Assedio di Torgau: differenze tra le versioni
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[[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] era tuttavia pronto per il contrattacco, e il 2 maggio sconfisse l'armata russo-prussiana nella [[battaglia di Lützen (1813)|battaglia di Lützen]] iniziando ben presto ad avanzare all'interno della Sassonia. Il 7 maggio le truppe francesi giunsero a Torgau, dove però von Thielmann, ligio alle istruzioni del suo sovrano e intimamente favorevole alla causa dei coalizzati, rifiutò loro di aprire le porte della fortezza. Adirato per l'incidente, Napoleone lanciò un minaccioso [[ultimatum]] a Federico Augusto, che fu costretto a piegarsi: la Sassonia riconfermò la sua alleanza con la Francia, l'esercito sassone fu incorporato nella Grande Armata e a von Thielmann fu ordinato di consegnare Torgau ai francesi; il generale obbedì, ma pochi giorni dopo disertò e si unì all'armata dei russo-prussiani<ref>{{cita|Haythornthwaite|vol. 68, pp. 3-5}}.</ref>.
Torgau fu dotata di una guarnigione francese, e più avanti funse da base per le operazioni dell'armata del [[maresciallo di Francia|maresciallo]] [[Michel Ney]] contro [[Berlino]]; il 14 settembre il generale [[Louis Marie Narbonne Lara]] assunse il comando della piazzaforte. Dopo la sconfitta di Ney nella [[battaglia di Dennewitz]] il 6 settembre, i francesi abbandonarono le loro posizioni sulla riva orientale dell'Elba, avendo cura però di conservare gli attraversamenti sul fiume collocati nelle città fortificate di [[Magdeburgo]], [[
== L'assedio ==
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