Barlaam e Iosafat: differenze tra le versioni
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[[File:Battistero di parma, portale sud 03 leggenda di barlaam.JPG|thumb|upright=1.4|La ''Leggenda di Barlaam'' di [[Benedetto Antelami]] (Parma, Battistero)]]
'''Barlaam e Iosafat''' (o '''Josaphat'''), anticamente venerati come [[santo|santi]] cristiani, sono i protagonisti di un romanzo [[agiografia|agiografico]], popolarissimo in [[età medievale]], ispirato alla vicenda della conversione del [[Gautama Buddha|Buddha]]. La leggenda del Buddha venne conosciuta dai [[cristiani]] nell'[[Iran]] orientale e nell'[[Asia centrale]] dove i cristiani vivevano a contatto con i [[Buddhismo|buddisti]], con i [[mazdeismo|mazdeisti]] e i [[manicheismo|manichei]], grazie anche alla diffusione di qualche testo scritto come il ''[[Lalitavistara Sutra|Lalitavistara]]''.
La prima redazione del testo, risalente presumibilmente al [[VI secolo]], fu scritta nell'iranica [[lingua pahlavi]], quindi venne tradotto in [[lingua siriaca|siriaco]] e in [[lingua araba|arabo]] e da queste derivarono molte altre traduzioni, a partire dal [[lingua greca|greco]]. La successiva traduzione in [[lingua latina|latino]], aprì le porte alla diffusione in tutta l'[[Europa]] del testo, convertito a sua volta anche in lingue volgari.<ref>"Le muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.II, pag.55-56</ref> Il più antico [[manoscritto]] che ce la tramanda è del [[1021]] ed è conservato a [[Kiev]]; il suo parente più stretto è al [[Monte Athos]]; l'altro del [[1064]] è ad [[Oxford]].<ref>Alberto Melloni, ''Il Corriere della Sera'', 7 febbraio 2013, [[elzeviro]] di pag.41</ref>
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== Contenuto ==
=== Parte I ===
Si narra di un re della Terra degli Indiani, di nome Abenner, pagano e idolatra, che impone ai Cristiani del suo regno di abiurare alla loro religione. Egli odia in particolare i monaci che inizia a perseguitare e mettere a morte. Tra di essi si trova anche un ex dignitario del re, di grande nobiltà d’animo che abbandona il lusso e la vita agiata e si unisce per l’appunto ai monaci e agli asceti. Il sovrano lo fa richiamare a corte per parlargli e per capire cosa gli è successo, e quale sia il suo nuovo credo. (Capitolo secondo). Al re nasce un bambino, bello e leggiadro che egli chiama Iosafat. Egli convoca a corte dei dottori “esperti nella sapienza stellare caldea”, per capire quale sarebbe stato il futuro del neonato. Essi, per compiacere il re, predicono magnificenza, ricchezza e potere, ma uno di essi gli predice che il neonato abbraccerà il culto cristiano. Allora il re fa costruire in una città isolata uno splendido palazzo, nel quale il figlio vivrà. Il suo obiettivo era che “nulla trapelasse al bimbo delle miserie della vita, né della morte né della vecchiaia né di malattia e povertà né altro fatto doloroso che potesse incrinare la sua felicità”. Nel frattempo continua la persecuzione ad opera del re contro i monaci cristiani. Ma nella corte c’era un funzionario che in segreto era cristiano. Egli un giorno incontra per caso un uomo con un piede terribilmente maciullato da una bestia feroce. Lo aiuta. E costui gli dice: “Io sono il Guaritore dei discorsi. Se avviene che si è riscontrata ferita o infermità in parole o conversazioni, con appropriati farmaci io saprò guarirla, sicché il male non abbia a diffondersi ulteriormente”.
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