Molochio: differenze tra le versioni
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Piccola chiesa edificata nel XVII secolo a opera di don Giuseppe Palermo, non più agibile da circa dieci anni per via di severi danni al soffitto. La “Chiesa Vecchia” reca(va) dei meravigliosi lavori in stucco realizzati dagli artisti [[Morani (famiglia)|Francesco]] (?-1878) e [[Morani (famiglia)|Vincenzo Morani]] (1809-1870) da Polistena, mai restaurati. Piene delle loro opere sono le chiese di tutta la provincia. Verosimilmente i loro bozzetti per San Vito sarebbero serviti come base per la costruzione di altre chiese. San Vito, pur vertendo in uno stato disastroso, è attualmente il bene più antico che Molochio possiede. Recenti studi hanno però visto emergere delle meraviglie dal suo interno, fra cui delle sculture. La paternità di queste opere è sconosciuta. Don Vincenzo Tropeano afferma che a realizzare le statue sia stato il tropeano o bagnaroto Vincenzo Basile.
Il progetto architettonico del napoletano Francesco Saponieri, approvato nel 1844, è in linea con il Neoclassicismo, con una pianta rettangolare ad una sola navata con una grande abside centrale.<ref>{{Cita web|url=https://www.molochio.net/i-segreti-della-chiesa-vecchia/|titolo=I segreti della “Chiesa Vecchia” – Magazine on line|lingua=it-IT|accesso=2022-01-02}}</ref>
;Chiesa di San Giuseppe
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;Chiesa parrocchiale di Santa Maria di Merula (Chiesa Matrice)
▲Pianificata dall’architetto Pietro Galdo ed edificata nel centro urbano, la chiesa parrocchiale di Santa Maria de Merula subì diversi restauri. Una prima ricostruzione avvenne negli anni 1844-1853 e fu guidata dall’architetto Francesco Saponieri di Napoli. Il grandioso piano non venne mai realizzato, tanto che nel 1908 parte della costruzione rovinò sotto le scosse del [[Terremoto di Messina del 1908|sisma di Messina]] e fu scelto di eliminarne la parte superiore. Questo secondo restauro, che non fu dei migliori, terminò nel 1921.
La chiesa parrocchiale, ristrutturata nuovamente tra il 2011 e il 2014, è situata sul lato occidentale della piazza centrale del borgo; essa custodisce, oltre alla statua di San Rocco, quella della Madonna de Merula: l’opera, di notevole pregio, viene datata al 1735 e, secondo la tradizione, fu rinvenuta dai locali in un roveto del paese vecchio. Gli antichi splendori di entrambe le statue sono stati riportati alla luce dal restauratore Giuseppe Mantella.
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