiesa'''. L'attuale chiesa fu costruita tra il 1871 e il 1876 all'inizio di via Venezia. L'edificio, in stile [[neogotico]], fu progettato dall'architetto palermitano Vittore Garofalo e consacrato nel novembre del 1876. Durante la seconda guerra mondiale la chiesa fu danneggiata da bombardamenti; nel 1963, su progetto di Angelo Sibilla fu rifatta la [[facciata]], rivestendola interamente in [[travertino]]. La chiesa, a tre [[navata|navate]], separate da otto [[pilastro|pilastri]] ottagonali che sorreggono arcate a bande bianche e nere, con tredici [[altare|altari]], si caratterizza per l'alto [[campanile]] a [[guglia]] piramidale posto al centro della facciata.<ref name=stoarte_san_teodoro/> All'interno, numerose opere d'arte trasferite dalla vecchia chiesa, tra cui due tombe cinquecentesche dei Lomellini, di [[Antonio Della Porta]] e [[Pace Gaggini]], e una [[pala d'altare|pala]] di [[Luca Baudo]] raffigurante ''[[Agostino d'Ippona|S. Agostino]] con [[Santa Monica|S. Monica]] e [[Sant'Ambrogio|S. Ambrogio]]''.<ref name="TCI"/> Sull'altare maggiore un gruppo ligneo della bottega del [[Anton Maria Maragliano|Maragliano]] raffigurante la Vergine circondata da Angeli.
 
===== [[Chiesa di San Rocco sopra Principe]] =====
[[File:Genova San Rocco sopra Principe.JPG|thumb|left|upright=0.8|La chiesa di S. Rocco sopra Principe]]
La chiesa, posta sul colle restrostante il Palazzo del Principe, fu costruita nel [[XVI secolo]] su una precedente cappella [[XIV secolo|trecentesca]] intitolata a S. Margherita, annessa ad un monastero di [[Monache Agostiniane]], citata per la prima volta in un documento del 1316.<ref name="stedo"/><ref name="san_rocco">{{cita testo|url=http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203&parrocchia=171|titolo=La chiesa di S. Rocco sul sito dell'arcidiocesi di Genova|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120212064221/http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203 }}</ref>
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Nella chiesa sono conservati una [[statua]] in [[marmo]] di S. Rocco, di [[Honoré Pellé]] ([[XVII secolo]]) e numerosi dipinti di artisti genovesi provenienti da diverse chiese demolite per ragioni urbanistiche o eventi bellici; tra questi figurano opere di [[Giovanni Andrea Ansaldo]] (''[[Luca evangelista|S. Luca]] dipinge la [[Maria, madre di Gesù|Madonna]]''), [[Luciano Borzone]]<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/luciano-borzone_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Biografia di Luciano Borzone sul sito dell'Enciclopedia Treccani.}}</ref> (''Il [[Crocifisso]] e la [[Maria Maddalena|Maddalena]]''), [[Giovanni Andrea De Ferrari]] (''[[Morte|Transito]] di [[San Giuseppe|S. Giuseppe]]''), [[Domenico Fiasella]] (''[[Dormizione di Maria|Dormizione della Vergine]]''), [[Giovanni Battista Merano|G.B. Merano]]<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-battista-merano_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Biografia di G.B. Merano sul sito dell'Enciclopedia Treccani.}}</ref> (''[[Decollazione]] del [[Giovanni Battista|Battista]]'') e [[Nicolò da Voltri]] (''[[Madonna col Bambino]]'').<ref name="TCI"/>
 
===== [[Chiesa di San Benedetto al Porto]] =====
[[File:San Benedetto Genova 01.jpg|thumb|upright=0.8|La chiesa di San Benedetto al Porto]]
La “Chiesa della [[TrinitàChiesa di (cristianesimo)San Benedetto al Porto|Chiesa SS. Trinità]] e [[Benedetto da Norcia|San Benedetto]] al Porto“Porto]], adiacente al palazzo del Principe, faceva parte in origine di un monastero di monache [[benedettine]] che avevano dimora nel vicino monastero di S. Maria delle Grazie di Fassolo, il documento più antico attesta che nel 1129 subentrano le monache [[cistercensi]]<ref>{{cita testo|url=https://www.cistercensi.info/abbazie/abbazie.php?ab=1775|titolo=Storia del monastero di San Benedetto di Fassolo sul portale cistercensi.info}}</ref>.
 
