Calamonaci: differenze tra le versioni
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== Storia ==
Il feudo o Casale di Calamonaci nasce nel Regno di Sicilia, territorio di Caltabellotta.
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Questo re concesse a Berangario De Spuches il feudo col casale per sé e i suoi erodi nascituri dal suo corpo, per "More Froncorum" e con l’obbligo del servizio militare e concesse alla curia regia i diritti del re Federico III (31 marzo 1296).
Dopo la morte di Berengario De Spuches il feudo col casale successe ad Antonia sua figlia legittima, moglie di Bernardo Enveges; alla loro morte, nel medesimo feudo, successe il figlio
Ad Amato successe il figlio Giovanni Enveges che sposò Francesca Spallitta, la quale si aggiudicò metà del feudo e ne ottenne conferma come per privilegio per sé e per i suoi eredi legittimamente nascituri dal suo corpo (Conservatoria Mercedes 1425 f 88)
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Bernardo de Perollo acquistò dalla Spallitta detta metà del feudo per atto del notaro Urbano de Sinibaldis da Palermo (28 giugno 1426).
Questi ebbe conferma viceregia per privilegio con l’investitura (giugno1490 f.74).
ll feudo in seguito ritornò a Francesca Spallitta se ne sconosce per quale titolo.
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Antonio Enveges successe a Martino, morto senza figli, questi era figlio di Amato Enveges che aveva ottenuto la concessione dal re Martino (non prese investitura).
Ad Antonio successe Margheritella Enveges sua figlia e a Margheritella. morta senza
È chiaro che per il feudo anzidetto non presero l’investitura Giovanni Enveges, Martino Enveges, Antonio Enveges e Marghrritella Enveges.
Questo feudo diviene proprietà di Melchiorre de Marinis e de Ferrario, allo stesso modo senza investitura.
Morto Melchiorre de Marinis e de Ferrerio, gli successe nello stesso feudo sua figlia Giovannella, che sposò Pietro Sabia.
Pietro, marito e legittlmo amministratore del feudo, sposò Giovannella, il 31 luglio1487.
Da Pietro e Giovannella nacquero due figlie: una sposò Francesco Alliata; l’altra sposò Giovanni Battista de Mannara.
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Dopo la morte di Pietro Sabia, Giovannella primanominata si risposò con Bernardino de Termini.
L’anno 1510 il feudo di Calamonaci e la foresta di Belripayri, erano posseduti da Bernardino e Giovannella, coniugi.
Antonino de Termini, figlio primogenito leggittimo di Bernardino e Giovannella de Termini, ebbe l'investitura da don Raymondo de Cordova il 27 giugno 15O9 in regia cancelleria libro anno 1508 in carta 707 notata e riportata nell’ anno 1513 per donazione per "Jure Francorum”
L'attuale nucleo abitativo fu fondato il 6 febbraio 1574 nel territorio del feudo omonimo, situato nella campagna tra i fiumi Verdura e Magazzolo, nel corso di quel ritorno alla terra che caratterizza una parte considerevole della storia economica e sociale siciliana fino agli inizi del XVIII secolo; storia legata alla necessità dei feudatari di tenere i propri feudi popolati da vassalli, che davano diritto d'accesso e di voto nel Parlamento siciliano. Perciò essi chiedevano alla Corona la “licentia populandi”, che conferiva la facoltà di accogliere nei feudi nuovi abitanti. La fondazione dell'attuale centro urbano risale al 6 febbraio 1574, quando il Presidente del Regno Don Carlo D'Aragona concesse appunto ad Antonino De Termini Ferreri, barone del feudo di Calamonaci, la “Licentia Populandi”, ovverosia la possibilità di costruire un centro di nuova edificazione dentro il feudo; sul territorio del quale, sicuramente, nei secoli passati erano sorti piccoli nuclei abitativi, come dimostrano vari ritrovamenti archeologici in siti diversi da quello attuale. Dieci anni più tardi, il 9 luglio 1584, viene fondata l'Arcipretura con l'erezione di una chiesa da dedicare a S. Vincenzo Ferreri, che divenne il Santo Patrono del luogo. La scelta del Santo Protettore fu dettata da presunti legami di famiglia che i feudatari fondatori del paese vantavano con il Santo domenicano; scelta che, per conferma, si ripeté nel nuovo centro di Casteltermini, fondato sempre dai Termini Ferreri nel 1629. Successivamente la baronia di Calamonaci passò alla famiglia De Spuches nel 1598 e ai Montaperto nel 1612, a cui rimase fino all'abolizione dei titoli feudali nel corso degli inizi del XIX secolo. A detta di molti storici ed urbanisti, il disegno del nuovo centro urbano di Calamonaci è stato il primo esempio in Sicilia di sistemazione urbana a scacchiera, con gli assi principali (cardo e decumano) che al giorno d'oggi corrispondono al corso Garibaldi e via Crispi. Il tessuto urbano si è mantenuto pressoché intatto nel corso degli anni, mentre non si può dire altrettanto del patrimonio edilizio, con la totale perdita di tutto il preesistente patrimonio ecclesiastico e l'assenza di edilizia del tipo signorile. Le uniche vestigia del passato sono l'attuale Chiesa Madre, inaugurata nel 1819 sul luogo di un preesistente edificio di culto, e i bastioni a piano terra dell'antico palazzo baronale, in corrispondenza delle allora stalle e magazzini, adesso di proprietà privata. Tutto il resto è edilizia di trasformazione e di nuova costruzione, con gli edifici più antichi risalenti per la loro prima costruzione al tardo inizio del XIX secolo.<ref>"Calamonaci: antropologia della festa e culto dei santi nell'Agrigentino", di R. Perricone e G. Giacobello, B. Leopardi Editore 1999</ref>
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|- align=right; style="height:10px"
! Nome || Tipologia || Abitanti || Altitudine || Coordinate
|-
| Calamonaci || [[centro abitato]] / capoluogo comunale || {{formatnum:1375}} || 307 || <small>{{coord|37.526150|13.289350|type:adm3rd|format=dms}}</small>
|-
| - || Case sparse || {{formatnum:0}} || - || -
|-
| {{maiuscoletto|totale}} || 1 centro abitato || {{formatnum:1375}} || 78/615 ||
|}
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== Infrastrutture e trasporti ==
Il Comune è interessato dalle seguenti direttrici stradali:
* Strada Statale 386
* Strada Provinciale 34
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