Ercole Consalvi: differenze tra le versioni
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Politicamente il Consalvi si segnala per il [[concordato]] che riesce a concludere nel 1801 a [[Parigi]] con Napoleone, dopo ben 13 mesi di faticose trattative da lui condotte con abilità, ma pure con una certa arrendevolezza. Con il Concordato la Chiesa rinunciava ai beni incamerati dallo Stato francese con la [[Costituzione civile del clero]] del 1790. Il Concordato prevedeva anche disposizione favorevoli alla Chiesa, che però Napoleone svuotò di valore con l'aggiunta dei famosi 77 articoli organici ispirati dal [[Talleyrand]]. Consalvi concluse un concordato anche con la [[Repubblica Cisalpina]] e poi con il Regno Italico; anche in questo frangente i rapporti rimasero sempre tesi; in una nota del 30 luglio 1805 inviata al ministro del culto [[Giovanni Bovara]], il cardinale si lamentava delle numerose infrazioni al concordate fatte dai funzionari del Regno Italico, in particolare della «distruzione di tante parrocchie», sottolineando il fatto che ciò fosse avvenuto «senza intelligenza con la Sede Apostolica».<ref>''Storia del Cristianesimo 1878-2005'', Vol. II-La Chiesa e la Modernità, p. 32, Periodici San Paolo, 2005</ref>
Il Consalvi riuscì a convincere nel [[1805|
===L'esilio===
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