Verso la fine del [[XVI secolo|Cinquecento]] il complesso fu affidato ai religiosi dell'[[Ordine della Santissima Trinità|Ordine della SS. Trinità per il Riscatto degli Schiavi]], che erano stati chiamati a Genova da [[Zanobia Del Carretto Doria|Zanobia del Carretto]], moglie di [[Gianandrea Doria]]. Quest'ultimo trasformò la chiesa nella cappella gentilizia della [[Doria|famiglia]], ottenendo che fosse eretta in parrocchia (1596) con giurisdizione su tutte le proprietà dei Doria nella zona di Fassolo. Il monastero e la chiesa, al cui titolo originario fu aggiunto quello della SS. Trinità, tra il 1593 e il 1617 furono sottoposti ad un lungo restauro, sotto la direzione di [[Giovanni Ponzello]] (o, secondo l'[[Federico Alizeri|Alizeri]], da [[Andrea Ceresola]], detto il "Vannone").<ref>{{cita testo|url=http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203&parrocchia=201|titolo=La chiesa di S. Benedetto al Porto sul sito dell'arcidiocesi di Genova|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120212064221/http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=203 }}</ref>
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All'interno, a tre navate nonostante le ridotte dimensioni, sono conservate pregevoli opere d'arte, tra cui la statua lignea della Madonna del Rimedio (XVII secolo) e dipinti di [[Domenico Cresti]], detto il "Passignano" (''Miracolo di S. Benedetto''), [[Giovanni Andrea De Ferrari]] (''Santi Trinitari in adorazione della Madonna del Rimedio''), [[Domenico Parodi]] (''[[Felice di Valois|San Felice di Valois]] e [[Giovanni de Matha|San Giovanni de Matha]]'')<ref>Santi fondatori dell'Ordine dei Trinitari.</ref>, [[Cesare Semino|Cesare]] e [[Alessandro Semino]] (''SS. Trinità e i santi [[San Rocco|Rocco]] e [[Maria Maddalena]] con Gianandrea Doria e Zenobia del Carretto'', inizio del [[XVII secolo]]). Sopra l'ingresso, un [[Organo (strumento musicale)|organo]] cinquecentesco del [[Cremona|cremonese]] Lorenzo Stanga. Quattro dipinti, collocati ai lati dell'altare maggiore e raffiguranti i santi Cecilia, Pietro, Paolo e il Re Davide, opere del [[Lucca|lucchese]] [[Benedetto Brandimarte]]<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-brandimarti_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Biografia di Benedetto Brandimarti sul sito dell'Enciclopedia Treccani.}}</ref>, erano in origine gli sportelli dell'organo.<ref name="TCI"/><ref>{{cita testo|url=http://www.cistercensi.info/abbazie/abbazie.asp?ab=1775&lin=it|titolo=La chiesa di San Benedetto al Porto sul sito dell'Ordine Cistercense.|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030712182116/http://www.cistercensi.info/abbazie/abbazie.asp?ab=1775&lin=it }}</ref>
 
===== [[Granarolo (Genova)#Chiesa di Santa Maria di Granarolo|Chiesa di Santa Maria di Granarolo]] =====
[[File:Genova - S. Maria di Granarolo 2.jpg|thumb|left|upright=0.8|La chiesa di Santa Maria di Granarolo]]La chiesa di [[Granarolo (Genova)|Granarolo]], citata per la prima volta in un documento del 1192 fu costruita negli ultimi decenni del [[XII secolo]] e affidata ai religiosi "Mortariensi" che vi rimasero fini alla metà del [[XV secolo|Quattrocento]], quando divenne [[commenda]] di Antonio Spinola.
 
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==== Altre chiese cattoliche ====
===== [[Santuario di San Francesco da Paola (Genova)|Santuario di San Francesco da Paola]] =====
[[File:Genova - San Francesco da Paola.jpg|thumb|left|Il santuario di S. Francesco da Paola visto dalla Stazione Marittima]]Come la chiesa di S. Rocco, il [[Santuario di San Francesco da Paola (Genova)|santuario]] intitolato al [[Francesco da Paola|santo calabrese]], chiamato anche ''"santuario dei Marinai"'', sorge su un colle alle spalle di Fassolo. Il santuario fu costruito verso la fine del [[XV secolo|Quattrocento]] su un terreno offerto dal nobile Ludovico Centurione ai [[Ordine dei Minimi|Padri Minimi]].<ref name="stedo"/><ref name="sagep"/><ref name="stoarte">{{cita testo|url=http://www.stoarte.unige.it/gewiki/index.php/Santuario_di_San_Francesco_da_Paola|titolo=Il santuario di San Francesco da Paola sul sito www.stoarte.unige.it.}}</ref>
 
La chiesa fu completamente rifatta nella forma attuale nel [[XVII secolo]], per iniziativa della nobildonna Veronica Spinola. Nel 1930 il santuario fu elevato a dignità di [[basilica (cattolicesimo)|basilica]] dal [[papa Pio XI]].<ref name="stedo"/>
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La chiesa di Nostra Signora degli Angeli, che sorge in salita Mura degli Angeli, nei pressi della omonima porta, è quanto resta del [[XV secolo|quattrocentesco]] complesso dei [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|carmelitani]], demolito in epoca napoleonica. In origine l'edificio era probabilmente l'[[Oratorio (architettura)|oratorio]] annesso al grande complesso di conventuale. Ha una semplice [[facciata a capanna]], finita con mattoni a vista e l'interno ad aula unica.<ref>{{Chiese italiane|33378|La chiesa di Nostra Signora degli Angeli|stampa=sì}}</ref>
 
===== [[Oratorio del Rosario (Genova)|Oratorio del Rosario]] =====
Lungo salita S. Francesco da Paola si trova l'[[oratorioOratorio del Rosario (architetturaGenova)|oratorio]]Oratorio del Rosario]], costruito in stile [[Neoclassicismo|neoclassico]] tra il 1824 e il 1826 su disegno di [[Carlo Barabino]]; questo tempietto a pianta circolare, sormontato da una grande cupola, era destinato a sostituire quello vecchio, che sorgeva nei pressi dell'antica chiesa di S. Teodoro, ed in seguito demolito per la costruzione della linea ferroviaria.
 
Nella nuova costruzione furono integrati i marmi dell'antico oratorio e colonne provenienti dalla demolizione della [[Chiesa di San Francesco di Castelletto|chiesa di S. Francesco in Castelletto]].<ref name="stedo"/><ref name="sagep"/>
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=== Architetture militari ===
==== [[Mura di Genova|Mura seicentesche e porte]] ====
{{Vedi anche|Mura di Genova}}
[[File:Gênes Vue prise au dessus de la lanterne - 3c28806v.jpg|thumb|upright=1.4|Il colle di S. Benigno (visto da ponente) alla metà dell'Ottocento in una [[litografia]] di [[Alfred Guesdon]] (1808-1876). Nell'immagine si vedono la Lanterna, le mura seicentesche con la porta della Lanterna e l'antica abbazia di S. Benigno, ormai in rovina]]Il limite occidentale del quartiere di San Teodoro era delimitato (ed in parte lo è ancora oggi) da un tratto delle seicentesche "Mura Nuove" che lungo il loro sviluppo assumono denominazioni diverse. La cinta iniziava dal promontorio di Capo di Faro, dove nelle mura dette "della Lanterna" si apriva la monumentale "Porta della Lanterna", principale accesso da ponente alla città, demolita nel 1877, nonostante una petizione popolare avesse richiesto di conservarla, e sostituita da un'altra architettonicamente più modesta ma più adatta per il crescente traffico, progettata da Agostino Chiodo. Questa porta nel 1930 è stata riposizionata ai piedi della Lanterna, in luogo diverso da quello originario.<ref name=Forti_Genova />
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== Infrastrutture e trasporti ==
=== [[Porto di Genova|Porto]] ===
[[File:Stazione Maritima Genoa.jpg|thumb|La stazione marittima di Ponte dei Mille]]L'area portuale antistante il quartiere, compresa tra piazza Principe e la Lanterna, è oggi dedicata quasi esclusivamente al traffico dei passeggeri. Le [[nave da crociera|navi da crociera]] usufruiscono della [[Stazione marittima di Genova|Stazione marittima di Ponte dei Mille]], un tempo base per l'imbarco sui [[transatlantico|transatlantici]] di linea della [[Italia di Navigazione SpA|Italia Navigazione]] e di altre storiche compagnie. Al moderno terminal [[traghetto|traghetti]], nella zona di ponente del bacino del porto vecchio, fanno capo i servizi di linea per varie località del [[mar Mediterraneo]].
 
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Le aree collinari sono raggiungibili dalla centrale piazza Dinegro attraverso via Venezia, via Bologna e via Bari, che prosegue nel vicino quartiere del Lagaccio, collegandosi poi con la viabilità del quartiere di Oregina e la "[[circonvallazione a monte]]".
 
===== [[Strada sopraelevata di Genova|Sopraelevata]] =====
La strada a scorrimento veloce comunemente chiamata ''[[Strada sopraelevata di Genova|sopraelevata]]'' (intitolata allo statista [[Aldo Moro]]), progettata da [[Fabrizio de Miranda]], fu inaugurata nel 1965; la strada attraversa tutto il quartiere costeggiando la cinta portuale, collegando il casello autostradale di Genova Ovest (nel limitrofo quartiere di [[Sampierdarena]]) con il quartiere della [[Foce (Genova)|Foce]]. Pur non essendovi svincoli nell'area di S. Teodoro, riveste comunque una notevole importanza per il quartiere, in quanto il traffico in transito sulla direttrice ponente-levante non viene a gravare sulla viabilità locale.
 
=== Autostrade ===